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Una ricerca in Cina: l’inquinamento atmosferico riduce le capacità cognitive
Uno studio condotto dall’Università di Pechino e dalla Yale University dimostra che l’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico danneggia le capacità linguistiche e logiche degli anziani. 26/10/2018
L'inquinamento atmosferico può avere un enorme effetto negativo sull'intelligenza cognitiva, specialmente tra gli uomini più anziani. Ad affermarlo è lo studio “The impact of exposure to air pollution on cognitive performance”, condotto da un team di scienziati dell'Università di Pechino e della Yale University e pubblicato sulla rivista della National Academy of Sciences (Pnas).
La ricerca, una delle prime nel suo genere, è stata svolta su un campione di oltre 25mila persone in 162 contee scelte a caso in Cina, tra il 2010 e il 2014, tenendo conto delle letture giornaliere dei tre inquinanti atmosferici con cui i partecipanti vivono maggiormente a contatto: anidride solforosa, biossido di azoto e la materia particolata.
Lo studio ha rilevato che l’esposizione prolungata all'inquinamento atmosferico impedisce le prestazioni cognitive nei test verbali e matematici, soprattutto negli anziani di genere maschile e meno istruiti, a causa del tempo che trascorrono all’aria aperta per svolgere lavori manuali.
"L'aria inquinata può causare una riduzione del livello di istruzione di un anno, che è tantissimo", ha detto il professor Xi Chen della Yale School of Public Health, uno degli autori del rapporto. Inoltre, l'inquinamento atmosferico aumenta il rischio di malattie degenerative come l'Alzheimer e altre forme di demenza, andando a colpire sempre la fascia di popolazione più anziana.
"È necessaria una migliore comprensione dei legami critici tra inquinamento atmosferico e salute”, ha affermato Soraya Smaoun, la coordinatrice del dipartimento della qualità dell'aria nel Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente , “per le politiche e gli investimenti a sostegno di trasporti più puliti e la generazione di energia, così come alloggi efficienti dal punto di vista energetico e gestione dei rifiuti urbani possono ridurre le principali fonti di inquinamento dell'aria esterna".
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sette milioni di persone muoiono ogni anno per l'esposizione ad aria inquinata, colpite da tre malattie principali: ictus (2,2 milioni di morti), malattie cardiache (2,0 milioni) e malattie polmonari e tumore (1,7 milioni di decessi). Inoltre il 97% delle città nei Paesi a basso e medio reddito con più di 100 mila abitanti non soddisfa attualmente le linee guida sulla qualità dell'aria, mentre la percentuale è molto più bassa nei Paesi a più alto reddito, raggiungendo il 40 per cento.
Per far fronte a questa situazione globale, L’Organizzazione mondiale della sanità e il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente hanno lanciato la campagna Breathe Life, contro l’inquinamento atmosferico, raggiungendo più di 80 milioni di persone.
Viola Brancatella