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Aiuti alla cooperazione, Gates foundation: "Pericoloso ridurre i fondi"
Nel Rapporto interattivo "Goalkeepers: the stories behind the data" l'allarme dei coniugi filantropi: “Da noi il Congresso sta lavorando a importanti tagli agli importi destinati ai Paesi in via di sviluppo. Ma non succede solo in Usa".
Quali potrebbero essere le conseguenze se a livello mondiale l'aiuto allo sviluppo ai Paesi più arretrati subisse un radicale ridimensionamento? A porre preoccupati la questione sono Bill e Melinda Gates che attraverso la loro fondazione benefica rendono noto il Rapporto Goalkeepers: the stories behind the data, prodotto in collaborazione con l'Institute for Health Metrics and Evaluation della University of Washington. Sebbene i numeri, le statistiche e gli studi ci dicano che straordinari passi avanti siano stati già compiuti, l'allarme dei coniugi filantropi riguarda il tipo di impegno alla cooperazione che si profila a livello internazionale. “Nel nostro Paese”, scrivono nell'introduzione i Gates, “il Congresso sta al momento considerando come gestire degli importanti tagli agli aiuti nel mondo, e questo atteggiamento non è solo in Usa”.
Nel report vengono presi in esame 18 indicatori, inclusi gli Sdgs dell'Agenda 2030, specifici per tenere conto della salute delle persone e del loro benessere, quali mortalità materna e infantile, accesso alla contraccezione e alla sanità, incidenza di aids e malaria. A integrazione dei dati, dove figurano grafici e scenari futuri che mostrano differenti proiezioni a fronte di diversi impegni economici globali, per rendere il quadro più completo, appaiono anche dei casi concreti che descrivono meglio le sfide affrontate, i leader in campo o le innovazioni e policy elaborate dai singoli Paesi.
“Le decisioni che prenderemo collettivamente nei prossimi anni”, continuano i filantropi, “avranno un enorme impatto sull'andamento di queste curve. Ma ovviamente non si tratta delle forme dei grafici, ma piuttosto di cosa esse rappresentino, ovvero se milioni, o addirittura miliardi di esseri umani non si ammaleranno, usciranno dalla povertà e raggiungeranno la loro piena realizzazione”.
Gli orizzonti futuri proposti, che rimandano al 2030, simulano in maniera interattiva tre differenti tendenze e ne proiettano i risultati stimati. Il primo descrive un mondo in cui gli impegni globali a supporto dello sviluppo rimangono pressoché invariati e seguono le orme di quanto realizzato finora. Gli altri due scenari offrono uno sguardo a quello che potrebbe accadere nel migliore dei casi, ovvero l'affermarsi di valide leadership, di innovazione e investimenti e, all'opposto, cosa succederebbe se calassero attenzione e sostegno economico. Ad esempio, una riduzione del 10% ai fondi destinati alla lotta all'aids significherebbe in termini reali la morte di oltre 5milioni di persone entro il 2030.
di Elis Viettone