Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Il carovita cambia le abitudini, gli italiani riducono i consumi ma riscoprono la bici

Secondo un’indagine di Altroconsumo, per il 43% peggiora la situazione economica. Quattro cittadini su dieci risparmiano sull’uso degli elettrodomestici. Le spese mediche un lusso per un italiano su tre.   15/6/22

Dopo due anni di Covid, ora è l’inflazione a ridisegnare comportamenti di consumo e stili di vita. L’incremento del costo dell’energia e delle materie prime, legato soprattutto alla guerra in Ucraina, ha causato aumenti generalizzati che hanno influito a cascata su tutti i settori produttivi, dal prezzo del carburante alle bollette ai prodotti alimentari. Voci di spesa che riguardano ogni famiglia, indipendentemente dalle fasce di reddito. Ma gli effetti sono disomogenei: l’aumento delle spese fisse grava in particolare sul bilancio delle famiglie meno abbienti.

È quanto emerge dall’indagine statistica di Altroconsumo sugli effetti dell’inflazione del 2022, presentata il 31 maggio in occasione del Festival del Giornalismo Alimentare di Torino. L’inchiesta, che è stata condotta a fine aprile su un campione di circa mille consumatori di età compresa tra 25 e 79 anni. conferma un significativo cambio delle abitudini di consumo in diversi contesti di spesa: il 43% degli italiani ha sperimentato nell’ultimo anno un peggioramento della propria situazione economica. Il 25% degli intervistati ha difficoltà a pagare le bollette, il 21% è costretto a razionare carne e pesce, il 18% ha cancellato o rimandato un viaggio di piacere.

 

Consumi domestici. L’inflazione pesa particolarmente sui consumi domestici: l’80% degli intervistati ha risparmiato su energia e acqua per contenere l’aumento delle bollette. Come nei mesi freddi è stato razionalizzato l’uso del riscaldamento, nella stagione calda si intende utilizzare con maggior parsimonia l’impianto di condizionamento: questo vale per il 52% degli italiani. L’attenzione ai consumi non è solo circoscritta alla climatizzazione, ma anche applicata dal 40% degli intervistati all’utilizzo degli elettrodomestici. Quasi un italiano su tre, inoltre, dichiara di aver fatto meno bagni, docce più veloci e rubinetto chiuso mentre ci si lava i denti.

Mobilità. Il 65% degli intervistati ha modificato le abitudini alla guida a causa del caro carburante. Il 31% di questi usa l’auto solo quando è strettamente necessario, mentre il 26% mette in pratica degli accorgimenti salva benzina, tra cui guida a velocità moderata, non spingere troppo il motore ed evitare sorpassi.La mobilità sostenibile, osserva l’indagine, in questo contesto offre un ottimo vantaggio competitivo economico, oltre che ambientale: il 18% si muove di più a piedi o in bicicletta e il 10% prende i mezzi pubblici con più frequenza di quanto non facesse prima della crisi. 

Spesa alimentare. Per compensare la perdita di potere d’acquisto il 33% della popolazione orienta la propria scelta verso prodotti di “primo prezzo”, cioè con il prezzo a scaffale più basso della categoria, private label (marchio catena della Gdo) e in generale in offerta. Aumentano le vendite di prodotti a lunga conservazione come cibi in scatola, zucchero, pasta e farina, caratteristici dei periodi in cui la popolazione fa scorta alimentare in clima di incertezza economica e politica.

Il 29% degli intervistati nel processo di acquisto seleziona cibo e bevande essenziali e rinuncia al superfluo, come dolci, snack, bevande e alcolici. Ma un italiano su cinque (21%) decide di rinunciare ad alimenti come carne e pesce, importanti per i loro valori nutrizionali. Inoltre, si riducono anche i momenti conviviali, come i pasti fuori casa e le pause caffè al bar, diventate più sporadiche per il 26% degli intervistati.

Cure mediche. Un italiano su tre ritiene oggi le spese sanitarie un lusso da rimandare o dilazionare: il 33% dichiara infatti di non riuscire a far fronte alle proprie spese mediche. Nello specifico, si rinuncia alle cure dentistiche (16%), alle visite specialistiche (13%) e alle sedute di psicoterapia (8%). Per il 10% dei rispondenti sono diventati impossibili da affrontare i costi per l’acquisto di dispositivi medici come occhiali da vista o apparecchio acustico.

Attività culturali. Le spese obbligate e ordinarie erodono inevitabilmente il budget dedicato al tempo libero e allo shopping. Dopo oltre due anni di pandemia, la voglia di socialità e svago è elevata, ma la spesa da allocare a queste attività è ridotta. Ottima alternativa diventa allora quella offerta dai contenuti di intrattenimento delle piattaforme online, sperimentata in tempi di lockdown. Inoltre, da inizio anno il 17% degli italiani ha eliminato le attività culturali fuori casa. Un ulteriore 17% ha modificato i piani per le vacanze, cancellandoli o cambiando destinazione. Anche lo shopping è penalizzato e quasi tre persone su dieci rimandano l’acquisto di nuovi capi d’abbigliamento.

Il quadro delineato nell’inchiesta dimostra che l’inflazione sta velocemente deteriorando il potere di acquisto delle famiglie, osserva Altroconsumo, che chiede al governo di rendere definitive le misure tampone finora adottate per frenare il caro-energia, come l’abbassamento dell’Iva e l’eliminazione dalle bollette degli oneri di sistema.  

 

di Monica Sozzi

 

Fonte immagine di copertina: eranicle/123rf

mercoledì 15 giugno 2022

Aderenti