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La debolezza delle autocrazie oltre l’apparenza
La repressione del dissenso può sembrare a prima vista un elemento di forza dei regimi dispotici, ma in realtà cela numerose incrinature. Il rapporto di Human rights watch restituisce una traccia della situazione globale. 28/1/22
“Il buonsenso porta a pensare che le autocrazie sono in ascesa e le democrazie in declino. Ma questa tesi nasconde una realtà più complessa e un futuro più cupo per gli autocrati”. Queste le frasi che aprono il “World report 2022”, redatto dalla Ong Human rights watch e diffuso il 13 gennaio, che ha come obiettivo di riportare le condizioni di violazioni dei diritti umani nell’anno appena passato. Il documento è composto da una decina di pagine introduttive, scritte dal direttore esecutivo dell’organizzazione Kenneth Roth, e dai rapporti sui contesti umanitari di 100 Paesi e territori in tutto il mondo.
I sintomi della crisi delle autocrazie. Secondo l’Ong statunitense, nel mondo si sta registrando una risposta popolare e dal basso contro i regimi che negano il rispetto delle libertà fondamentali. Infatti, nonostante l’apparente solidità di questi governi, alcuni sintomi mostrano l’evidente fragilità che si cela dietro la negazione dei diritti e le azioni repressive. “Di Paese in Paese, un numero sempre crescente di persone è sceso in strada durante l’ultimo anno per chiedere il rispetto delle regole democratiche, andando anche incontro al rischio di essere arrestati o uccisi. Pochi sono i raduni in favore dei regimi autocratici”, si legge nel Rapporto.
Infatti, secondo quanto affermato nel documento, i regimi autocratici si mostrano sempre di più come dei sistemi che favoriscono unicamente gli interessi delle élite dominanti a discapito del bene comune. Questa situazione è dovuta principalmente all’eliminazione in questi Paesi del sistema di bilanciamento dei poteri e del pluralismo partitico, che porta inevitabilmente a una maggiore corruzione e a una mala gestione della cosa pubblica. Ciò porta a un paradosso: la mancanza di un controllo politico dei regimi autocratici potrebbe portare a pensare che questi ultimi hanno a loro disposizione una più grande libertà di manovra, e quindi una maggiore possibilità di attuare politiche rapide e risolutive. Ma le libertà garantite nei sistemi democratici, nonostante possano rallentare il processo decisionale, assicurano l’ascolto di una pluralità di punti di vista, e di conseguenza estendono le possibilità di fare le scelte migliori per la maggioranza delle persone, senza dimenticare gli interessi delle minoranze.
Proprio a causa dell’inadeguatezza delle autocrazie a gestire situazioni di emergenza in modo adeguato, come lo è la pandemia da Covid-19 che da due anni imperversa in tutto il mondo, emergono sempre più spesso e con maggiore forza movimenti popolari e coalizioni elettorali che chiedono processi di democratizzazione. Nonostante le manipolazioni delle elezioni, la repressione del dissenso e lo svuotamento dei poteri istituzionali, le autocrazie perdono sempre più legittimità e le loro violenze sembrano essere un “atto di disperazione di leader dittatoriali che sanno di aver perso ogni tipo di supporto popolare”.
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L’inadeguatezza dei Paesi democratici. Se le autocrazie scontano i limiti dettati dal restringimento delle libertà politiche e individuali, nei regimi democratici non si registrano prese di posizione all’altezza delle sfide dettate dal nostro tempo. Infatti, il Rapporto afferma che “le democrazie non stanno affrontando le richieste provenienti dai settori più disagiati”, e questa modalità di azione può portare anche per loro a una progressiva delegittimazione. La minaccia delle conseguenze catastrofiche legate al cambiamento climatico non ha prodotto un superamento degli interessi nazionali e sembrerebbe che i leader democratici preferiscono aggirare il problema. Anche rispetto alla gestione della pandemia, le democrazie hanno risposto con la creazione di un vaccino a mRna, una innovazione raggiunta in tempi record, ma hanno fallito nel non riuscire a garantirne l’accesso alle popolazioni dei Paesi a basso reddito. Inoltre, nella politica internazionale, i regimi democratici hanno molto spesso relazioni con autocrazie che non tengono conto del rispetto dei diritti umani. Il silenzio delle democrazie è spesso legato al fatto che l’appoggio internazionale di un Paese autocratico può essere utile in diverse situazioni geostrategiche e nell’implementazione di politiche anti-migratorie.
Però, secondo Human rights watch, per riuscire a dare una speranza di liberazione e di mutuo soccorso alle popolazioni in lotta contro i regimi autocratici, le leadership dei Paesi democratici devono superare i loro egoismi partitici e nazionali e abbracciare una politica internazionale incentrata sul rispetto dei diritti umani come elemento al di sopra di ogni particolarismo.
di Milos Skakal