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Editoriale: Il Governo e lo sviluppo sostenibile. Serve una strategia complessiva
“In un momento in cui la politica pensa esclusivamente a soluzioni di breve termine, l’Agenda 2030 è un’opportunità per tutti di ripensare gli obiettivi delle scelte legislative ed economiche, soprattutto per l’Italia.” Così il Presidente del Consiglio ha aperto il suo intervento all’evento dell’ONU di venerdì 22 aprile sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, tenutosi alla vigilia della cerimonia di firma degli Accordi di Parigi sul cambiamento climatico.
Una dichiarazione da sottoscrivere pienamente e che certamente condividono le oltre 100 organizzazioni della società civile che, a marzo di quest’anno, hanno dato vita all’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (AsviS). Ma in cosa consiste l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile?
Nel settembre del 2015 l’Italia ha sottoscritto, con tutti governi del mondo, l’Agenda 2030, cioè un impegno forte a realizzare 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) e 169 sotto-obiettivi (che vanno dalla lotta alla povertà, ai diritti delle donne, dalla salute all’innovazione e all’occupazione, dall’eliminazione delle disuguaglianze alla qualità dell’ambiente), alcuni entro il 2030, altri entro il 2020 (cioè, in termini politici, dopodomani). Inoltre, a dicembre 2015, l’Italia si è impegnata a lottare contro il cambiamentio climatico attraverso l’adozione di politiche tese ad evitare l’aumento della temperatura. Sempre a dicembre, con l’approvazione da parte del Parlamento del “collegato ambientale”, il Governo italiano è stato obbligato a definire la propria Strategia di Sviluppo Sostenibile entro maggio del 2016.
Ma come si fa a tradurre in pratica l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile? Come si fa a dare coerenza alle singole azioni politiche e alle scelte di bilancio, adottando un approccio che, per citare ancora Renzi, “vada oltre le scelte di breve termine” e rifiuti “la logica della paura che investe non solo la popolazione, ma la politica stessa, paura che impedisce ai governanti di agire con una visione, adottare scelte lungimiranti”? Come si fa a rispondere positivamente all’invito contenuto nell’Enciclica di Papa Francesco “Laudato sì” a cambiare profondamente le politiche, le strategie aziendali e i comportamenti individuali per realizzare quella “ecologia integrale” in grado di coniugare sviluppo umano e rispetto dell’ambiente?
Certamente non lo si fa omettendo un qualsivoglia riferimento all’Agenda 2030 nel Documento di Economia e Finanza - DEF (e specialmente nel Piano Nazionale di Riforma - PNR), cioè nel documento programmatico di maggior rilievo che un paese europeo è chiamato a predisporre ogni anno. Purtroppo, è quanto accaduto nonostante gli impegni derivanti dalla firma degli accordi sopra menzionati, i quali avrebbero dovuto spingere il Governo ad assumere, proprio con il DEF 2016, una posizione forte sul tema dello sviluppo sostenibile, inteso non solo in senso ambientale, ma basato sugli altrettanto importanti pilastri economici e sociali, chiaramente indicati nei 17 SDGs.
In effetti, un invito ad usare il DEF per introdurre un impegno esplicito in questa direzione era stato rivolto al Ministro dell’Ambiente Galletti dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile sia durante la presentazione ufficiale dell’ASviS presso la Camera dei Deputati (11 marzo), sia nel corso di un incontro tra il Ministero dell’Ambiente e l’Alleanza proprio per discutere la preparazione della Strategia per lo Sviluppo Sostenibile (31 marzo). Se, quindi, va riconosciuta al al Ministro l’attenzione al tema e una sincera disponibilità al dialogo con l’Alleanza (riconosciuta come interlocutore chiave del Governo nella preparazione della Strategia), il “peccato di omissione” commesso con il DEF dimostra come manchi ancora un impegno collegiale del Governo su questo terreno. Magari il Parlamento vorrà rimediare a tale mancanza, proponendo una integrazione al testo governativo che vada nella direzione indicata negli impegni assunti in sede ONU.
Anche se, con il DEF, si è persa un’occasione importante per impostare una nuova strategia di sviluppo basato sul concetto di sostenibilità economica-sociale-ambientale, e per cominciare a diffondere una nuova cultura (su cui, peraltro, tante imprese italiane si stanno impegnando concretamente), questo non vuol dire che il Documento non contenga interventi potenzialmente rilevanti per migliorare la condizione dell’Italia nei confronti dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile.
In termini generali, è interessante osservare che nei documenti del Governo sono presenti interventi riconducibili a 14 su 17 SDGs: fanno eccezione il 5 (parità di genere), il 12 (consumo responsabile) e il 17 (partnership per gli SDGs). Mentre nel Programma di Stabilità e negli altri documenti di finanza pubblica che compongono il DEF compaiono, come è lecito attendersi, solo obiettivi macroeconomici e finanziari, nell’Appendice del PNR relativa all’attuazione della Strategia Europa 2020 sono sintetizzate le misure adottate al fine di conseguire i target europei, in particolare il tasso di occupazione, gli abbandoni scolastici, la spesa in ricerca e sviluppo, le emissioni di gas serra, l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili, il contrasto alla povertà. Anche qui si tratta di obiettivi chiaramente riconducibili agli SDGs.
Riferimenti vicini agli SDGs, a volte concretamente misurati tramite indicatori specifici in uso da tempo nei documenti governativi, si trovano anche nell'Allegato sugli interventi nelle aree sottoutilizzate, nell'Allegato Ambiente (che si riferisce agli impegni del Governo in tema di riduzione dei gas serra e che non introduce alcun elemento di novità rispetto agli impegni già noti) e nell'Allegato Infrastrutture (per quanto attiene lo sviluppo urbano).
In conclusione, il DEF presenta molti interventi che, nelle intenzioni del Governo, vanno nella direzione di migliorare diversi aspetti della condizione economica, sociale ed ambientale dell’Italia. Purtuttavia, va notato che una delle novità principali dell’Agenda 2030 è proprio l’interdipendenza tra i 17 SDGs, i quali vanno visti nel loro insieme e non come singoli obiettivi, in quanto solamente dalla loro integrazione può nascere un modello nuovo di sviluppo sostenibile. E forse proprio di questa “visione” ha bisogno il nostro Paese, anche per trasmettere al mondo delle imprese (nazionali ed estere) un chiaro messaggio su dove sono le opportunità future. Come recita un famoso aforisma di Yogy Berra, icona americana del baseball e poi manager, morto a 90 anni, pochi giorni prima della firma dell’Agenda 2030, “Se non sai dove stai andando finirai con l’andare da qualche altra parte”. Questo è un rischio che non possiamo e non vogliamo correre.
PNR – CAPITOLO I: LA STRATEGIA DI RIFORMA DELL’ITALIA
Obiettivo |
Contenuto |
Lotta alla povertà (SDG 1) |
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Istruzione e ricerca (SDG 4) |
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Competitività e investimenti sono le priorità per la crescita (SDG 8) |
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Finanza per la crescita (SDG 8) |
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Concorrenza (SDG 8) |
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Lavoro (SDG 8) |
· Jobs Act · Jobs Act per gli autonomi e il lavoro agile · Garanzia Giovani · Contrattazione di secondo livello · Detassazione premi di produttività |
Innovazione (SDG 9) |
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Riduzione squilibri territoriali (SDG 10) |
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Giustizia (SDG 16) |
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PNR CAPITOLO III.3: PRODUTTIVITÀ E COMPETITIVITÀ ESTERNA
Obiettivo |
Fatto |
Da fare |
Trasporti, infrastrutture e città vivibili (SDG 9 e 11) |
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Agenda digitale e banda larga (SDG 8 e 9) |
· Approvato il programma operativo del Piano Banda Ultra Larga |
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Ambiente e sostenibilità (SDG 13, 14 e 15) |
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Piano Juncker (SDG 8 e 9) |
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Codice appalti (SDG 9 e 16) |
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Legge annuale mercato e concorrenza (SDG 8) |
· Legge concorrenza 2015 · Legge concorrenza 2016 |
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Riforma dei servizi pubblici locali e del trasporto locale (SDG 11 e 9) |
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Lavoro (SDG 8 e 4) |
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Istruzione (SDG 4 e 9) |
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Contrasto povertà e welfare (SDG 1, 2, 3, 4) |
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CAPITOLO III. 4: RAFFORZAMENTO DELLA CAPACITÀ ISTITUZIONALE
Obiettivo |
Fatto |
Da fare |
Semplificazione e riduzione degli oneri amministrativi (SDG 8 e 9) |
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Sostegno alle imprese (SDG 8 e 9) |
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Agricoltura (SDG 8, 14 e 15) |
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Giustizia (SDG 16) |
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PNR CAPITOLO III. 5: MASTERPLAN PER IL MEZZOGIORNO
Obiettivo |
Fatto |
Da fare |
Riduzione delle disparità regionali (SDG 1, 4, 6, 8, 9, 10, 11) |
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Enrico Giovannini, Portavoce dell'ASviS