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Alta Sostenibilità: non svuotiamo di significato la parola sostenibilità
I cittadini che conoscono bene il termine passano dal 7% del 2011 al 37% nel 2020. Se n’è discusso nella rubrica ASviS “Alta Sostenibilità” condotta da Manieri e Po su Radio Radicale, ospiti Menichella, Pagnoncelli, Roma. [VIDEO] 8/03/2021
Sostenibilità è di sicuro tra i termini più usati, e abusati, degli ultimi anni. Ne parliamo in riferimento alla transizione verde, a un futuro resiliente (altro termine utilizzato sempre più), a nuovi stili di vita e a un cambio nel modo di fare impresa e politica. Eppure bisogna stare attenti: il rischio che questa “magica parola” si svuoti, perdendo così di significato, è alto. Come evitare un effetto che potrebbe essere così controproducente, svuotando di valore agli occhi di molti l’obiettivo stesso di costruire un futuro sostenibile?
Di questo si è discusso nella puntata dell’otto marzo della rubrica ASviS “Alta sostenibilità”, in onda su Radio Radicale e condotta da Valeria Manieri e Ruggero Po. Ospiti della puntata: Cecilia Menichella (referente nell’ASviS del Gruppo di lavoro trasversale sulla Cultura per lo sviluppo sostenibile), Nando Pagnoncelli (presidente di Ipsos in Italia), e Giuseppe Roma (segretario generale della rete urbana delle Rappresentanze, già direttore generale del Censis).
Cecilia Menichella, Referente in ASviS del Gdl trasversale Cultura per lo sviluppo sostenibile
#AltaSostenibilità @RadioRadicale - @CMenichella: "Temi dello #svilupposostenibile sempre più centrali. L’impegno dell’ASviS è quello di rendere concreto il concetto di #sostenibilità cercando di orientare le proposte e le azioni all’interno del quadro dell’#Agenda2030".
— ASviS (@ASviSItalia) March 8, 2021
Ad aprire il dibattito è stata Cecilia Menichella, che ha ricordato come l’aspetto culturale sia fondamentale per la diffusione dello sviluppo sostenibile. “I temi legati all’Agenda 2030 diventano sempre più centrali e la mobilitazione nel mondo in favore dello sviluppo sostenibile cresce sempre di più”, ha dichiarato Menichella; “spesso sentiamo parlare di sostenibilità come se fosse una moda; l’impegno dell’ASviS è quello di rendere concreto il concetto cercando di orientare le proposte e le azioni all’interno del quadro dell’Agenda 2030. Anche se non vi è un chiaro riferimento alla cultura, essa è sottesa al documento Onu, che per essere realizzato richiede un nuovo paradigma culturale che sia trasversale, sistemico e integrato. Non parliamo della sola dimensione ecologica, ma anche quella economica e sociale”.
Un progetto ambizioso quello dell’Agenda 2030, che richiede un coordinamento delle politiche a tutti i livelli, di attività interconnesse e di coerenza. Una visione portata avanti dall’ASviS che ha già raggiunto buoni risultati. “Vanno in questa direzione due battaglie che l’ASviS ha condotto in questi anni. Una è l’inserimento dello sviluppo sostenibile in Costituzione, di cui si sta tanto parlando in questi giorni, l’altra, già vinta nel 2019, con il passaggio del Cipe in Cipess, il Comitato interministerale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Ora bisognerà capire se questa trasformazione potrà generare dei cambiamenti; se così non fosse bisognerebbe capire perché”, ha concluso Menichella.
Giuseppe Roma, Segretario generale RUR Rete urbana delle Rappresentanze, già Direttore generale del Censis
#AltaSostenibilità @RadioRadicale - @GiromRoma: "La pandemia conferma una linea di tendenza degli ultimi tempi, e cioè la diffusione della parola #sostenibilità. Non bisogna però correre il rischio di inflazionare il termine".
— ASviS (@ASviSItalia) March 8, 2021
Giuseppe Roma ha fornito la sua analisi sul perché il termine abbia con il tempo acquisito sempre maggiore importanza tra la popolazione, un trend continuato anche durante l’ultimo anno: “La pandemia conferma una linea di tendenza che si è diffusa negli ultimi tempi, e cioè la diffusione del termine sostenibilità. Penso che ci siano alcuni paradigmi importanti che sono diventati patrimonio di larga parte della società e che si legano al concetto di sostenibilità. Pensiamo per esempio alla salute; siamo tra i Paesi più longevi, e al risparmio in termini energetici, se noi mettiamo i pannelli solari facciamo un favore non solo alle nostre tasche ma anche al Pianeta. Andando nel concreto, data anche l’esperienza pandemica, dobbiamo rispondere a domande del tipo: come ripensare l’abitare e le scuole? Anche questo è un modo per guardare a un futuro sostenibile”.
In sostanza, Roma associa al termine sostenibilità quella di progresso, tuttavia ci sono una serie di rischi da non sottovalutare. “Il concetto di sostenibilità è naturalmente connesso con il progredire dell’essere umano, un fatto che ha a che fare direttamente con il nostro benessere”, ha infatti sottolineato Roma che poi ha aggiunto “secondo me ormai c’è un ponte tra il sociale e il tema della sostenibilità; bisogna però capire se il solo parlare di sviluppo sostenibile sia in grado di dare anche una forma lessicale al cambiamento, cioè: il termine riesce anche a dare una direzione di azione? Oggi usiamo la parola sostenibilità talmente spesso che, devo ammettere, si corre il rischio di inflazionarla”.
Nando Pagnoncelli, Presidente di Ipsos in Italia
#AltaSostenibilità @RadioRadicale - @NPagnoncelli @IpsosItalia: "I cittadini che conoscono bene il concetto di #sostenibilità passano dal 7% del 2011 al 37% del 2020, mentre il 35% lo conosce superficialmente, il 18% non sa di cosa parliamo e un 10% ne ha una conoscenza distorta"
— ASviS (@ASviSItalia) March 8, 2021
Importante sarà, dunque, declinare forma e sostanza dello sviluppo sostenibile. Una missione non semplice, dato che richiede impegno da parte di cittadini, imprese, e istituzioni. Su questo si è espresso anche Pagnoncelli: “Il rischio è sempre quello delle ‘parole magiche’, quelle che entrano nel nostro lessico ed evocano significati non sempre omogenei. Nel caso della sostenibilità devo però dire che negli ultimi anni abbiamo registrato un cambiamento molto importante. Per dare qualche numero, i cittadini che conoscono bene il concetto passano dal 7% del 2011 al 37% dello scorso anno, mentre il 35% lo conosce superficialmente, il 18% non sa di cosa parliamo e un 10% ne ha una conoscenza distorta. Parliamo di un tema che sta diventando molto conosciuto tra i cittadini, che sta diventando desiderabile sulla base di tre ‘driver’ che spingono in favore della sostenibilità. L’etica, la paura per il futuro del Pianeta e il terzo aspetto, quello della qualità. Il fatto che un prodotto sostenibile sia percepito migliore di uno non sostenibile è un elemento di svolta. L’idea che la sostenibilità di un prodotto ne garantisca anche la migliore qualità prelude all’idea che possa esserci una crescita sostenibile nel prossimo futuro”. Infine, Pagnoncelli ha ricordato come sulla sensibilizzazione dell’opinione pubblica si questi temi abbia inciso in maniera importante l’enciclica di Papa Francesco, e che “due cittadini su tre desiderano una ripresa all’insegna dello sviluppo sostenibile”.
di Ivan Manzo
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