Radio-Tv Alta Sostenibilità
Referendum tra quorum e raccolta firme, gli ostacoli alla partecipazione
L'istituzione referendaria sconta una sempre maggiore disaffezione alle urne. Quali riforme affinché sia più efficace? Il dibattito su Radio Radicale, ospiti Cheli, Spadaccia e Ricevuto. Conducono Viettone e Manieri. [VIDEO] 21/6/22
A 70 anni dalla nascita dello strumento referendario è necessario qualche aggiustamento per renderlo più aderente all'attuale contesto? Che rapporto dovrebbe avere con la Corte costituzionale, che ne sancisce l'ammissibilità? E ancora: come scongiurare il rischio che cittadini non adeguatamente informati prendano decisioni che non vanno nella direzione del bene comune? A queste e ad altre riflessioni si è dato spazio nella puntata di Alta sostenibilità in onda su Radio Radicale il 20 giugno e condotta da Valeria Manieri ed Elis Viettone. Ospiti: Enzo Cheli (costituzionalista, vicepresidente emerito della Corte costituzionale), Gianfranco Spadaccia (giornalista, già segretario del Partito Radicale e parlamentare), Diva Ricevuto (co-coordinatrice Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 16 “Pace, giustizia istituzioni solide”, presidente di Sulleregole). Il referendum sulla giustizia dello scorso 12 giugno è solo l’ultimo di una lunga serie di quorum mancati in Italia.
Gianfranco Spadaccia, giornalista, radicale storico, già segretario del Partito Radicale e parlamentare
“Il costituente aveva visto giusto nell’inserire accanto al potere legislativo delle Camere un potere diretto legislativo del popolo, attraverso l’istituto del referendum, ma la classe politica ha avuto in tutte le fasi della storia della Repubblica una forte diffidenza”, ha spiegato Spadaccia. “Il referendum fu uno strumento creato a garanzia della Chiesa per intervenire sulla legge sul divorzio, nel caso fosse passata in Parlamento. L’alto quorum del 50% ha poi fatto scoprire agli avversari del referendum che era più semplice ricorrere al non voto”.
Enzo Cheli, giurista, già professore ordinario di Diritto costituzionale all'Università di Firenze, vice-presidente emerito della Corte costituzionale
#Altasostenibilità @RadioRadicale - Enzo Cheli @UNI_FIRENZE: nonostante i problemi il #referendum resta per l’Italia uno strumento prezioso. Lo è ancor di più rispetto al passato se vogliamo ridurre il solco tra istituzioni e Paese reale.
— ASviS (@ASviSItalia) June 20, 2022
Per Cheli “nonostante le traversie incontrate il referendum resta per l’Italia uno strumento prezioso, ancor di più rispetto al passato perché la divaricazione tra Paese reale e istituzioni si allarga sempre di più e se vogliamo ridurla gli istituti di democrazia vanno utilizzati al meglio. Anche i costituenti si resero conto di questo problema quando scelsero per l’Italia il modello di una democrazia parlamentare rappresentativa e vi introdussero alcuni strumenti di democrazia diretta quali i referendum, l'iniziativa legislativa popolare e la petizione. Lo strumento che più ha inciso nella nostra storia è stato il referendum abrogativo che oggi va valorizzato al massimo attraverso qualche correttivo. Il punto più critico è la partecipazione: un quorum al 50% è una quota troppo elevata in un crescente contesto di astensionismo. Una delle proposte, la più praticabile in questo momento, è quella di spostare la soglia del 50% da quelli che hanno diritto a partecipare al voto a quelli che effettivamente esercitano questo diritto”.
Diva Ricevuto, coordinatrice del Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 16 "Pace, giustizia e istituzioni solide", e presidente di Sulleregole
#Altasostenibilità @RadioRadicale - @divaricevuto @SulleRegole: Sul referendum il discorso dell’informazione è pregnante. Non esiste un cittadino che non può essere messo nelle condizioni di comprendere, ed è nella comprensione delle istituzioni che si crea affezione allo Stato.
— ASviS (@ASviSItalia) June 20, 2022
“Tutti gli istituti di democrazia diretta guardano a lenire le sofferenze della persona e si collocano nel solco della prospettiva rinnovata del rendere la persona considerata capace”, ha infine ricordato Ricevuto “e difatti quando gli italiani nel 1942 furono chiamati a scegliere tra Repubblica e Monarchia, si diede accesso al voto anche a chi non era alfabetizzato. Riguardo al referendum il tema dell’informazione è pregnante. Non esiste cittadino che non possa essere messo nelle condizioni di comprendere. Se dessimo la possibilità di spiegare e argomentare e ci mettessimo a confronto nella poliedricità delle posizioni, a mio avviso verrebbe fuori un quadro comprensivo, di tutte le opinioni, e comprensibile da chiunque per farsi una propria idea. È nella comprensione delle istituzioni che si crea l’affezione allo Stato”.
di Ivan Manzo
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