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Che cosa ci rende felici? Evidenze dall’Oecd Better Life Index
Soddisfazione per la propria vita, buona salute e un buon lavoro sono i fattori più importanti per stare bene. Italiani meno felici rispetto agli altri paesi industrializzati. Ecco che cosa ci dicono gli ultimi dati del Better Life Index dell’Ocse.
Recentemente l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha aggiornato i dati in merito alla percezione del benessere soggettivo dei cittadini dei 38 paesi più avanzati nel mondo dal punto di vista economico.
Il Better Life Index rappresenta uno dei vari indicatori sintetici esistenti, alternativi al PIL per la misurazione del benessere effettivo di un paese indagando la qualità della vita all’interno dei vari confini nazionali. E’ sempre più diffusa, infatti, la convinzione che per poter sviluppare politiche economiche e sociali migliori sia necessario capire in maniera più approfondita gli elementi che determinano il benessere delle persone.
Coerentemente con il fatto che il benessere sia un elemento multidimensionale, il Better Life Index (Bli) sintetizza 11 diversi indicatori che coprono i vari aspetti che influenzano la percezione che una persona ha del proprio benessere: abitazione, reddito, occupazione, relazioni sociali, istruzione, ambiente, impegno civile, soddisfazione di vita, sicurezza, equilibrio lavoro-vita.
Gli utenti del Bli hanno la facoltà di attribuire pesi diversi agli 11 indicatori, costruendo così la propria personale classifica. I dati che emergono sono di grande interesse.
Innanzitutto, essere soddisfatti e in salute e avere un buon lavoro rappresentano gli aspetti più importanti per sentirsi bene ed essere felici rispetto alla propria vita.
Non a caso, infatti, i valori più alti in termine di soddisfazione della propria vita li ritroviamo in quei paesi, quasi tutti nordici (Danimarca e Norvegia in primis) più Svizzera, Nuova Zelanda e Australia, che fanno registrare anche i valori più alti in termini di livelli di occupazione, qualità del lavoro e salute della popolazione.
Viceversa, dove la soddisfazione della vita è più bassa (Sud Africa, Portogallo, Ungheria), tendenzialmente si riscontrano alti tassi di disoccupazione e aspettative di vita inferiori rispetto alla media dei paesi presi in considerazione.
Inoltre, anche l’avere buone e forti relazioni sociali, godere di un buon equilibrio fra vita e lavoro e sentirsi sicuri emergono come fattori associati a un alto livello di benessere.
È interessante anche andare oltre le medie nazionali e analizzare le differenze esistenti tra sottogruppi, le quali possono variare sensibilmente da paese a paese. Per esempio, in alcuni paesi a diversi livelli di istruzione corrispondono diversi livelli di aspettativa di vita. Tuttavia, non è significativa nella media la differenza di soddisfazione di vita tra uomini e donne in tutti e 38 i paesi indagati.
Se si attribuisce un pari peso agli 11 indicatori, l’Italia si posiziona al 25esimo posto nella classifica sintetica dei vari indicatori su tutti i paesi considerati (38). Nel Belpaese il livello di soddisfazione della vita è piuttosto basso (5,8 su 10, quasi un punto in meno rispetto alla media OCSE). Bassi anche il reddito e le condizioni abitative. A risollevare le sorti del nostro benessere ci sono la salute (quasi 83 anni di aspettativa di vita) e le relazioni sociali (il 91% degli italiani dichiara di avere qualcuno di cui potersi fidare nel momento del bisogno).
Come abbiamo segnalato, lo strumento interattivo disponibile sul sito del Better Life Index permette a chiunque di esprimere che cosa e in che misura, in una scala da uno a cinque, determini il proprio benessere. Al giorno d’oggi più di 100mila persone in più di 180 paesi ne hanno fatto uso.
A tal proposito, interessanti sono le differenze a livello geografico: in America Latina, per esempio, l’istruzione di qualità è considerata il fattore più importante per il benessere personale, mentre la soddisfazione e l’equilibrio lavoro-vita sono gli aspetti più determinanti per i nordamericani; in Europa, invece, salute, ambiente e istruzione spiccano per importanza rispetto agli altri otto indicatori. I paesi del sud-est asiatico, invece, classificano la sicurezza come fattore più significativo, mentre gli australiani si preoccupano maggiormente per un giusto equilibrio tra lavoro e vita.
Genere ed età, allo stesso modo, hanno un impatto sui risultati emersi: gli uomini danno maggiore importanza al reddito, mentre le donne a relazioni sociali ed equilibrio lavoro-vita. Infine, l’essere soddisfatti e i soldi sono importanti per i giovani, mentre l’ambiente, l’impegno sociale e la salute diventano sempre più rilevanti andando avanti con l’età.
Visita il sito di Better Life Index
Leggi How’s Life? 2015
Il comunicato dell’Ocse sull’ultimo aggiornamento dei dati
di Matteo Mancini