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Infanzia e adolescenza: nove reti scrivono a Conte, urge un piano nazionale
L'ASviS lancia il documento #educAzioni, insieme ad altre reti della società civile, per chiedere al Premier di ripartire dall’istruzione. Oggi alle 14:30 la diretta streaming dell'evento di presentazione. 17/6/20
In questi mesi in Italia 9,8 milioni di bambini e bambine, ragazzi e ragazze, il 16,8% della popolazione, sono rimasti senza scuola. Per consentire all’Italia di rialzarsi bisogna ripartire dai loro diritti, mettendo al centro dell’agenda politica un investimento su coloro che rappresentano il presente e il futuro del Paese. Perché “senza attenzione ai diritti dei bambini e degli adolescenti, non può avvenire una vera ripartenza”.
Con il documento “#educAzioni - Cinque passi per contrastare la povertà educativa e promuovere i diritti delle bambine, dei bambini e degli e delle adolescenti”, e una richiesta di incontro al presidente del Consiglio, nove reti di organizzazioni impegnate nei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, del sindacato, dell’associazionismo civile e professionale, tra le quali l’ASviS, hanno chiesto di aprire un’interlocuzione con il governo sulle politiche per l’infanzia e l’adolescenza.
“La scuola italiana non può e non deve essere lasciata sola di fronte a una sfida educativa senza precedenti, come quella innescata dal diffondersi dell’epidemia”. Questo il messaggio lanciato da ASviS, Alleanza per l’infanzia, Appello della società civile per la ricostruzione di un welfare a misura di tutte le persone e dei territori, Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca), Forum disuguaglianze e diversità (Forum dd), Forum education, #GiustaItalia patto per la ripartenza, Gruppo Crc e Tavolo Saltamuri.
Le richieste contenute nel documento, (presentazione ufficiale a partire dalle 14:30, nel corso di un webinar pubblico sulla pagina Facebook EducAzioni - i 5 passi) si articolano in cinque punti:
- l’attivazione, a partire dai territori più svantaggiati, dei Poli educativi 0-6 anni, sotto il coordinamento del ministero dell’Istruzione, con garanzia di accesso gratuito per le famiglie in difficoltà economica;
- la costruzione di patti educativi territoriali per coordinare l’offerta educativa curriculare con quella extracurriculare, mantenendo le scuole aperte tutto il giorno, coordinati e promossi dagli enti locali, in collaborazione con le scuole e il civismo attivo;
- l’avvio di un’offerta educativa personalizzata, a partire dall’estate e da proseguire alla ripresa delle scuole, destinata alle categorie più colpite dal black out educativo: bambini e delle bambine che vivono nelle situazioni familiari più deboli economicamente, con un’attenzione speciale al benessere psicologico, alunni disabili e adolescenti usciti dal circuito scolastico;
- l’allocazione del 15% del totale degli investimenti per il superamento della crisi in educazione per dotare le scuole delle risorse necessarie, migliorare la qualità dell’istruzione rendendola più equa e incisiva, contrastare la povertà educativa e la dispersione;
- la definizione di un piano strategico nazionale sull'infanzia e sull'adolescenza, con obiettivi chiari e sistemi di monitoraggio, per promuovere il rilancio diffuso delle infrastrutture sociali e educative.
In Italia la spesa pubblica per l’istruzione è tra le più basse d’Europa e siamo agli ultimi posti per numero di laureati, tasso di abbandono scolastico e competenze acquisite. Ecco perché, secondo le nove reti firmatarie, serve da parte del governo “un forte segno di discontinuità dopo decenni di limitati investimenti su istruzione e politiche per l’infanzia e l’adolescenza, al fine di rilanciare il futuro del Paese, in coerenza con l'Agenda 2030 dell’Onu”.
Basta guardare ai numeri per comprendere la portata di questa enorme crisi di apprendimento: in Italia 1 milione e 134mila minori vive in povertà assoluta, il 14,5% degli adolescenti abbandona la scuola, il 12,3% dei ragazzi tra 6-17 anni si trova in case prive di pc o tablet e il 10,5% dei ragazzi tra 15 e 19 anni non è occupato né inserito in un percorso di formazione. “Nonostante l’emergenza presenti molte priorità, concludono le reti firmatarie, “è fondamentale intervenire per colmare i gravi squilibri demografici e sociali a svantaggio delle nuove generazioni, erose dalla bassa natalità e ad alto rischio di povertà materiale ed educativa”.
Scarica il documento EducAzioni
Lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte
di Andrea De Tommasi