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Healthy Environment, Healthy People: investire nella qualità dell’ambiente per garantire il benessere
L’Agenda 2030 evidenzia le connessioni tra sviluppo, ambiente, benessere e diritti umani. Alla vigilia della riunione dell'Assemblea delle Nazioni Unite per l'Ambiente a Nairobi il rapporto dell’UNEP sottolinea, appunto, l’importanza della qualità dell’ambiente per il benessere.
Il rapporto del Programma della Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), diffuso alla vigilia dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l'Ambiente che si svolgerà a Nairobi dal 23 al 27 maggio, raccoglie le prove dei legami tra qualità dell’ambiente e salute umana – intesa come stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non come mera assenza di malattie (definizione OMS) – e ne indica gli elementi chiave.
I significativi progressi compiuti negli ultimi decenni in termini ambientali hanno determinato importanti miglioramenti della salute umana. Per esempio è aumentato il numero di persone che hanno accesso all’acqua potabile e sono diminuiti i rischi di cancro della pelle o di cataratta dell’occhio grazie al maggior controllo sulle sostanze che distruggono l’ozono nell’atmosfera.
Tuttavia, diverse sono le sfide ancora aperte in relazione alla qualità dell’ambiente e del suo conseguente impatto sulla salute umana.
Secondo i dati raccolti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, si stima che nel 2012 siano state più di 12 milioni e mezzo le morti nel mondo attribuibili direttamente all’ambiente, il che corrisponde al 22% delle morti totali. La qualità dell’aria che respiriamo, del cibo che mangiamo, dell’acqua che beviamo e degli ecosistemi sui quali si basa la nostra vita hanno determinato un aumento delle malattie non trasmissibili (per esempio quelle cardiovascolari, cancro, diabete e disturbi respiratori cronici), ovvero quelle che dipendono dall’esposizione a sostanze chimiche o all’assunzione di stili di vita non salutari.
Queste analisi, comunque, non prendono in considerazione gli effetti combinati dei cambiamenti ambientali emergenti nel mondo (cambiamento climatico, perdita di biodiversità e degrado dei sistemi naturali che supportano la vita), i quali rischiano di invertire i progressi compiuti negli ultimi decenni nel campo della salute e dello sviluppo in termini assoluti.
Inquinamento dell’aria, acque non sicure, inadeguato trattamento dei rifiuti, igiene insufficiente, disastri legati al clima sono i problemi ambientali che potremmo definire storici e che continuano a causare un numero inquietante di morti.
Un aspetto ancora più problematico di questa situazione è rappresentato dal fatto che a soffrire maggiormente delle conseguenze degli impatti di questi problemi ambientali sono coloro che vivono in povertà, i quali sono responsabili in minima parte per i problemi in questione, il che delinea un grave stato di ingiustizia ambientale.
Ciò che preoccupa maggiormente gli autori è il fatto che processi come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e il degrado dei sistemi naturali, se non contrastati adeguatamente, hanno un effetto moltiplicatore dei rischi per la salute umana.
Viceversa, investire nella salute dell’ambiente produce impatti positivi anche sulla salute e il benessere umano. È dimostrato che gli investimenti nella qualità dell’ambiente abbiano effetti positivi multipli in termini di sviluppo, riduzione della povertà, sicurezza delle risorse, riduzione delle disuguaglianze e diminuzione dei rischi per la salute e il benessere dell’uomo.
Il rapporto dell’UNEP definisce un quadro di quattro linee integrate di azione per trattare il nesso che lega ambiente e salute:
- Eliminare o mitigare l’effetto delle sostanze nocive per l’ambiente
- Ridurre l’uso di combustibili fossili e quindi le emissioni di CO2 attraverso la loro sostituzione con energie alternative
- Garantire una produzione sufficiente a sostenere la popolazione mondiale utilizzando, però, meno risorse, producendo meno rifiuti, meno inquinamento e meno degrado ambientale (il cosiddetto decoupling dell’utilizzo di risorse)
- Aumentare la resilienza dell’ambiente e la protezione dei sistemi naturali del pianeta.
Ovviamente questi sforzi sono tutt’altro che banali e così come le sfide in settori diversi sono interconnesse, anche le soluzioni ai problemi non possono essere settoriali ma devono essere integrate, legate e coerenti tra loro, connesse da strategie adattate ai diversi contesti.
In conclusione, intervenire direttamente sulle interconnessioni che legano ambiente e salute produce moltiplicativi in diversi ambiti che possono sostenere trasversalmente gli SDGs. Investire per preservare, migliorare o ristabilire la qualità dell’ambiente può, quindi, indirizzare e catalizzare sforzi differenti, evitando che emergano contraddizioni tra strategie in settori diversi e facilitare il progresso verso la realizzazione dell’Agenda 2030 nel suo insieme.
Leggi il Rapporto UNEP
Leggi il Rapporto WHO
di Matteo Mancini