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Factbook Ocse: aumentano gli investimenti per la ricerca, ma cresce la povertà relativa, 30 aprile 2016
Gli indicatori del nuovo Factbook Ocse fotografano le tendenze dei 34 paesi aderenti, più Brasile, Russia e Cina, raccontando i passi avanti e gli obiettivi ancora da raggiungere, in relazione agli SDGs.
Popolazione, economia, istruzione, energia, salute, occupazione e ricerca sono solo alcuni degli indicatori considerati nel nuovo Factbook pubblicato dall'Ocse per il 2015/2016.
Gli oltre 100 indici statistici offrono una fotografia complessiva della situazione socioeconomica dei 34 paesi che hanno aderito all'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e, in presenza di dati attendibili, mettono a confronto anche altre realtà tra cui quella di Brasile, Russia e Cina.
Novità di quest'anno, la presenza di indicatori regionali e di aree metropolitane: un ulteriore elemento per l'analisi e la comparazione tra questi dati e gli obiettivi stabiliti nei 17 Social Development Goals (SDGs).
L’utilità delle informazioni fornite dall'Ocse deriva anche dalla fruibilità completa e gratuita dei dati: è possibile infatti scaricare per ciascuno dei 100 indicatori serie storiche e comparate fra paesi, sotto forma di grafici e tavole (in formato pdf o excel). Una nota elaborata per ogni indicatore fornisce una utile sintesi, citando anche ulteriori fonti per eventuali approfondimenti.
Grazie alle serie storiche che offrono un quadro d’insieme, è possibile confrontare l'andamento di alcune tendenze durante gli ultimi due decenni; ad esempio la variazione della spesa pubblica per ricerca e sviluppo, in relazione al Pil, registra un lieve aumento in molti dei paesi considerati.
Prevista dai Goal 8 e 9 "Promuovere l'innovazione e le infrastrutture" e "Incentivare la crescita e l'occupazione", questa voce è passata nell'Unione Europea dal 1,7 per cento al 1,9 per cento in rapporto al Pil e negli Stati Uniti dal 2,6 al 2,7. Più significativo il passo avanti del Giappone, dal 3,1 a 3,5, mentre la Cina in dieci anni ha raddoppiato i propri investimenti in R&D, passando da 1,1 al 2,1.
Un altro rilevante indicatore, compreso nel primo dei Goal, "Sconfiggere la povertà", è rappresentato dal tasso di povertà relativa che nella media Ocse si colloca intorno all'11 per cento, registrando però significative differenze tra i vari paesi, con Israele e il Messico vicini al 20 per cento e la Danimarca al di sotto del 6. I risultati variano a seconda delle fasce d'età considerate. Ad esempio in Giappone la ristrettezza economica colpisce maggiormente gli anziani, mentre in Turchia affligge i giovani. Come suggerisce il grafico, nel corso degli ultimi tre decenni questa percentuale è aumentata in 15 dei 18 paesi esaminati.
Per misurare il grado di sviluppo e benessere di un paese e l'efficacia delle politiche a favore di donne e giovani è utile analizzare il tasso di occupazione. Rientra nel Goal 8 e nel Goal 5, "Promuovere la parità di genere", l'allineamento della presenza di uomini e donne nel mondo del lavoro. Presenza però che, nonostante i progressi degli ultimi decenni, continua a essere sbilanciata a favore dei maschi, in particolare in alcuni paesi tra cui l'Italia.
In linea con il goal 7, un altro trend è dato dai numeri sulle energie rinnovabili. Per la media dei paesi Ocse il contributo di queste fonti energetiche sul totale dell'offerta è passato dal 4,8 per cento del 1971 al 9,2 del 2014. Ai primi posti nel loro utilizzo Islanda e Norvegia, in coda Giappone e Olanda. La composizione delle rinnovabili, tra fonte idrica, geotermica e biocombustibili, si è andata lentamente modificando nel corso dei decenni, come si può osservare nel grafico.
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A cura di Antonella Crescenzi
29 aprile 2016