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I cambiamenti climatici influenzeranno disponibilità, qualità e quantità di acqua
Negli ultimi 100 anni l’utilizzo di acqua è cresciuto di sei volte. Sicurezza alimentare, salute, crescita economica ed ecosistemi dipendono tutti dalle risorse idriche, vulnerabili agli impatti del riscaldamento globale, dice Un water. 24/3/20
Le prove scientifiche sono chiare: il clima sta cambiando e influenzerà sempre più la disponibilità di acqua. In occasione della recente Giornata mondiale dell’acqua, l’Un Water ha rilasciato l'edizione 2020 del “World water development report” intitolato “Water and climate change”, il Rapporto che fornisce indicazioni su come affrontare le sfide dei cambiamenti climatici gestendo al meglio le risorse idriche.
Nell’Agenda 2030 l’acqua è un elemento di connessione, spesso sottovalutato, tra i diversi Obiettivi di sviluppo sostenibile. Nonostante non venga mai esplicitamente citata nell’Accordo di Parigi, l’acqua è un componente essenziale di quasi tutte le strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Per questo, il mancato adattamento influisce non solo sul raggiungimento del SDG 6 “Acqua pulita e servizi igienico-sanitari”, ma ostacola anche il raggiungimento di molti altri Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs).
Le alterazioni idrologiche causate dai cambiamenti climatici, dichiara il Report, costituiscono una sfida che si aggiunge alla gestione sostenibile della risorsa idrica. I cambiamenti climatici si manifestano in modalità differenti: ondate di calore, precipitazioni abbondanti, tempeste e mareggiate. L’aumento della temperatura della risorsa idrica influenza la qualità dell’acqua stessa, riducendo l’ossigeno disciolto con conseguente riduzione della capacità di auto purificazione dei corpi idrici.
Secondo il Rapporto, buona parte degli impatti dei cambiamenti climatici si manifesterà nelle zone tropicali, mettendo a rischio foreste e zone umide. Il degrado degli ecosistemi produrrà una perdita della biodiversità e influenzerà la fornitura di servizi ecosistemici collegati all’acqua, come ad esempio la depurazione della risorsa idrica, la cattura, lo stoccaggio del carbonio e la protezione naturale dalle inondazioni. Gli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute umana correlati con l’acqua, il cui utilizzo negli ultimi 100 anni è aumentato di sei volte, riguardano principalmente le patologie veicolate dall’acqua stessa, dai decessi associati agli eventi meteorologici estremi alla sottonutrizione derivante dalle carenze alimentari causate da siccità e inondazioni. È probabile, continua il Report, che i cambiamenti climatici rallentino o ostacolino i progressi nell’accesso alle risorse idriche e agli impianti igienico-sanitari sicuri, che si traduce in un utilizzo inefficace della risorsa.
In agricoltura è necessario ripensare i modelli produttivi per fronteggiare la scarsità idrica e decarbonizzare i processi riducendo i gas a effetto serra. L’irrigazione può rappresentare una buona soluzione per gestire al meglio i cambiamenti di temperatura e le carenze idriche dei suoli, fornendo un meccanismo chiave per quelle terre che in precedenza si basavano esclusivamente sulle precipitazioni. Per ridurre i gas a effetto serra in agricoltura le strade percorribili sono il sequestro del carbonio, attraverso l’accumulo di materia organica sopra e sotto il livello del terreno, e la riduzione delle emissioni tramite una corretta gestione delle risorse. La cosiddetta Climate smart agriculture (Csa, approccio intelligente all’agricoltura legato al clima) è una metodologia riconosciuta che comprende un insieme di tecniche dedicate alla gestione della terra e dell’acqua, alla conservazione del suolo, alle pratiche agronomiche incentrate sul sequestro del carbonio e alla riduzione delle emissioni inquinanti. Le pratiche della Csa permettono di mantenere la struttura del suolo, le sostanze organiche e l’umidità anche in condizioni di aridità, oltre a prevedere tecniche agronomiche (tra cui irrigazione e drenaggio) che permettono di adeguare o di prorogare i calendari colturali al fine di adattarli ai cambiamenti climatici stagionali.
Le misure di efficientamento idrico in agricoltura possono incrementare la disponibilità di acqua e ridurre l’energia necessaria per il pompaggio, riducendo a sua volta i quantitativi di acqua necessari per la produzione di energia. Un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili (ad esempio tramite pompe alimentate a solare fotovoltaico) fornisce ulteriori opportunità di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, provvedendo anche al sostentamento dei piccoli agricoltori.
Anche industria ed energia sono soggette agli effetti dei cambiamenti climatici correlati con l’acqua. Lo stress idrico, ad esempio, può bloccare i sistemi produttivi o interrompere la produzione di energia, con conseguenze sulla fornitura di materie prime, sulle catene di approvvigionamento e rischiando di causare danni a strutture e impianti. Circa i due terzi delle emissioni di gas a effetto serra di origine antropica provengono dall’utilizzo e dalla produzione di energia, per cui è evidente che l’energia è al centro delle iniziative sui cambiamenti climatici. Per mitigare le emissioni, dichiara il Report, occorre focalizzare l’attenzione su due punti: ridurre la domanda di energia e incrementare l’efficienza energetica. Un percorso promettente è puntare sempre più sull’utilizzo di energie rinnovabili a basso contenuto di carbonio e con ridotte necessità idriche, come ad esempio il solare fotovoltaico e l’energia eolica, i cui costi divengono sempre più competitivi rispetto alla produzione di energia da combustibili fossili. L’energia idroelettrica continuerà a svolgere un ruolo fondamentale nella mitigazione e nell’adattamento del settore energetico ai cambiamenti climatici. Tuttavia, continua il Rapporto, la sostenibilità generale di ciascun progetto deve essere valutata tenendo conto dei potenziali consumi di risorse idriche causati dall’evaporazione, oltre che delle emissioni di gas a effetto serra dei bacini idrici, per non citare i potenziali impatti ecologici e socioeconomici.
Nella pianificazione futura, conclude il Rapporto, sarà sempre più necessario tenere conto delle risorse idriche “non convenzionali”. Il riutilizzo (o il riciclo) dell’acqua è una valida alternativa alle risorse idriche tradizionali, purché il trattamento e/o l’utilizzo siano sicuri. La desalinizzazione può aumentare la disponibilità di acque dolci, ma è un processo ad elevata intensità energetica e può contribuire all’emissione di gas ad effetto serra se le fonti energetiche utilizzate non sono rinnovabili. Il prelievo dell’umidità atmosferica, come il cloud seeding, la cosiddetta inseminazione delle nuvole, o la raccolta d’acqua dalla nebbia, costituiscono attività a basso costo e con manutenzione minima per aree in cui abbonda la nebbia d’avvezione.
Per il futuro, sottolinea il Report, è necessaria una maggiore cooperazione tra la comunità che si occupa di acqua e quella del clima, andando oltre l'ambito della ricerca scientifica. È essenziale che chi si occupa dei cambiamenti climatici assegni una maggiore attenzione al ruolo dell'acqua, riconoscendone la funzione centrale nell'intervenire sulla crisi dei cambiamenti climatici. Inoltre, continua il documento, gli attuali livelli di finanziamento sono inadeguati per raggiungere l’obiettivo di rendere universalmente disponibile l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. Sarà fondamentale incrementare la quota dei finanziamenti del settore idrico a favore delle politiche climatiche.
In ultimo, conclude il Rapporto, la tecnologia potrebbe fornire un vantaggio notevole nella gestione delle risorse idriche. Osservare la Terra da satellite può aiutare a identificare le tendenze relative a precipitazioni, evapotraspirazione, copertura/scioglimento di neve e ghiacci, acque di deflusso e stoccaggio idrico. La banda larga ha facilitato l’acquisizione e la copertura dei dati a livello globale e l’utilizzo di sensori wireless per il monitoraggio dei consumi idrici è ormai talmente diffuso da permetterne il monitoraggio da remoto. L’analisi di grandi volumi di dati (big data analytics) permette inoltre di sviluppare le conoscenze necessarie, estrarre informazioni e interpretazioni che consentono di intervenire per una migliore gestione dell’acqua.
Nonostante la pandemia legata al coronavirus abbia comportato la sospensione di tutti gli eventi programmati in occasione della Giornata Mondiale dell’acqua, anche in Italia non sono mancate le iniziative. Le associazioni partner del progetto “Le città e la gestione sostenibile dell’acqua e delle risorse idriche”, volto ad affrontare i temi connessi ai cambiamenti climatici, la qualità e la disponibilità dell'acqua e le sfide imminenti che le città si troveranno ad affrontare, hanno messo a disposizione informazioni sulle buone pratiche da adottare e approfondimenti sulle connessioni tra acqua, cambiamenti climatici ed epidemie come il coronavirus, che potrebbero in futuro minacciare la sopravvivenza dell’umanità.
Scarica il Rapporto “World water development report”
Leggi l’approfondimento sulla Giornata mondiale dell’acqua
Leggi l'approfondimento di Cinzia Thomareizis, segretario Comitato italiano contratto mondiale acqua (Cicma)
di Tommaso Tautonico