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World happiness report: Finlandia top, l’Italia risale ma la crisi cambia i valori
Dominano le nazioni nordiche. L’Italia non brilla ma guadagna posizioni. Città meglio delle aree rurali. Layard avverte: tutti siamo esposti a una minaccia comune; il futuro di ognuno dipenderà dal comportamento dell’altro. 23/3/20
Cosa serve per essere felici? I Paesi del Nord Europa sembrano averlo capito e il messaggio è particolarmente importante in questi tempi di crisi. A rilevarlo è l’ottava edizione del World happiness report 2020, pubblicato come ogni anno il 20 marzo in occasione della Giornata internazionale della felicità istituita dalle Nazioni unite. La Finlandia è per il terzo anno consecutivo il Paese più felice al mondo e, in assoluto, i Paesi nordici dominano la top ten della classifica: la Danimarca è seconda, l’Islanda quarta, la Norvegia quinta, la Svezia settima. Migliora l’Italia che si piazza al 30esimo posto, guadagnando sei posizioni rispetto al 2019. Stati Uniti e Cina, colossi dell’economia mondiale, sono rispettivamente al 18esimo e al 94esimo posto. Tra i fattori alla base del successo dei Paesi nordici, la ricerca evidenzia una democrazia ben funzionante, generose ed efficaci prestazioni di assistenza sociale, bassi livelli di criminalità e corruzione. Ultimi in graduatoria, con bassi livelli di benessere, Afghanistan, Sud Sudan e Zimbabwe.
Redatto da John Helliwell, Richard Layard, Jeffrey Sachs, Jan-Emmanuel De Neve e elaborato dal Sustainable development solutions network (Sdsn) delle Nazioni unite, in base a dati Gallup, il World happiness report prende in esame la percezione della felicità dei cittadini in 156 Paesi, tenendo conto di fattori quali prosperità economica, aspettativa di vita, sostegno sociale, libertà, fiducia e generosità.
Oltre alle classifiche nazionali, il Rapporto ha misurato per la prima volta anche le città, in base al loro benessere soggettivo. Potrebbe non sorprendere ma le città più felici al mondo sono quelle nordiche: Helsinki (Finlandia) e Aarhus (Danimarca) sono prima e seconda, Copenaghen (Danimarca), Bergen e Oslo (Norvegia) sono rispettivamente al quinto, sesto e settimo posto. Stoccolma (Svezia) è nona. Due delle prime dieci città si trovano in Australia e Nuova Zelanda: Wellington, la capitale neozelandese, è al terzo posto, mentre l’australiana Brisbane è in decima posizione.
Focus del Rapporto di quest’anno è stato l’ambiente: sociale, urbano e naturale. “Un ambiente sociale felice, sia urbano che rurale, è quello in cui le persone provano un senso di appartenenza, in cui si fidano e credono in istituzioni condivise”, ha affermato John Helliwell. Le città svolgono un ruolo importante nella crescita economica e nell’interazione umana. “Mentre le popolazioni continuano a spostarsi dalle aree rurali a quelle urbane, mettendo a dura prova le risorse e le infrastrutture, comprendere le fonti di felicità diventa essenziale”, sottolineano gli autori. In base ai dati raccolti, la felicità dei residenti in città è più elevata rispetto a quella delle popolazioni delle aree rurali, specialmente nei Paesi a basso reddito. Altri fattori che svolgono un ruolo significativo nel determinare la felicità sono i livelli di inquinamento e il clima.
“Il Rapporto dimostra che la nostra felicità dipende in gran parte dal sostegno degli altri e dalla reciproca generosità”, ha dichiarato Richard Layard, condirettore del World happiness report, osservando, in riferimento all’emergenza globale, che “tutti siamo esposti a una minaccia comune e il futuro di ognuno dipenderà in gran parte dal comportamento dell’altro”.
Scarica il World happiness report 2020
di Andrea De Tommasi