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Emma Bonino all’Onu sulla condizione della donna e l’Agenda 2030, 17 marzo 2016
Nel contesto della settimana promossa dalle Nazioni Unite e dedicata alla condizione della donna in relazione agli obiettivi dell’Agenda 2030, l’ex ministro degli esteri Emma Bonino, ha aperto il dibattito lunedì 14 su condizione femminile e cambiamenti climatici.
Intitolata “From Paris to Marrakech: translating political commitments into effective gender-responsive climate solutions”, la conferenza è stata promossa dall’Italia insieme ad altri paesi e ha indagato come la lotta per i diritti delle donne possa influenzare anche la problematiche del cambiamento climatico.
L’ex ministro degli Esteri, paladina della difesa dei diritti umani, promotrice dell’Associazione Pari o Dispare aderente all’ASviS, e per l’occasione a capo della delegazione italiana, ha incentrato il suo intervento sulla libertà di scelta e sulla maternità, evidenziando la correlazione che intercorre tra rapido incremento demografico e climate change.
“Ho voluto focalizzarmi su questo e rilanciare sul fatto che certamente il 50% della popolazione mondiale, le donne, con tutta evidenza hanno un peso su questo cambio climatico. “, ha detto Bonino. E ha aggiunto: “su questo punto, l’unico modo di rientro dolce è ovviamente la questione femminile, del family planning, della salute riproduttiva.”
Dalla parole dell’ex ministro sono emersi tre temi fondamentali: partecipazione politica femminile, diritti umani e istruzione, questioni strettamente interconnesse e che se affrontate seriamente potranno facilitare anche la gestione dei cambiamenti climatici.
A scriverne è Stefano Vaccara direttore de “La voce di New York”, che, a margine dell’evento, ha intervistato la rappresentante dell’Italia.
17/03/16
A cura di Matteo Mancini