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A rischio sviluppo 250 milioni di bambini per malnutrizione cronica e povertà
Un rapporto Oms-Unicef-Lancet denuncia la minaccia dei cambiamenti climatici e delle derive commerciali sul futuro dei più giovani, chiedendo un radicale ripensamento delle politiche mondiali. 26/2/20
“I cambiamenti climatici, il degrado ecologico, le migrazioni, i conflitti, le disuguaglianze pervasive minacciano il futuro dei bambini di ogni Paese”, e 250 milioni sotto i cinque anni rischiano di non raggiungere un pieno potenziale di sviluppo, in base agli indicatori su malnutrizione cronica e povertà. Lo rivela il nuovo rapporto “A future for the world’s children?”, redatto da una commissione composta dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dall’Unicef e dalla rivista scientifica The Lancet e pubblicato il 18 febbraio.
“Nonostante lo stato di salute dei bambini e degli adolescenti sia migliorato negli ultimi 20 anni, ora i progressi si sono fermati e c’è il rischio concreto di regredire”, afferma Helen Clark, ex premier neozelandese e co-presidente della commissione autrice del Rapporto.
Il Rapporto include una graduatoria globale di 180 Stati e valuta il benessere dei bambini in termini di salute, istruzione e nutrizione, sostenibilità ambientale (emissioni di gas serra) ed economica (distribuzione della ricchezza). Tra le principali evidenze, mentre i Paesi più poveri devono fare maggiori sforzi per consentire ai bambini di vivere una vita sana, le eccessive emissioni di carbonio, prodotte in misura sproporzionata dai Paesi ricchi, minacciano il destino di tutti.
Il primo indicatore evidenzia come Norvegia, Corea del Sud e Paesi Bassi offrano le migliori opportunità nell’ambito della salute e del benessere infantile, mentre i bambini di Repubblica Centrafricana, Ciad, Somalia, Niger e Mali affrontano le condizioni peggiori. Stati Uniti, Australia e Arabia Saudita sono tra i principali inquinatori globali. Gli unici Paesi in linea per raggiungere l’obiettivo di emissioni di CO2 pro capite stabilito per il 2030 e che allo stesso tempo stanno ottenendo buoni risultati nelle misure per lo sviluppo dell’infanzia sono: Albania, Armenia, Grenada, Giordania, Moldavia, Sri Lanka, Tunisia, Uruguay e Vietnam.
L’Europa è in testa negli obiettivi di salute e sviluppo ma fallisce i target di sostenibilità. Sono europei 8 tra i primi 10 Stati nell’indice su sopravvivenza e benessere dell’infanzia. Ma quando si valuta l’aspetto della sostenibilità ambientale, Moldavia e Albania risultano gli unici Paesi europei in linea con gli obiettivi di riduzione di C02 al 2030, e si classificano nella fascia medio-alta (tra il 40esimo e l’80esimo posto) per quanto riguarda l’indicatore su sopravvivenza e benessere dell’infanzia. Analogamente Islanda (163esima), Germania (161esima) e Paesi Bassi (160esimi) sono tra i 20 Paesi con i peggiori risultati in termini di sostenibilità ambientale, sebbene siano fra i migliori al mondo nell’ambito di salute e benessere infantili.
L’Italia assicura una qualità di vita relativamente buona ai bambini e agli adolescenti (26esima), ma precipita nella classifica della sostenibilità ambientale (134esima). Con 5,99 tonnellate annuali pro capite, emette il 121% di CO2 in più rispetto agli obiettivi del 2030.
Il Rapporto evidenzia anche i dati preoccupanti sulla malnutrizione, osservando che il numero globale di bambini sovrappeso e obesi è aumentato dagli 11 milioni del 1975 ai 124 milioni del 2016, un incremento di circa 11 volte in 40 anni. Il fenomeno è associato a un marketing aggressivo che spinge fin da piccoli verso fast food, bevande zuccherate, alcol e tabacco. In alcuni Paesi, evidenzia lo studio, ogni anno un bambino è esposto a circa 30mila annunci pubblicitari in televisione.
“Questo Rapporto mostra che i decision maker del mondo stanno deludendo, troppo spesso, i bambini e i giovani di oggi: non proteggono la loro salute, i loro diritti, il loro pianeta”, ammonisce Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms.
Dalla commissione è stato lanciato un manifesto in cinque punti, in cui si chiede di arrestare le emissioni di CO2 con la massima urgenza, mettere i bambini e gli adolescenti al centro degli sforzi per raggiungere uno sviluppo sostenibile, adottare nuove politiche e investimenti per i diritti dei bambini, integrare voci e desideri dei giovani nei processi decisionali e, infine, inasprire le regolamentazioni commerciali del marketing aggressivo.
Scarica il Rapporto “A future for the world’s children?”
di Andrea De Tommasi