Notizie
Commissione Onu sulla popolazione: lo sviluppo sostenibile richiede dati certi, 18 aprile 2016
La Commissione delle Nazioni Unite sulla Popolazione e lo Sviluppo ribadisce la necessità di rafforzare l’evidenza demografica per realizzare l’Agenda 2030, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, e invita a prepararsi per i censimenti del 2020.
Si è conclusa il 15 aprile la 49ma Sessione della Un Commission on Population and Development che ha ribadito l’importanza che accurati dati sulla popolazione rivestono per il raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. “Rafforzamento dell’evidenza demografica per l’Agenda post-2015” era il tema scelto quest’anno dalla United Nations Population Division, dipartimento delle Nazioni Unite che ha ospitato la conferenza. Un tema cruciale, dati i recenti sviluppi riguardanti lo sviluppo sostenibile che hanno portato nel 2015 all’adozione dell’Agenda 2030 e dell’Accordo di Parigi sul clima.
“Noi tutti comprendiamo come le persone non possano essere ridotte a semplici numeri. Allo stesso tempo, le statistiche sono essenziali per tenere traccia del progresso. Non contare le persone significa escluderle” ha affermato Ban Ki-moon durante la cerimonia di apertura della Commissione. Poter contare su informazioni affidabili circa le dimensioni, l’età e gli spostamenti della popolazione significa avere la possibilità di implementare politiche di sviluppo sostenibile accurate e tagliate sulla comunità di cittadini cui si dirigono. La disponibilità di dati storici che rispecchino la dinamica della popolazione, inoltre, risulta fondamentale per la valutazione delle politiche attuate in passato nonché per l’individuazione di possibili miglioramenti in futuro.
Dopo giorni di intense negoziazioni la Commissione ha adottato due risoluzioni riguardanti l’organizzazione del lavoro futuro.
In primo luogo la Commissione si è occupata di fronteggiare la povertà di dati demografici che affligge soprattutto i paesi in via di sviluppo. In particolare, l’attenzione è stata rivolta al consolidamento di sistemi di registrazione civile, censimenti e di questionari su scala nazionale, tutte fonti di informazione importanti per uno sviluppo che sia sostenibile. A riguardo, è importante ricordare l’enfasi che il testo di risoluzione pone sul World Population and Housing Census Programme del 2020, cioè sui censimenti programmati alla fine di questo decennio nel contesto dell’Agenda 2030, richiedendo ai paesi membri un serio impegno affinché questo programma venga effettivamente portato a termine.
L’importanza dei dati disaggregati per gruppi sociali è stato un secondo punto di riflessione, insistendo sulla necessità di dati relativi a specifiche categorie individuate sulla base di criteri vari tra cui reddito, religione, o istruzione. In questo modo è più facile individuare le necessità dei gruppi maggiormente vulnerabili, con ciò contribuendo all’obiettivo di inclusione sociale centrale nell’Agenda 2030. La risoluzione, ad esempio, sottolinea l’importanza che la disaggregazione di dati in relazione al sesso riveste per il raggiungimento del Goal 5 sulla parità di genere e dei molteplici target che lo sostanziano.
Da ultimo, un ampio spazio è stato dedicato alla valutazione del potenziale celato nei “big data”, anche a fini demografici.
Forte è infine il richiamo alla cooperazione internazionale con cui la seconda risoluzione si conclude, con ciò mostrando piena fede al 17mo goal sulla partnership per gli obiettivi.
È importante sottolineare l’esito positivo di questa conferenza anche perché la precedente, nel 2015, si era conclusa senza riuscire a elaborare un documento finale a causa dei contrasti sulle politiche di pianificazione familiare: un tema delicato, che non è stato toccato esplicitamente dagli SDGs e che la conferenza di quest’anno ha evitato di affrontare.
Per maggiori informazioni visita http://goo.gl/koeCSE
Per consultare la prima risoluzione http://goo.gl/EQnrkB
Per il testo della seconda risoluzione http://goo.gl/eOhS1r
A cura di Chiara Dipierri
18 Aprile 2016