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What a waste 2.0, entro il 2050 i rifiuti soffocheranno le nostre vite
Il Rapporto della Banca mondiale scatta un’istantanea alla situazione dei rifiuti in tutto il mondo. Senza una strategia incentrata sul riciclo e sul riuso, entro il 2050 produrremo 3,4 miliardi di tonnellate di rifiuti all’anno. 8/10/2018
L’aumento della popolazione, la crescita economica e la rapida urbanizzazione hanno un costo elevato in termine di produzione di rifiuti. Secondo il rapporto “What a Waste 2.0 : A Global Snapshot of Solid Waste Management to 2050” della Banca mondiale, entro quella data produrremo il 70% di rifiuti solidi in più rispetto ad oggi. Senza un modello economico volto a incentivare il riuso e il riciclo, rischiamo di passare dai 2,01 miliardi di tonnellate del 2016, ai 3,14 miliardi nel 2050 con danni inimmaginabili per la salute dell’uomo e del nostro pianeta.
La produzione di rifiuti, la loro composizione e la loro gestione contribuisce alle emissioni di biossido di carbonio che, secondo le stime, nel 2016 sono stati responsabili del 5% delle emissioni globali, con 1,6 miliardi di tonnellate equivalenti di CO2. Uno degli aspetti più complessi da gestire sono le materie plastiche, definite dalla World Bank “particolarmente problematiche” dato che rappresentano il 12% di tutti i rifiuti solidi, pari a circa 242 milioni di tonnellate. Se non raccolti e gestiti correttamente, questi rifiuti rischiano di compromettere lo stato di salute di interi ecosistemi per migliaia di anni; se consideriamo gli oceani, i dati sono drammatici: il 90% dei rifiuti marini è costituito da plastica.
"La cattiva gestione dei rifiuti sta danneggiando la salute umana e l’ambiente, una problematica che si aggiunge alla sfida climatica", ha affermato Laura Tuck, vicepresidente per lo sviluppo sostenibile della Banca mondiale. "Sfortunatamente sono i più poveri a pagare il prezzo più alto dell’errata gestione dei rifiuti. Non deve essere in questo modo. Le nostre risorse devono essere utilizzate e quindi riutilizzate continuamente in modo che non finiscano nelle discariche ".
“What a waste 2.0” evidenzia che nei Paesi a basso reddito la gestione dei rifiuti è trascurata; infatti solo il 4% della produzione viene avviato a riciclo, una differenza abissale se consideriamo che nei Paesi ad alto reddito, più di un terzo dei rifiuti viene recuperato attraverso il riciclaggio e il compostaggio.
Pur rappresentando solo il 16% della popolazione mondiale, i Paesi ad alto reddito generano il 34% dei rifiuti mondiali. Asia orientale e la regione del Pacifico generano la maggior parte dei rifiuti (23%) nel mondo, mentre l’Europa e l’Asia centrale, pur generando 392 milioni di tonnellate di rifiuti, riescono a recuperare, attraverso il riciclo e il compostaggio, il 31% dei materiali di scarto.
Medio Oriente e Nord Africasono le regioni che attualmente producono meno rifiuti, 129 milioni di tonnellate nel 2016, anche se le stime parlando di una produzione doppia entro il 2050.
Il Nord Americaè la regione con la produzione media di rifiuti più alta in assoluto, ma registra oltre il 55% di rifiuti riciclabili, inclusi cartone, carta, vetro, metallo e plastica.
Fondamentale, secondo il Rapporto, sarà migliorare l’intera gestione della filiera dei rifiuti, ripensarla in un’ottica di economia circolare, in cui i prodotti sono progettati per essere riciclati e riutilizzati.
“I rifiuti non raccolti e smaltiti hanno importanti effetti sulla salute e sull'ambiente. Il costo per affrontare questi impatti è molto superiore rispetto al costo di una gestione del sistema rifiuti semplice e adeguata. Le soluzioni esistono e possiamo aiutare i Paesi ad implementarle" dichiara SilipaKaza, specialista in sviluppo urbano della Banca mondiale e autrice principale del Rapporto. Fornire finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo per implementare una filiera del rifiuti all’avanguardia, supportare i principali produttori di rifiuti nella riduzione del consumo di plastica attraverso programmi di riciclo, ridurre gli sprechi alimentari educando i consumatori e offrendo programmi specifici per la gestione dei prodotti organici, sono gli aspetti su cui, secondo il Rapporto, occorre focalizzare l’attenzione. Sostenere i Paesi nella corretta gestione dei rifiuti solidi urbani, aiutandoli a implementare politiche e decisioni strategiche è l’unico modo per avere città e comunità sostenibili, in linea con quanto prevede il Goal 11.
di Tommaso Tautonico