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Aumenta il numero di persone che soffrono la fame, ma peggiora anche l’obesità
Secondo il rapporto Onu il fenomeno della malnutrizione è ritornato ai livelli di un decennio fa. 821 milioni di persone non hanno accesso a sufficienti quantità di cibo. E le persone in sovrappeso sono salite a 672 milioni. 12/9/2018
La curva del numero di persone malnutrite a causa della scarsa disponibilità di alimenti è di nuovo in fase crescente. Negli ultimi tre anni si è registrato un aumento del 10% raggiungendo lo stato in cui si trovava nel 2010. A oggi le persone che patiscono la fame sono 821 milioni, dei quali 151 milioni sono bambini al di sotto dei 5 anni. Si parla di una media di una persona su nove. L’altro lato della medaglia della malnutrizione, è il fenomeno dell’obesità che dilaga soprattutto nei Paesi industrializzati, ma che si sta diffondendo anche nei Paesi in via di sviluppo dando origine a una coesistenza fortemente contraddittoria tra chi non recepisce sufficienti nutrienti per il proprio sviluppo fisico e chi soffre di malattie cardiovascolari dovute al sovrappeso. A oggi, le persone in stato di obesità sono 672 milioni.
Questi sono i dati messi in luce dal rapporto “The State of Food Security and Nutrition in the World 2018” presentato l’11 settembre 2018 e redatto congiuntamente dalle maggiori agenzie dell’Onu che si occupano di questo tema quali l'Organizzazione delle Nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), l’Unicef, il World Food Program (Wfp), la World health organization (Who) e l’International fund for agricultural development (Ifad).
Questa drammatica inversione di tendenza si deve anche agli effetti del cambiamento climatico insieme ai conflitti e alle crisi economiche. Il rapporto annuale delle Nazioni unite ha rilevato, infatti, che la variabilità del clima influenza l'andamento delle piogge e le stagioni agricole, oltre ad estremi climatici come siccità e alluvioni. I cambiamenti climatici stanno già minando la produzione di importanti colture come grano, riso e mais nelle regioni tropicali e temperate e si prevede che la situazione peggiorerà con l'aumentare delle temperature.
Sulla base dell’analisi della situazione attuale, il rapporto richiede che vengano attuati interventi volti a garantire l'accesso a cibi nutrienti, prestando particolare attenzione ai gruppi che sono più vulnerabili alle conseguenze dannose dello scarso accesso al cibo: neonati, bambini sotto i cinque anni e in età scolare, ragazze adolescenti e donne. Vengono richiesti, inoltre, maggiori sforzi per costruire una capacità di risposta al cambiamento climatico attraverso politiche che ne promuovano l'adattamento e la mitigazione e la riduzione del rischio di catastrofi.
Di Giulia D’Agata