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Senza qualità impossibile copertura sanitaria per tutti entro il 2030
Servizi di scarso livello ostacolano il miglioramento delle condizioni di salute dei cittadini, imponendo costi aggiuntivi a famiglie e bilanci pubblici. Da Ocse, Oms e Banca mondiale un monito per governi, pazienti e operatori sanitari.
Diagnosi inaccurate, errori medici, trattamenti inappropriati o superflui e l'impiego di operatori non adeguatamente formati persistono in tutti i Paesi del mondo, indipendentemente dal reddito, generando un aumento dei costi economici e sociali di migliaia di miliardi di dollari ogni anno.
Se l’obiettivo posto dell'Agenda 2030 è di raggiungere la copertura sanitaria universale entro 12 anni, sarà necessario puntare in primis sulla qualità per ricostruire la fiducia dei cittadini nei servizi sanitari e garantire a tutti l’accesso a trattamenti e cure di alta qualità, incentrati sulle persone.
Ad affermarlo è il rapporto a cura dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e della Banca mondiale Delivering quality health services – a global imperative for universal health coverage, che descrive la qualità dei servizi sanitari come la misura in cui questi aumentano la probabilità di raggiungere i risultati desiderati in termini di salute e sono coerenti con l’attuale livello di conoscenza medica. Per essere di qualità, quindi, le cure devono essere efficienti, sicure, tempestive, eque e incentrate sugli specifici bisogni individuali.
Il rapporto sottolinea che nella maggior parte dei Paesi la qualità dei servizi sanitari non è adeguata. La situazione è peggiore negli Stati a basso o medio reddito, dove il 10% dei pazienti ospedalizzati rischia di contrarre infezioni durante il ricovero, contro il 7% dei Paesi ad alto reddito, nonostante la migliore igiene e l’uso appropriato di antimicrobici. Sempre nelle aree più ricche del mondo, inoltre, un paziente su dieci subisce danni durante il trattamento medico e circa il 15% della spesa pubblica in sanità è impiegata per rimediare a errori clinici o a sepsi contratte durante le degenze.
Per assicurare servizi sanitari di qualità, quindi, Ocse, Oms e Banca mondiale indirizzano una serie di proposte a governi, pazienti e operatori sanitari.
In particolare, i governi dovrebbero:
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dotarsi di politiche e strategie per una maggiore qualità a livello nazionale;
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dimostrare accountability nell’erogare servizi sicuri e di alta qualità;
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assicurarsi che le riforme che mirano alla copertura sanitaria universale considerino la qualità come fondamento dei sistemi sanitari;
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assicurare che i sistemi sanitari possiedano un’infrastruttura e tecnologie dell’informazione in grado di misurare e monitorare la qualità delle cure;
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ridurre il divario tra la performance effettiva e quella desiderata in termini di qualità;
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stabilire e sostenere una forza lavoro di qualità in ambito sanitario;
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finanziare la ricerca sul miglioramento della qualità dei servizi.
Cittadini e pazienti dovrebbero:
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essere coinvolti nei servizi di cura per ottimizzare il proprio stato di salute;
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avere un ruolo centrale nell’elaborazione di nuovi modelli di cura che incontrino le aspettative e i bisogni della comunità locale;
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essere informati del proprio diritto di avere accesso a cure che rispettino i moderni standard di qualità;
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ricevere supporto e informazioni per poter gestire le proprie condizioni di lungo termine.
Infine, gli operatori sanitari dovrebbero:
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partecipare alla misurazione e al miglioramento della qualità con i propri pazienti;
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lavorare come una squadra e vedere i pazienti come colleghi nell’erogazione di servizi di cura;
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impegnarsi a fornire e utilizzare dati per dimostrare l’efficacia e la sicurezza delle cure.
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Leggi il rapporto “Delivering quality health services – a global imperative for universal health coverage”
di Lucilla Persichetti