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Da Icat la guida per valutare l'efficacia delle politiche contro il climate change
L’Initiative for climate action transparency ha aggiornato il documento per valutare l’impatto delle strategie nazionali al fine di ridurre i gas serra, come definito nell'Accordo di Parigi. Per ora 20 i Paesi in via di sviluppo coinvolti.
Quali strumenti e azioni hanno a disposizione i decisori politici per ridurre le emissioni di gas serra e puntare sullo sviluppo sostenibile? Come possono i Paesi valutare i risultati delle loro scelte strategiche e individuare il percorso verso la sostenibilità più adatto alle loro esigenze? A queste domande risponde l’Initiative for climate action transparency (Icat) che ha pubblicato l’edizione 2018 delle “Icat Guidance”.
Il documento, frutto di una consultazione pubblica durata 60 giorni, è composto da due sezioni. Nella parte introduttiva viene presentata una panoramica della guida che ne individua lo scopo, la rilevanza rispetto all’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, proponendo un inventario dei gas serra e dei sistemi relativi di misurazione; si evidenziano inoltre le procedure da utilizzare per valutare l’impatto delle politiche e l’allineamento con gli SDGs.
La seconda parte contiene dieci approfondimenti che mettono in relazione i gas serra con le energie rinnovabili, l’efficienza energetica degli edifici, i trasporti, l’agricoltura, le foreste, lo sviluppo sostenibile e il processo di transizione verso un’economia low carbon. Particolare attenzione è stata riservata ai documenti legati alla partecipazione degli stakeholder nelle decisioni politiche, alle azioni nazionali e locali e ai processi di revisione.
Lo scopo principale delle linee guida è supportare i Paesi a valutare gli impatti delle scelte politiche ambientali e a renderle più trasparenti , contribuendo alla messa a punto di strategie volte alla riduzione delle emissioni di gas serra e al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
A livello pratico, la guida traccia un percorso chiaro e ben definito che, partendo dalla definizione delle caratteristiche di una linea politica, ne individua gli elementi chiave, concludendo con raccomandazioni e strumenti da utilizzare.
Nello specifico in materia di sostenibilità la guida individua le tre dimensioni, ambientale, sociale ed economica, che beneficiano dall’introduzione di politiche adeguate. Per ogni sfera d’azione dello sviluppo sostenibile vengono evidenziate alcune categorie d’impatto tra cui qualità dell’aria, biodiversità, indipendenza energetica, allo scopo di fornire stime e misurazioni specifiche e indicatori ben precisi. Gli impatti più rilevanti riguardano l'inquinamento da emissioni nocive, la creazione di posti di lavoro, il miglioramento della salute, l’accesso all'energia pulita, la riduzione della povertà, la protezione degli ecosistemi e l’uguaglianza di genere.
Le conclusioni dell’approfondimento sono dedicata agli strumenti messi a disposizione per valutare gli impatti delle politiche, come l’Energy and power evaluation program, il software sviluppato dal dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti che permette agli utenti di valutare l'intero sistema energetico e le implicazioni ambientali delle diverse strategie energetiche; oppure il Nationally appropriate mitigation action (Nama) sustainable development evaluation tool, ovvero lo strumento realizzato dalle Nazioni Unite per valutare gli indicatori di prestazione relativi allo sviluppo sostenibile e i risultati raggiunti.
Grazie a questi dieci focus, l’Icat intende aiutare i Paesi a implementare le giuste strategie per raggiungere gli obiettivi fissati.
Attualmente sono 20 i Paesi in via di sviluppo con cui l’Icat sta collaborando, seguendoli nella delicata fase di diffusione dei risultati ottenuti.
di Tommaso Tautonico