Notizie
I sindacati mondiali: otto passi per una “transizione giusta” verso il futuro
Libertà di associazione, diritti di contrattazione collettiva, dialogo sociale governo-lavoratori, beni e servizi pubblici: i sindacati mondiali richiamano l’attenzione sulle criticità sociali presenti e future.
“L'Agenda 2030 è basata sul riconoscimento di una dipendenza reciproca tra sostenibilità ambientale, economica e sociale”. Così si apre il documento del Trade Union Development Cooperation Network (Tudcn) “Towards sustainable and resilient societies that leave no one behind”, pubblicato il 16 aprile, elaborato in preparazione del Forum delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile (Hlpf 2018, nell’acronimo inglese), che si svolgerà a New York (8-19 luglio). Il Tudcn è un’iniziativa dell’International Trade Union Confederation (Ituc) volta a favorire il dialogo tra varie sigle sindacali mondiali, e il suo obiettivo è quello di portare la prospettiva dei sindacati a difesa dei lavoratori all’interno dei dibattiti politici sullo sviluppo sostenibile, incrementando la cooperazione ed efficienza tra le diverse organizzazioni. Questo rapporto è stato elaborato con la partecipazione di Cgil, Cisl e Uil.
“Un approccio basato sui diritti”, afferma il documento, “è un requisito necessario per raggiungere obiettivi di sviluppo sostenibile; gli standard lavorativi devono essere garantiti a tutti”. Infatti, sostenere la libertà di associazione e i diritti di contrattazione collettiva e, allo stesso tempo, favorire il dialogo sociale (tra i lavoratori e le organizzazioni rappresentative dei datori di lavoro e governi) non solo garantisce il progresso dei lavoratori e della società in generale, ma è anche un pilastro dei principali sistemi democratici.
Il testo si focalizza inoltre sul concetto di "Transizione Giusta", ovvero “la transizione adeguata per ottenere energia e modelli di produzione socialmente ed economicamente rispettosi dell'ambiente”. Questa transizione è basata su un approccio inclusivo che riunisca lavoratori, comunità, datori di lavoro e governi nel dialogo sociale per guidare i piani, le politiche e gli investimenti necessari per una trasformazione rapida ed equa verso un'economia a basse emissioni di carbonio.
Il documento concentra poi l’attenzione sul ruolo degli investimenti responsabili e sostenibili, con servizi pubblici di qualità e mobilitazione delle risorse. “I sindacati sottolineano i rischi associati alla privatizzazione dei beni comuni e dei servizi pubblici”, dichiara il Tudcn. Il testo sottolinea infatti l’importanza del governo centrale nella gestione delle risorse provenienti dalla tassazione a favore dei governi locali, in modo da garantire che tali governi “dispongano di entrate pubbliche sufficienti per fornire servizi idrici e fognari di qualità".
Il Tudcn delinea inoltre le fondamenta necessarie per arrivare a una transizione sostenibile che sia, allo stesso tempo, socialmente giusta. “Un mondo a zero emissioni e zero povertà è alla nostra portata”, afferma il Tudcn, precisando però che la transizione verso società sostenibili e resilienti richiede uno sforzo collettivo, con trasformazioni sociali ed economiche universali, di portata e velocità mai viste prima nella storia umana.
“La transizione verso un'economia a zero emissioni sarà socialmente giusta e sostenibile solo se i diritti dei lavoratori saranno garantiti”, precisa il testo, che prosegue: “garantire la libertà di associazione dei lavoratori e i diritti alla contrattazione collettiva condurrà a una società più equa e meno disuguale, e le società più coese sono quelle meglio equipaggiate per raggiungere la sostenibilità ambientale”.
Il documento si conclude con otto raccomandazioni ai governi per il prossimo futuro.
1. Garantire l'attuazione dei diritti dei lavoratori, compresa la libertà di associazione e il diritto di contrattare collettivamente salari dignitosi e protezione sociale;
2. Impegnarsi a sostenere il dialogo sociale come mezzo per l'attuazione dell'Agenda 2030 e attuare piani nazionali di “transizione giusta” insieme alle parti sociali;
3. Responsabilizzare i governi locali affinché attuino misure di transizione che possano adeguare le politiche del mercato del lavoro alle esigenze locali;
4. Garantire servizi pubblici accessibili e di qualità per il trasporto pubblico, accordi per il risparmio energetico e idrico, assistenza sanitaria e istruzione di qualità;
5. Implementare sistemi di tassazione progressiva in grado di supportare il finanziamento di servizi pubblici;
6. Garantire la responsabilità e la trasparenza delle imprese negli investimenti e nelle catene di approvvigionamento globali, come prescritto dai “Principi guida delle Nazioni Unite”;
7. Affrontare i problemi associati alla finanza offshore e ai paradisi fiscali;
8. Includere clausole ambientali e sul lavoro in tutti gli appalti pubblici, garantendo inoltre la trasparenza e la divulgazione dei contratti pubblici.
di Flavio Natale