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Le raccomandazioni degli stakeholder per il quadro finanziario Ue post 2020
I soggetti coinvolti nell’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile hanno pubblicato un rapporto con cui intendono guidare il prossimo programma quadro dei finanziamenti europei.
Affrontare le sfide della sostenibilità e rendere il mondo un posto migliore dove vivere è una necessità. Per guidare l’UE nell’implementazione degli SDGs (Sustainable Development Goals) nelle politiche comunitarie, la Commissione europea ha istituito nel 2017 la piattaforma multi-stakeholder. Il suo compito è quello di "sostenere e consigliare la Commissione e tutte le parti interessate coinvolte nell'attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile a livello europeo” attraverso una maggiore coerenza tra gli strumenti di finanziamento a disposizione. Il gruppo di lavoro formato dagli stakeholder ha recentemente pubblicato una relazione che, partendo dal precedente quadro finanziario 2014-2020, ha evidenziato diverse aree di miglioramento che l’UE dovrebbe considerare nella prossima programmazione economica. Nella stesura del report la piattaforma multi-stakeholder ha tenuto conto di alcuni contributi eccellenti, come “Sustainability Now!”, il documento scritto da Karl Falkenberg, consigliere senior per lo sviluppo sostenibile del presidente Jean-Claude Juncker.
“Gli europei emettono troppi gas serra nell'atmosfera – afferma Falkenberg - alimentando così il cambiamento climatico globale. L'Europa utilizza troppe materie prime, sta sfruttando eccessivamente la pesca e continua a perdere rapidamente la biodiversità”. Analizzando più nel dettaglio il precedente quadro finanziario pluriennale, è evidente che la vecchia programmazione ha contribuito troppo poco all’obiettivo generale di crescita e sviluppo sostenibile. In particolare sono tre le lacune emerse: la spesa per la politica agricola orientata alla sostenibilità ammonta a meno di un quarto della spesa agricola complessiva; solo una piccola parte di investimenti in ricerca e sviluppo sostiene attivamente una transizione socio-ecologica nell'UE; la politica strutturale e di coesione si concentra troppo fortemente sui progetti infrastrutturali tradizionali troppo spesso privi di un valore aggiunto sostenibile.
È essenziale dunque che il QFP (quadro finanziario pluriennale) post 2020 riconosca le lacune esistenti e riparta dalle stesse per realizzare ed implementare gli SDGs. Quali indicazioni dunque per il prossimo futuro? La parola d’ordine deve essere una sola: coerenza. Dovrebbero essere garantite e finanziate solo politiche, misure e azioni a sostegno dello sviluppo sostenibile. Continuare a sviluppare quadri di finanziamento che incentivino spese dannose per l’ambiente, per la salute e che aumentino la disparità in termini di uguaglianza e benessere è controproducente da un punto di vista dell’efficienza economica.
Il prossimo quadro pluriennale deve preparare l’UE ad affrontare le tendenze emergenti nella società: il cambiamento demografico e le crescenti disuguaglianze, l'urbanizzazione rapida parallelamente all'esodo rurale, la scarsità delle risorse, i cambiamenti climatici, la crisi ecologica e la perdita di biodiversità. Occorre una transizione dall'attuale modello economico verso un modello più sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale. Il modello futuro deve quindi essere basato su un'economia circolare e decarbonizzata, in cui il sistema alimentare agricolo e la gestione sostenibile del territorio devono essere prioritari. Il prossimo QFP deve inoltre fornire mezzi sufficienti per rispettare gli impegni internazionali in materia di clima e ambiente, come l'accordo di Parigi, ed eliminare il sostegno finanziario a tutte quelle azioni che sono dannosi per l'ambiente, il clima, la biodiversità o le risorse naturali.
di Tommaso Tautonico