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Meno di un terzo delle ragazze sceglie le materie scientifiche all’università
La disparità di genere nello studio delle Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) si manifesta già dall’infanzia e cresce con l’età. A influenzare le scelte sono soprattutto il contesto culturale e sociale e gli stereotipi, dice l’Unesco.
Nonostante i progressi significativi registrati negli ultimi decenni, l’istruzione continua a non essere accessibile per tutti e persistono forti disparità di genere nel mondo. Non si tratta solo del numero di ragazze che vanno o non vanno a scuola, ma anche dei percorsi educativi che intraprendono. In particolare, quello delle materie Stem (acronimo inglese che sta per scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) rimane il percorso meno favorito per le donne.
Il rapporto “Cracking the code: Girls’ and women’s education in science, technology, engineering and mathematics (Stem)” del 2017, pubblicato dall’Unesco, offre una panoramica sulle materie Stem e le disparità di genere nel mondo, analizzando i fattori che causano le disuguaglianze in questo ambito e indicando alcune soluzioni per affrontare il problema.
Sono solo 17 le donne che hanno vinto un premio Nobel in fisica, chimica e medicina dal 1903, rispetto a 572 uomini. Una disparità sorprendente, che comincia a manifestarsi già dall’infanzia. Le disparità di genere nelle Stem possono essere osservate infatti fin dall’istruzione prescolastica e diventano sempre più evidenti con l’aumentare dell’età, tanto che nell’istruzione superiore solo il 30% delle donne sceglie percorsi di studio correlati con le Stem. Nell’istruzione superiore le disparità di genere sono particolarmente evidenti: gli uomini scelgono principalmente gli studi di ingegneria, produzione, costruzione, tecnologie dell'informazione e della comunicazione; le donne prediligono i campi dell’istruzione, arte, salute, benessere, scienze umanistiche, scienze sociali, giornalismo e legge.
Nei Paesi a medio ed alto reddito le disparità si stanno riducendo, soprattutto per quel che riguarda le scienze, ma le differenze regionali rimangono molto ampie. In matematica, in particolare, le ragazze sono molto più svantaggiate rispetto ai ragazzi in America Latina e in Africa subsahariana. In Italia, secondo i dati del Trends in International Mathematics and Science Study (Timss), la percentuale di studenti che hanno scelto corsi avanzati in matematica nel 2015 corrispondeva al 37% per le donne e al 63% per gli uomini.
Ma quali sono i fattori che determinano queste disparità? Secondo gli studi riportati dal Rapporto, le motivazioni non derivano da abilità innate o fattori biologici, come alcune strutture del cervello, ma dalla plasticità cerebrale (l’abilità del cervello di creare nuove connessioni) che va allenata ed è influenzata dalle esperienze, dalla socializzazione, dai processi di apprendimento e quindi dal contesto culturale e sociale. In particolare, svolge un ruolo determinante nella scelta delle donne di studiare o intraprendere una carriera nell’ambito delle Stem il pregiudizio al momento dell’autovalutazione, che è il frutto degli stereotipi e del contesto socio-culturale in cui la donna vive. Le ragazze sono influenzate dalla famiglia, dalla scuola e dalla società.
Per affrontare il problema il Rapporto offre alcuni consigli, tra cui: liberare il contesto di apprendimento delle Stem da pregiudizi e stereotipi; creare un ambiente per l’apprendimento in grado di supportare le donne aumentando la loro fiducia in se stesse; esporre maggiormente gli studenti a opportunità di apprendimento concrete “nel mondo reale”, come le attività extra-curricolari, per mantenere vivo l’interesse delle ragazze nelle materie Stem; individuare dei tutor per gli studenti, trattandosi di figure di supporto particolarmente efficaci per l’acquisizione di sicurezza e motivazione.
di Flavia Belladonna
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