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La globalizzazione fa paura, i cittadini europei chiedono più integrazione nell'Ue
Il Rapporto della Fondazione Bertelsmann mostra come il 44% degli oltre 10mila intervistati percepisca la mondializzazione come un pericolo. In Italia il 56% dei preoccupati per le attuali tendenze globali vorrebbe un'Europa più coesa.
L'integrazione europea come parte della soluzione, non del problema. A pensarla così, secondo la Fondazione Bertelsmann, è la maggior parte dei cittadini europei che, seppur preoccupata dal fenomeno della globalizzazione avvertito come una minaccia, vede nell'Unione un baluardo di stabilità, prosperità e pace. Per arrivare alle conclusioni contenute nel rapporto “Globalization and european integration: threat or opportunity? Perception, knowledge and policy preferences of European citizens” (“Integrazione europea: minaccia od opportunità? Percezioni, conoscenze e preferenze politiche dei cittadini europei”), l'istituto di ricerca "eupinions”, a servizio dell'ente benefico tedesco che ha appena celebrato i 40 anni di attività, ha portato avanti un'indagine intervistando più di 10mila europei sul processo di mondializzazione e sul ruolo dell'Ue.
“Siamo davanti a un successo trasversale dell'Europa”, sostiene il presidente della Fondazione, Aart De Geus, “ma bisogna contrastare quelle voci che reclamano un futuro confronto tra nazioni invece che sul piano internazionale: ecco perché occorre una forte leadership politica".
A differenza del Rapporto annuale del 2017, i risultati riportati nel 2018 sono rappresentativi dell'Ue nel suo complesso e dei cinque Stati membri più popolosi, Germania, Francia, Italia, Polonia e Spagna, a esclusione dunque della Gran Bretagna a seguito della Brexit. Considerando i 27 Paesi, si evidenziano nette fratture tra i sostenitori dei partiti conservatori di destra e le restanti posizioni politiche, tra i favorevoli e i contrari alla globalizzazione, mentre la lotta al terrorismo viene avvertita come la questioni più grave e imminente da un europeo su quattro.
Così il 44% dei cittadini Ue percepisce la globalizzazione come un un pericolo, con variazioni che vanno dal 53% della Polonia al 39% della Spagna, ma contemporaneamente il 66% ritiene di aver beneficiato in qualche modo a livello personale delle conseguenze della globalizzazione per quanto riguarda l'approvvigionamento di beni e servizi a prezzi accessibili. Il significato più comune attribuito al processo di globalizzazione ha a che vedere con il commercio, movimenti di prodotti per il 19% degli intervistati e di capitali per il 17%, e con i flussi migratori, secondo il 17%. Gli ottimisti sulle nuove tendenze mondiali salutano positivamente più cooperazione tra gli stati Ue, il 64%, mentre tra gli scettici le posizioni sono più frammentate, con il 45% di loro per una maggiore integrazione politica ed economica e il 41% che ne chiede meno. Allo stesso tempo però quasi la metà di coloro che temono la globalizzazione vede nell'Europa lo strumento per contrastare questi timori, proprio come in Italia, dove i cittadini nel “campo della paura” vorrebbero più integrazione in Ue nel 56% dei casi.
di Elis Viettone
Scarica il rapporto “Globalization and European Integration: Threat or Opportunity? Perception, knowledge and policy preferences of European citizens” (“Integrazione europea: minaccia od opportunità? Percezioni, conoscenze e preferenze politiche dei cittadini europei”)