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Aumentano gli aiuti pubblici allo sviluppo, ma non tutti arrivano a destinazione
La quota di Aps è in crescita, ma i dati ufficiali si differenziano notevolmente da quelli reali. Se si considerano solo gli aiuti che arrivano davvero fino ai beneficiari, per raggiungere l’obiettivo Onu dello 0,7% Aps/Pil servono altri 35 anni.
Il Rapporto di Concord “AidWatch” analizza la qualità e quantità degli aiuti pubblici allo sviluppo (Aps) forniti dai Paesi membri dell’Ue, con l’obiettivo di aiutare i leader europei a rispettare l’impegno assunto in sede Onu di raggiungere lo 0,7% Aps/Pil entro il 2030, promuovendo un uso “genuino” degli aiuti, ovvero garantendo che i fondi arrivino realmente fino ai beneficiari.
“AidWatch 2017”, pubblicato ad ottobre, evidenzia come sebbene nel 2016 l’Aps sia aumentato in maniera significativa (un incremento del 27% in cinque anni), al tempo stesso si sia registrata una preoccupante crescita del fenomeno degli “aiuti gonfiati”: i dati ufficiali presentati da molti Paesi includono attività che non possono essere ricondotte all’aiuto allo sviluppo, come ad esempio gli “in-donor costs” (ovvero i fondi impiegati per supportare i Paesi in via di sviluppo all’interno dei confini del Paese donatore, come le spese per l’accoglienza dei rifugiati) o la cancellazione del debito. Inoltre, il principio dell’Agenda 2030 “che nessuno sia lasciato indietro” non sta venendo rispettato: mentre l'Aps totale dell'Ue28 è aumentato del 10% tra il 2012 e il 2015, l'Aps per i Paesi meno sviluppati è diminuito del 2,5%, rivelando come spesso i donatori mettano i propri interessi davanti alle esigenze dei più poveri.
Secondo i dati ufficiali, il deficit europeo di finanziamento per raggiungere l’obiettivo dello 0,7% Aps/Pil delle Nazioni Unite si è attestato nel 2016 a 29,25 miliardi di euro. Se a questo dato si sottraggono gli aiuti gonfiati, il gap reale è di 44,70 miliardi di euro. Così, mantenendo l’attuale andamento di crescita, il traguardo di Aps/Pil sarebbe raggiunto nel 2024 e, se si prendessero in considerazione esclusivamente gli aiuti genuini, sarebbero necessari altri 35 anni, raggiungendo l’impegno nel 2052.
Nel caso dell’Italia, nel 2016 gli aiuti genuini ammontavano allo 0,16%, mentre quelli ufficiali erano pari allo 0,26%. L'Aps italiano ha cominciato ad aumentare a partire dal 2012 e questo trend positivo prosegue. Nel 2016 gli aiuti sono aumentati del 20,2% rispetto al 2015, ma l’aumento deriva in gran parte dalle nuove spese per l’accoglienza dei rifugiati e dai maggiori contributi per le organizzazioni multilaterali. In particolare, le spese per l’accoglienza dei rifugiati rappresentano il 34,3% del totale degli aiuti. Inoltre, gran parte degli aiuti sono destinati alla gestione dell’aumento del flusso migratorio (ad esempio, sono impiegati per finanziare le attività di controllo alle frontiere), venendo quindi usati come strumento per raggiungere obiettivi nazionali anziché per perseguire le priorità di sviluppo.
Tra le raccomandazioni, Concord chiede al governo italiano di: destinare le risorse per il Fondo per l'Africa all'eliminazione della povertà e utilizzarle per ottenere risultati nell’ambito delle priorità di sviluppo dell’Africa, anziché per rafforzare i confini esterni; continuare ad aumentare gli aiuti per raggiungere l'obiettivo dello 0,30% di Aps/Pil entro il 2020, garantendo che l'aiuto sia focalizzato sulla povertà e guidato da principi di efficacia degli aiuti; ridurre gli “in-donor costs” come componente degli Aps e sviluppare un programma per la riallocazione delle spese per l’accoglienza dei rifugiati tra i ministeri competenti.
Scarica il Rapporto AidWatch 2017
Di Flavia Belladonna
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