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Silvestrini: per decarbonizzare l’Italia puntiamo su trasporti ed edilizia
Un anno dopo l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, il Kyoto Club ha fatto il punto sulla situazione attuale e gli obiettivi da raggiungere a livello nazionale ed internazionale.
“Stiamo arrivando al punto di non ritorno: ciò accade nonostante negli ultimi anni ci sia stata una stabilizzazione delle emissioni da parte di diversi paesi, compresa la Cina”, così ha aperto la conferenza del Kyoto Club la presidente della Camera Laura Boldrini, proseguendo: “bisogna pensare ad aggredire questa realtà con l’uso di nuove tecnologie, perché quello che stiamo facendo evidentemente non basta: più sforzi per tutti, e più sforzi anche per l’Italia”. La presidente ha poi messo in luce i risultati raggiunti dal Paese in tema di green economy e il lavoro svolto dalla legislatura per lo sviluppo sostenibile, con leggi su eco-reati, collegato ambientale, eco-bonus e il disegno di legge approvato alla Camera sul contenimento del consumo del suolo, in fase di discussione al Senato. A chiusura dell’intervento, la presidente ha affermato: “l’Unhcr sostiene che entro il 2050 avremo 250 milioni di rifugiati ambientali”, e per questo motivo “investire nell’ambiente non è una spesa, ma una proiezione al futuro”.
L’intervento della presidente si è svolto venerdì 3 novembre nell’ambito del convegno "Il primo anniversario dell'entrata in vigore dell'Accordo di Parigi: le opportunità per lo sviluppo sostenibile dell'Italia e dell'Unione Europea” nella sala Aldo Moro della Camera dei Deputati, dove esperti scientifici, manager aziendali e rappresentanti della politica si sono messi a confronto per elaborare linee di azione comuni in tema di sostenibilità.
Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, ha esaminato la condizione energetica nazionale e internazionale, e gli impegni che l’accordo di Parigi pone per il futuro: “la situazione è da un certo punto di vista peggiorata” ha affermato, “anche se le emissioni di CO2 negli ultimi tre anni a livello mondiale non sono aumentate”. Questo, a sua opinione, “è un risultato estremamente importante”. Silvestrini ha attestato che “al contrario delle emissioni, le concentrazioni di CO2 sono salite”, ma il dato “è facilmente spiegabile; è come se avessimo una vasca ricolma di acqua, e basta aggiungerne poca per fa far sì che l’acqua fuoriesca: atmosfera e oceani non sono più in grado di assorbire grandi quantità di CO2, e per non aumentare la concentrazione è necessario che si azzerino le emissioni”. Per comprendere meglio come il cambiamento climatico influisca in modo significativo sulla vita dell’uomo, lo scienziato ha portato l’esempio di Porto Rico, “territorio degli Stati Uniti che a distanza di un mese e mezzo dal disastro che l’ha colpito ha un terzo degli abitanti ancora privi di energia elettrica”. Escono però anche segnali positivi dall’ Accordo di Parigi: “la Cina, principale responsabile (29%) delle emissioni di CO2, ha visto un blocco dell’aumento delle emissioni in meno di quattro anni, sia per una forte spinta dal basso (malessere per l’inquinamento), sia per una crescita esponenziale del settore della green economy”, motivo per il quale “la Cina è al giorno d’oggi leader di eolico e fotovoltaico, e nel giro di due anni è diventata leader nel commercio delle auto elettriche”. Inoltre, ha sottolineato Silvestrini “India, Norvegia, Olanda e Regno Unito hanno annunciato di raggiungere l’obiettivo di vendere solo auto elettriche entro il 2025-40”, mentre “Svezia, Danimarca e Nuova Zelanda saranno net carbon neutral a partire dal 2045-50”. Questi non sono assolutamente “obiettivi da poco”, a detta del direttore scientifico, “e tutto questo sarebbe un sogno da ambientalisti se non fosse accompagnato dallo sviluppo di tecnologie efficaci come le cosiddette distruptive tecnologies”, ovvero tecnologie che rovesciano il modello di business dominante per introdurne uno particolarmente innovativo.
Silvestrini ha inoltre posto l’accento sui due settori che necessitano di maggiore azione: trasporti ed edilizia. “La svolta positiva”, ha aggiunto “è che sia il risparmio energetico nell’edilizia che il passaggio ad auto elettriche avverrà per questioni di ‘necessità ed efficienza”. In poche parole “ristrutturare gli edifici provocherà una diminuzione delle bollette”.
Per Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente, “manca una visione che permetta di accompagnare queste scelte, poiché le potenzialità che abbiamo sono enormi”. Zanchini ha inoltre affermato che “c’è bisogno di politiche in grado di sostenere questo processo di adattamento” collegando, ad esempio, “la lotta al dissesto idrogeologico con quella al cambiamento climatico”. Gianfranco Bologna, direttore scientifico Wwf Italia, ha aggiunto: “credo non si possa parlare di Parigi staccandola dall’Agenda 2030; la politica nazionale spesso “disgiunge e divide gli obiettivi”, mentre “la vera cultura ecologica mette insieme i pezzi”. Bologna ha chiuso il suo intervento menzionando l’importante lavoro svolto da numerosi giuristi e scienziati a livello planetario per elaborare il trattato SOS: safe operating space.
Questo documento, ha affermato Bologna, “ha lo scopo di far comprendere l’esistenza di uno “spazio operativo sicuro” per quanto riguarda la capacità dell’uomo di vivere in maniera prospera e dignitosa la propria esistenza”, e questo spazio “è contenuto tra i confini ambientali planetari: bisogna solo sapere come si può e si deve vivere in esso”.
di Flavio Natale