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Il 71% degli italiani chiede di tassare la CO2, il 61% una patrimoniale sui più ricchi
Dall’indagine Ipsos-Earth4All-Global commons alliance, emerge una forte domanda di interventi a favore della transizione. Solo il 25% è ottimista sul futuro del Paese. Ancora più bassa è la fiducia per le politiche di lungo periodo. 24/6/24
In Italia il 62% delle persone ritiene che occorra agire tempestivamente sulla crisi climatica e sulla protezione ambientale, attraverso misure di riduzione delle emissioni e investimenti adeguati nei settori della produzione di energia elettrica, dei trasporti, dell’agricoltura, dell’industria e delle costruzioni. È quanto emerge dai risultati dell’indagine Ipsos per Earth4All e Global commons alliance, realizzata in 17 Paesi del G20 e pubblicata il 24 giugno. Il sondaggio, che in Italia ha coinvolto un campione di mille persone tra i 18 e i 65 anni, ha indagato argomenti come la fiducia nelle istituzioni, il funzionamento della democrazia, la capacità del sistema economico di generare benessere, la crisi climatica e la riduzione delle disuguaglianze. Il dato italiano è inferiore alla media dei Paesi esaminati, pari al 71%.
Inoltre, il 71% degli italiani e delle italiane sostiene misure fiscali che tassino la produzione dei gas climalteranti, il 61% pensa ci siano troppe diseguaglianze nella società e il 64% (media G20 del 70%) è favorevole a una maggiore progressività della tassazione sui redditi. E il 61% chiede una tassa sui patrimoni dei più ricchi.
Gli altri dati sull’Italia
L’indagine conferma che nel nostro Paese c’è una forte domanda di interventi politici a favore di una trasformazione del sistema economico e sociale nella direzione della sostenibilità.
Per quanto riguarda il tema della democrazia, i cittadini credono che l’assetto democratico sia il migliore possibile per amministrare un Paese. Tuttavia, c’è anche un 33% di persone che segnala la necessità di avere dei leader “forti”.
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Solo il 25% degli italiani ha fiducia nel fatto che il governo nazionale prenda decisioni che creino benefici per la maggioranza del Paese, un valore ben al di sotto della media del 39% degli Stati del G20 esaminati. Ancora più bassa è la fiducia nel lungo periodo: solo il 21% crede che il governo prenda decisioni valide per i prossimi 20-30 anni, rispetto alla media del 37%.
Il pessimismo pervade anche la percezione del futuro: solo il 31% degli italiani è ottimista sul proprio futuro personale, contro una media del 62% nei Paesi del G20. Solo il 25% vede con ottimismo il futuro del Paese, ben al di sotto della media del 44%. Infine, solo il 20% è ottimista riguardo il futuro del mondo, contro il 44% degli altri Paesi del G20.
“Questi dati confermano le analisi condotte dall’ASviS e il supporto della popolazione italiana per una politica più coraggiosa a favore dello sviluppo sostenibile, come previsto dall’Agenda 2030 dell’Onu”, ha commentato il direttore scientifico dell’Alleanza Enrico Giovannini. “Sono indicazioni importanti e preoccupanti, che confermano le nostre analisi e le proposte, in particolare quelle rivolte al governo per accelerare la transizione energetica e definire un Piano integrato energia-clima (Pniec) ambizioso, attuare la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, favorire l’approvazione di una Legge sul clima, ridurre le disuguaglianze, agevolare la partecipazione dei giovani alla vita politica e tutelare l’interesse delle generazioni future, coerentemente con i principi di recente inseriti nella Costituzione”.