Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Sondaggi europee 2024: italiani alle urne per senso del dovere e poco preparati

Swg: la quota di coloro che dichiarano l’intenzione di votare è simile all’edizione 2019, ma in netto calo rispetto al 2004. I giovani i meno motivati. Per aumentare l’affluenza puntare su scuola e voto digitale. 23/5/24

giovedì 23 maggio 2024
Tempo di lettura: min

In vista delle elezioni europee di giugno, che in Italia si svolgeranno nei giorni 8 e 9, la società Swg ha condotto due sondaggi tra le cittadine e i cittadini italiani, il primo  tra il 29 aprile e il 5 maggio e il secondo dal 6 al 12 maggio, per rilevarne gli stati d’animo, le intenzioni al voto e gli aspetti che incideranno sulla scelta dei partiti italiani candidati al nuovo Parlamento europeo, l’unica istituzione dell’Unione europea direttamente eletta dai cittadini, vale la pena ricordarlo, e che negli ultimi decenni ha visto ampliato il proprio potere legislativo, influenzando numerosi ambiti delle nostre vite.

Si va alle urne per senso del dovere e con scarse conoscenze

Nell’ultimo anno si è registrato un aumento dell’8% della quota di coloro che si dichiarano lontani dalla politica, ritenuta incapace di guidare il Paese a prescindere da chi stia al governo. Ma il senso del dovere c’è, ed è la principale motivazione che porterà i cittadini a recarsi alle urne per le europee (46%); poi viene il desiderio di cambiare l’Ue (22%) e renderla più forte (19%). All’appuntamento che imprimerà la nuova direzione della politica internazionale ci si va, però, con un livello di conoscenze superficiale: solo una persona su 10 si è dichiarata “molto informata” sui partiti italiani candidati, e meno di una su 3 conosce “almeno vagamente” il meccanismo di elezione del la Commissione europea, l’organo esecutivo del Parlamento, e del suo presidente. A dichiarare l’intenzione al voto è il 57%, una quota stabile rispetto alle elezioni del 2019, ma ben lontana da quella registrata nel 2004 (73%). Per aumentare l’affluenza alle urne vengono indicate diverse misure, a partire dall’insegnamento dell’educazione alla cittadinanza attiva nelle scuole, che in verità è già previsto nell’ambito dell’educazione civica, il voto a distanza per chi vive in un luogo diverso dalla propria residenza, nel 2024 introdotto in parte in via sperimentale, e il voto digitale auspicato dalla metà degli intervistati.

Le priorità per gli elettori

La sanità sarà il tema principale che gli intervistati terranno in considerazione al momento del voto (34%). Da annotare che, rispetto alla media Ue, la sanità pubblica è una questione su cui i cittadini italiani vorrebbero che la campagna elettorale prestasse maggiore attenzione, assieme alla creazione di nuovi posti di lavoro, diritti dei consumatori, indipendenza energetica, secondo quanto emerso dall’indagine Eurobarometro condotta tra febbraio e marzo. Tornando ai sondaggi Swg, la chiarezza sulle strategie green giocherà un ruolo determinante nella scelta dei candidati/partiti per 7 intervistati su 10. È stata rilevata, infatti, una crescente consapevolezza dello stretto legame tra tutela dell’ambiente e qualità della vita e della multidimensionalità della sostenibilità. L’ecoansia attanaglia un intervistato su 3, e a esserne colpiti sono soprattutto gli adolescenti e i giovani (40%); 6 intervistati su 10 temono che non riusciremo mai a vincere la lotta al cambiamento climatico, e uno su due ritiene inefficaci le proteste in piazza delle associazioni ambientaliste. Ulteriori argomenti che influenzeranno il voto saranno il potere d’acquisto e gli stipendi (25%), lo scenario internazionale (24%), la crescita economica (22%) e il futuro dell’Unione europea (18%). Tra i più giovani molta considerazione sul tema della sostenibilità (31%).

 

Un dibattito pubblico poco focalizzato sui giovani

Dal sondaggio Swg emerge che gli under 35 sono i più restii a votare (49%). Un dato che dovrebbe far riflettere alla luce dei risultati dell’indagine "Giovani e democrazia", condotta lo scorso aprile dalla Commissione europea su oltre 26mila giovani dei Paesi Ue. Gli italiani hanno indicato la partecipazione alle elezioni europee come la misura più efficace per far sentire la propria voce (40%). E secondo la già citata indagine Eurobarometro sono i giovani ad apprezzare maggiormente il Parlamento europeo (62%) rispetto agli over 55 (40%). Ma in Italia la campagna elettorale sulle prossime elezioni sembra non essere sufficientemente focalizzata sul loro futuro, secondo quanto rilevato dalla recente ricerca  realizzata dal Consiglio nazionale dei giovani (Cng) in collaborazione con l’Istituto Piepoli.  Tra gli under 35, 6 giovani su 10 hanno dichiarato che il dibattito pubblico non sta affrontando adeguatamente le loro preoccupazioni e priorità e negli under 25 a sostenerlo sono 7 su 10. I temi su cui hanno chiesto maggior attenzione sono lavoro e occupazione (39%), seguiti da scuola, università e formazione per lo sviluppo di competenze professionali (18%).

Policy brief ASviS: analisi e proposte per la partecipazione democratica giovanile

Politica distante e inaccessibile per molti giovani. Per avvicinarli alle istituzioni voto a distanza, potenziamento del Servizio civile e valutazione dell’impatto generazionale delle leggi. Le raccomandazioni del documento. 22/2/24

 

di Antonella Zisa

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