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Sondaggi europee 2024: italiani alle urne per senso del dovere e poco preparati
Swg: la quota di coloro che dichiarano l’intenzione di votare è simile all’edizione 2019, ma in netto calo rispetto al 2004. I giovani i meno motivati. Per aumentare l’affluenza puntare su scuola e voto digitale. 23/5/24
In vista delle elezioni europee di giugno, che in Italia si svolgeranno nei giorni 8 e 9, la società Swg ha condotto due sondaggi tra le cittadine e i cittadini italiani, il primo tra il 29 aprile e il 5 maggio e il secondo dal 6 al 12 maggio, per rilevarne gli stati d’animo, le intenzioni al voto e gli aspetti che incideranno sulla scelta dei partiti italiani candidati al nuovo Parlamento europeo, l’unica istituzione dell’Unione europea direttamente eletta dai cittadini, vale la pena ricordarlo, e che negli ultimi decenni ha visto ampliato il proprio potere legislativo, influenzando numerosi ambiti delle nostre vite.
Si va alle urne per senso del dovere e con scarse conoscenze
Nell’ultimo anno si è registrato un aumento dell’8% della quota di coloro che si dichiarano lontani dalla politica, ritenuta incapace di guidare il Paese a prescindere da chi stia al governo. Ma il senso del dovere c’è, ed è la principale motivazione che porterà i cittadini a recarsi alle urne per le europee (46%); poi viene il desiderio di cambiare l’Ue (22%) e renderla più forte (19%). All’appuntamento che imprimerà la nuova direzione della politica internazionale ci si va, però, con un livello di conoscenze superficiale: solo una persona su 10 si è dichiarata “molto informata” sui partiti italiani candidati, e meno di una su 3 conosce “almeno vagamente” il meccanismo di elezione del la Commissione europea, l’organo esecutivo del Parlamento, e del suo presidente. A dichiarare l’intenzione al voto è il 57%, una quota stabile rispetto alle elezioni del 2019, ma ben lontana da quella registrata nel 2004 (73%). Per aumentare l’affluenza alle urne vengono indicate diverse misure, a partire dall’insegnamento dell’educazione alla cittadinanza attiva nelle scuole, che in verità è già previsto nell’ambito dell’educazione civica, il voto a distanza per chi vive in un luogo diverso dalla propria residenza, nel 2024 introdotto in parte in via sperimentale, e il voto digitale auspicato dalla metà degli intervistati.
Le priorità per gli elettori
La sanità sarà il tema principale che gli intervistati terranno in considerazione al momento del voto (34%). Da annotare che, rispetto alla media Ue, la sanità pubblica è una questione su cui i cittadini italiani vorrebbero che la campagna elettorale prestasse maggiore attenzione, assieme alla creazione di nuovi posti di lavoro, diritti dei consumatori, indipendenza energetica, secondo quanto emerso dall’indagine Eurobarometro condotta tra febbraio e marzo. Tornando ai sondaggi Swg, la chiarezza sulle strategie green giocherà un ruolo determinante nella scelta dei candidati/partiti per 7 intervistati su 10. È stata rilevata, infatti, una crescente consapevolezza dello stretto legame tra tutela dell’ambiente e qualità della vita e della multidimensionalità della sostenibilità. L’ecoansia attanaglia un intervistato su 3, e a esserne colpiti sono soprattutto gli adolescenti e i giovani (40%); 6 intervistati su 10 temono che non riusciremo mai a vincere la lotta al cambiamento climatico, e uno su due ritiene inefficaci le proteste in piazza delle associazioni ambientaliste. Ulteriori argomenti che influenzeranno il voto saranno il potere d’acquisto e gli stipendi (25%), lo scenario internazionale (24%), la crescita economica (22%) e il futuro dell’Unione europea (18%). Tra i più giovani molta considerazione sul tema della sostenibilità (31%).
Un dibattito pubblico poco focalizzato sui giovani
Dal sondaggio Swg emerge che gli under 35 sono i più restii a votare (49%). Un dato che dovrebbe far riflettere alla luce dei risultati dell’indagine "Giovani e democrazia", condotta lo scorso aprile dalla Commissione europea su oltre 26mila giovani dei Paesi Ue. Gli italiani hanno indicato la partecipazione alle elezioni europee come la misura più efficace per far sentire la propria voce (40%). E secondo la già citata indagine Eurobarometro sono i giovani ad apprezzare maggiormente il Parlamento europeo (62%) rispetto agli over 55 (40%). Ma in Italia la campagna elettorale sulle prossime elezioni sembra non essere sufficientemente focalizzata sul loro futuro, secondo quanto rilevato dalla recente ricerca realizzata dal Consiglio nazionale dei giovani (Cng) in collaborazione con l’Istituto Piepoli. Tra gli under 35, 6 giovani su 10 hanno dichiarato che il dibattito pubblico non sta affrontando adeguatamente le loro preoccupazioni e priorità e negli under 25 a sostenerlo sono 7 su 10. I temi su cui hanno chiesto maggior attenzione sono lavoro e occupazione (39%), seguiti da scuola, università e formazione per lo sviluppo di competenze professionali (18%).
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