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Trasparenza e semplificazione per rendere più efficaci le politiche di coesione
Una migliore comunicazione con i cittadini Ue per rispondere alle grandi sfide globali. Se n’è discusso al Forum di Bruxelles della Commissione europea, in linea con le indicazioni del 6° Scenario e del People’s budget.
Si è tenuto a Bruxelles, il 26 e il 27 giugno, il 7th Cohesion Forum (Forum per la Coesione) promosso dalla Commissione europea. Il convegno è l’occasione più importante per ridefinire le politiche di coesione e l’amministrazione dei fondi. Presenti al Forum circa 700 tra politici, rappresentanti di imprese, associazioni e addetti ai lavori che per due giorni si sono confrontati sul piano strategico da attuare nei prossimi mesi per fronteggiare l’emergenza migranti, la disoccupazione giovanile e l’inclusione sociale, e tutti i grandi temi globali del periodo storico in cui viviamo. La Commissione europea si fa dunque promotrice di un approccio “glocal”, in cui aiuti concreti nelle Regioni offrono una risposta anche alle problematiche globali.
I fondi di coesione rappresentano il più importante strumento di investimento nell’Unione europea (nel periodo 2014-2020 saranno circa 315 miliardi di euro) in infrastrutture, educazione e piccole-medie imprese nelle zone europee relativamente meno sviluppate. 120 mila progetti di ricerca finanziati e più di un milione i posti di lavoro creati: questi i principali risultati raggiunti fino ad oggi. Esperienze molto positive che grazie a un supporto concreto hanno rappresentato un volano di sviluppo importante per le zone più in difficoltà e quelle che hanno pagato di più le conseguenze della crisi economica, come hanno sottolineato, tra gli altri, anche il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio de Vincenti e il presidente della Regione toscana Enrico Rossi presenti all’evento.
Eppure, nonostante i risultati positivi, la percezione di investimenti e fondi è, per molti cittadini europei, estremamente negativa. Questo è dovuto soprattutto alla mancanza di comunicazione chiara e a una burocrazia troppo complessa. Aspetto evidenziato da Corina Cretu, commissario europeo per le politiche regionali e Markku Markkula, presidente del comitato delle regioni Ue, che pongono come priorità assoluta la necessità di semplificare, rendendo più accessibile e trasparente un sistema molto lontano dai cittadini europei. Solo la ricostruzione di ponti tra i cittadini e Ue potrà portare a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 ed efficienti politiche di coesione, ha sottolineato Fabrizio Barca, già ministro per la coesione nel governo Monti, nel suo discorso sul tema “La grande Opportunità”, e per far questo non sono necessarie nuove leggi, ma solamente una forte volontà politica.
Sono molti i segnali che rendono urgente colmare la distanza tra Ue e cittadini europei. Uno degli esempi più significativi, la firma di circa 250 organizzazioni della società civile, tra cui ASviS, di un Sesto scenario, una proposta alternativa ai cinque individuati dalla Commissione europea. Nel Sesto scenario, vengono, infatti, proposte soluzioni concrete, con l’obiettivo di coinvolgere tutti i cittadini: rendere i fondi più accessibili, rafforzare i principi fondanti dell’Unione europea e costruire una crescita che persegua gli SDGs promossi dall’Agenda 2030.
Può contribuire a dar vita e concretezza a questo scenario la proposta di un nuovo approccio all’utilizzo delle finanze europee, il People’s Budget, che si presenta come una delle chiavi più importanti per un futuro sostenibile. La proposta arriva con l’ottica di influenzare le decisioni che verranno prese durante il Multi-Annual Financial Framework (Mff) per il periodo che inizia dal 2020, tra i più importanti banchi di prova per la Commissione europea che dovrà dare risposte concrete alle numerose sfide da affrontare nei prossimi anni.
di Beatrice Carlini