Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Niccolò Gori Sassoli.
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Inquinamento da mercurio, ratificano anche Canada e Burkina Faso

Nata sotto l'egida dell'Unep, la Convenzione di Minamata ha lo scopo di ridurre significativamente le emissioni del metallo neurotossico dannoso per salute e ambiente. Dal 23 al 29 settembre la Cop-1 a Ginevra.

Con la ratifica della Convenzione di Minamata da parte di Canada e Burkina Faso, rispettivamente il 7 e il 10 aprile, mancano solo otto Paesi affinché l'accordo internazionale per la riduzione dell'inquinamento da mercurio entri in vigore a livello globale.

Servono infatti 50 Paesi che ratifichino la Convenzione nata sotto l'egida dell'Unep, Il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, per invertire rotta a livello globale su quella che è considerata un'emergenza per la salute e per l'ambiente ancora sottostimata.

L'esposizione al mercurio è ora riconosciuta come un fattore altamente neurotossico in grado di pregiudicare seriamente la salute, influendo negativamente sullo sviluppo neuronale dei feti, dei bambini e dei ragazzi, oltre a colpire le fonti di cibo naturali quali pesci e mammiferi marini.

I punti più rilevanti sui quali si è concentrata l'Unep in merito sono il divieto di apertura di nuove miniere di mercurio, il progressivo smantellamento delle esistenti, la diminuzione dell'utilizzo del mercurio in prodotti e processi, l'introduzione di controlli e misurazioni della concentrazione presente in acqua, terra e aria. Soffermandosi su tutto il ciclo del metallo tossico, la Convenzione prevede inoltre che il suo smaltimento avvenga in maniera corretta una volta divenuto rifiuto.

Per il Canada la situazione è particolarmente critica in quanto maggiormente esposto a questo tipo di inquinamento a causa della sua posizione geografica: il mercurio tende infatti naturalmente a depositarsi nelle regioni artiche, andando appunto a inquinare mari, ghiacci e oceani e contaminando flora e fauna marini.

Nonostante il Paese nordamericano abbia già ridotto le proprie emissioni di mercurio del 90% negli ultimi 40 anni, molto è ancora da fare coinvolgendo quanti più Paesi a intraprendere lo stesso percorso, in quanto il 95% del totale di questo metallo pesante depositato in Canada proviene in realtà da fonti estere.

“L'esposizione al mercurio mette a rischio la salute dei canadesi, per questo il governo del Canada ha intrapreso delle azioni concrete con la ratifica della Convenzione di Minamata. Ciò si somma alle precedenti iniziative per ridurre la non necessaria presenza di mercurio in prodotti per il corpo, cosmetici e per bambini”, ha commentato il ministro della Salute canadese Jane Philpott.

Significativo nei processi decisionali, infine, il coinvolgimento delle popolazioni artiche indigene e delle comunità delle regioni nordiche, in collaborazione con studiosi e ricercatori, per meglio comprendere la dimensione e le istanze del fenomeno anche grazie alle conoscenze tradizionali di questi popoli.

Al momento i Paesi firmatari della Convenzione sono 128, di cui 42 hanno già approvato anche la ratifica e la prima Conferenza degli Stati aderenti (Cop-1) avrà luogo a Ginevra, in Svizzera, dal 23 e il 29 settembre.

di Elis Viettone

venerdì 14 aprile 2017

Aderenti