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Il primo rapporto Sdsn Youth raccoglie 50 soluzioni per raggiungere gli SDGs
La partecipazione dei giovani all’economia, alla politica e alla vita comunitaria dei propri paesi ha profonde e positive ripercussioni sullo sviluppo e sull’inclusione sociale dell’intera società.
L’iniziativa “giovani” del UN Sustainable Development Solutions Network (Sdsn Youth) ha presentato il 31 gennaio il suo primo rapporto contenente 50 soluzioni che si basano sugli obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dall’Agenda 2030. Lo scopo è quello di considerare i giovani (con meno di 30 anni) come parte attiva della società globale capace di realizzare progetti che conducano verso un mondo più sostenibile.
Quando si parla di iniziative dei giovani, infatti, non si dovrebbe fare riferimento solo al contributo creativo e dinamico. Al contrario, bisogna tenere in mente che molti sono estremamente qualificati e già partecipano al raggiungimento dell’Agenda 2030 attraverso il loro impegno nei programmi di educazione, ricerca, volontariato e imprenditorialità. E questo rapporto è una testimonianza tangibile del loro lavoro.
I progetti si dividono tra quelli già attivi (Solutions) e quelli in elaborazione (Ideas) e sono classificati in base alla fascia di budget necessaria alla loro creazione per attirare più facilmente l’attenzione di potenziali investitori e supporters. Una maggiore partecipazione è prevista soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
Ogni iniziativa è connessa a uno o più SDGs, con un’attenzione particolare a temi quali accesso all’educazione, partecipazione della società civile ai temi di sviluppo sostenibile, utilizzo delle piattaforme digitali, sviluppo economico per i paesi più svantaggiati.
In aggiunta al loro impatto diretto, la maggior parte dei progetti assegna una grande importanza all’utilizzo delle tecnologie di comunicazione come mezzo per educare il maggior numero di persone su uno o più temi della sostenibilità, per lo più legata al territorio ed alle comunità locali. È molto forte e centralizzante, infatti, l’idea che più si informa l’opinione pubblica e la si mette nella condizione più favorevole per agire, più le politiche di tutela ambientale e inclusione sociale riescono a funzionare ad ampio raggio.
Un esempio è il progetto Benben, già attivo in Ghana. Si tratta di una piattaforma di informazione digitale che si propone di affrontare le inefficienze di gestione del territorio per promuovere gli investimenti, ridurre la povertà e favorire la gestione trasparente delle risorse del territorio. Nei Paesi in via di sviluppo, come il Ghana, vi è molta incertezza sui diritti di possesso perchè questi vengono riportati solo sul cartaceo e non sono aggiornati. Per risolvere questa esigenza, il progetto propone di utilizzare la tecnologia “blockchain” per fornire a governi, istituzioni finanziarie, agenti immobiliari e al pubblico in generale l’accesso istantaneo alle informazione sulle proprietà attraverso una interfaccia facile da usare per la ricerca. La piattaforma consente loro di effettuare i pagamenti in modo digitale sulla loro proprietà immobiliari o terrene come affitti annuali, royalties minerarie ecc. Lo scopo non è solo facilitare le transizioni finanziarie, ma è anche dare sostegno alla diffusione di una contabilità e un’informazione trasparente.
Sempre nell’ambito delle Ict, c’è il progetto DigiKidz studiato per implementare un modello sostenibile di istruzione e alfabetizzazione informatica per gli studenti delle scuole superiori. Si concentra principalmente su studenti che provengono da famiglie svantaggiate o orfanotrofi nella Repubblica di Moldavia. Lo scopo di questo progetto è quello di sviluppare una rete di ambasciatori digitali che diventeranno agenti locali del cambiamento nelle loro stesse comunità. Essi garantiscono la sostenibilità del progetto promuovendo l'alfabetizzazione digitale.
Sono molti anche i piani che contemplano il riciclo dei rifiuti o il loro riutilizzo come prospettiva di crescita economica soprattutto nei Pvs.
Addis Sustainable Life (ASL), per esempio, è una start-up fondata da due giovani imprenditori etiopi in cui vengono realizzati prodotti biodegradabili a base di carta straccia e di materie prime tradizionali come "kacha" e fibre "enset". L’impresa funge da piattaforma di sviluppo delle capacità dei giovani volontari fornendo loro una maggiore consapevolezza sulle abitudini di vita sostenibile. ASL aiuta, inoltre, le imprese locali a distribuire i loro prodotti di carta fatti a mano ed eco-friendly nelle aziende private in Etiopia.
Secondo SDSN Youth, il contributo dei giovani innovatori al raggiungimento degli SDGs potrebbe trarre un enorme beneficio dalla maggiore creazione, al livello delle istituzioni accademiche, di poli di innovazione e programmi di tutoraggio che indirizzino gli studenti verso l’applicazione pratica di tecnologie e business models sostenibili. Anche al di là delle università, il ruolo degli incubatori di innovazione e acceleratori specificamente incentrati sui giovani e gli SDGs dovrebbero essere promossi da tutte le parti interessate, comprese le ONG, le aziende e gli esperti di business.
di Giulia D'Agata