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Spazio alle biciclette: approvato il Piano generale per la mobilità ciclistica
Secondo i dati dell’Eurobarometro in Italia, nel 2019, solo il 4% degli spostamenti avveniva in bicicletta. Piste ciclabili, mobilità integrata e “Città a 30km/h” tra le misure del Piano del Mims per cambiare la mobilità. 12/8/22
È stato approvato il 3 agosto dal ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims) il primo Piano generale della mobilità ciclistica 2022-2024, una programmazione di lungo periodo per sviluppare e potenziare i sistemi di mobilità ciclistica urbana e interurbana, in linea con le indicazioni europee. Il Piano prevede un finanziamento, già assegnato, pari a 943 milioni di euro, su un valore complessivo di circa 1,2 miliardi.
I punti principali. Le misure del Piano intendono favorire un cambio di mentalità per promuovere l’idea che l’utilizzo della bicicletta sia una scelta ecologica, salutare, economica e sicura. Maggiore sicurezza per i ciclisti, miglioramento della segnaletica, creazione di uno spazio condiviso tra i diversi utenti della strada sono i capisaldi del Piano, insieme alla realizzazione e al potenziamento delle piste ciclabili nei capoluoghi di provincia e nelle città per aumentare il numero di spostamenti in bicicletta e delle ciclovie turistiche per favorire il cicloturismo.
Tre le misure previste, per potenziare la mobilità integrata si intende dotare di spazi dedicati al trasporto delle biciclette almeno il 25% del parco mezzi del trasporto pubblico locale urbano, comprensivo di treni, autobus e metropolitana, e il 50% del parco mezzi metropolitano, regionale e interregionale. Il Piano programma, inoltre, di potenziare la rete di piste ciclabili per raggiungere le stazioni ferroviarie e metropolitane e realizzare parcheggi per biciclette: secondo i dati della Rete ferrovie italiane, ad esempio, solo 500 stazioni, su oltre 2mila, risultano avere infrastrutture ciclabili nel raggio di 250 metri.
Relativamente alla sicurezza di ciclisti e cicliste, . Il Piano intende, quindi, attuare misure per rendere più sicure le strade, come, ad esempio, ridisegnare lo spazio pubblico, migliorare l’illuminazione e la visibilità dei ciclisti, intervenire sulle intersezioni a raso e introdurre nuove norme per la sicurezza dei ciclisti. Tra le azioni previste anche l’adozione del modello “Città a 30km/h”, riducendo la velocità massima consentita nei centri urbani a 30 chilometri orari. Queste misure, unite a un aumento degli spostamenti con bicicletta, possono contribuire anche alla diminuzione degli incidenti stradali.
La situazione italiana. Secondo i dati dell’Eurobarometro riferiti al 2019, in Italia lo share modale per le biciclette, cioè la percentuale di spostamenti con questo mezzo di trasporto, è pari solo al 4%, con ampie differenze rispetto ad altri Paesi europei, come l’Austria (8%), il Belgio e la Danimarca (12%), la Svezia (21%) e i Paesi Bassi (41%).
Le differenze si registrano anche a livello nazionale: l’uso della bicicletta per spostamenti di studio e lavoro risulta più limitato nelle Regioni del Sud e nelle Isole e nei comuni con un minor numero di abitanti.
Negli ultimi anni, e in particolare a seguito della pandemia da Covid-19, grazie alla diffusione di servizi di bike sharing che permettono l’utilizzo di biciclette in condivisione e al potenziamento delle infrastrutture per la mobilità ciclistica, si è registrato un aumento dell’uso della bicicletta, anche se, come rileva il 17esimo Rapporto sulla mobilità degli italiani realizzato dall’Istituto superiore di formazione e ricerca e per i trasporti (Isfort), la maggior parte degli spostamenti (oltre il 60%) avviene ancora in automobile.
Un mercato in espansione. Secondo i dati del rapporto annuale “European bicycle industry and market profile” della Confederazione dell’industria europea di biciclette (Conebi), nel 2021 in Europa sono state vendute oltre 22 milioni di biciclette ed e-bike, un numero record che conferma la crescita degli ultimi anni. Il settore, rileva il Rapporto di Conebi, può giocare un ruolo importante in termini di creazione di green jobs, innovazione, sviluppo economico sostenibile e impatto ambientale: nel 2021 circa 170mila persone sono state impiegate, direttamente o indirettamente, in lavori collegati alla produzione di biciclette ed e-bike.
La crescita del settore è stata registrata anche in Italia: nel 2020, grazie anche agli incentivi pubblici, sono state vendute circa 2 milioni di biciclette, il 17% in più rispetto al 2019. Secondo i dati del Rapporto “L’ecosistema della bicicletta”, sono circa 17mila le persone occupate nel settore che sviluppa ricavi annui pari a 9 miliardi di euro. L’Italia è, inoltre, il primo produttore europeo con una quota di mercato del 21% e per il triennio 2021-2023 si prevede un aumento della produzione di biciclette pari al 7% all’anno.
Di Maddalena Binda