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Online la Vnr dell’Italia ma l’Ocse avverte: “senza una PA efficace risultati impossibili”
Il documento presentato all’Onu mostra come il governo intende attuare la Strategia per lo sviluppo sostenibile. Riconosciuto anche il ruolo dell’ASviS. Intanto uno studio Ocse descrive i punti deboli del nostro Paese. 30/6/22
È ora disponibile alla consultazione la Voluntary national review, il documento inviato dall’Italia all’Onu a inizio giugno in vista del prossimo High-level political forum. Rispetto alla versione del 2017 la Vnr non ricalca in tutto e per tutto la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (Snsvs, la versione finale sarà presentata nei prossimi giorni) del governo ma fornisce informazioni su quanto è stato fatto fino a ora e quanto si intende fare per rendere concreta l’Agenda 2030 nel nostro Paese.
Durante la Conferenza nazionale per lo sviluppo sostenibile è stato pubblicato un altro importante documento di analisi, strettamente connesso alla Snsvs. Si tratta del rapporto Ocse “Italy governance scan for policy coherence for sustainable development” che valuta il grado di coerenza tra politiche italiane e sviluppo sostenibile.
Cosa ci racconta la Voluntary national review dell’impegno italiano
La seconda Vnr presentata dall'Italia è il risultato di un processo collettivo, che ha visto coinvolti diversi attori della società civile e del mondo istituzionale. L’obiettivo del documento è quello di rafforzare il processo che deve portare all’attuazione dell'Agenda 2030 attraverso una analisi dettagliata dei progressi compiuti fino a ora, dall’invio della prima Vnr, e fornire una visione comune di medio e lungo periodo sul tema. Il processo messo in atto intende portare a compimento la nuova Snsvs e il Documento programmatico triennale per la cooperazione internazionale. Inviato all’Onu in qualità di allegato 1, quest’ultimo documento mostra come la cooperazione internazionale allo sviluppo sia per l'Italia un punto cruciale su cui fondare l’azione per la sostenibilità.
Nella Vnr si legge che l’Italia rilancia le proprie ambizioni legate alla realizzazione dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, nonostante la situazione internazionale non sia delle migliori. Ricordando il colpo “devastante inferto all’Agenda 2030” dall’invasione russa in Ucraina è stata infatti ribadita la necessità di creare una nuova era del multilateralismo fondata sui valori ispiranti dell’Agenda, perché “nessun tipo di sviluppo potrà esserci senza la promozione di società pacifiche, giuste e inclusive, libere da paura e violenza”.
Nello specifico, la review 2022 racchiude tre aspetti tematici: coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, Snsvs e SDGs, coinvolgimento e partecipazione degli stakeholder. Vengono poi descritti gli sforzi che il Paese ha compiuto per riprendersi dalla pandemia; sono presenti dei documenti redatti dal Forum nazionale per lo sviluppo sostenibile in collaborazione con il Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo; e nel secondo allegato di accompagnamento alla Vnr - dove viene citata l’ASviS per il ruolo che ha giocato sia nella costruzione delle strategie regionali sullo sviluppo sostenibile (per esempio quella dell’Emilia-Romagna) e sia per la modifica della Costituzione -, dal titolo “Voluntary local reviews” (Vlr), si descrivono gli impegni delle Regioni sull’Agenda 2030. Queste Vlr sono state preparate dagli enti che cooperano con il Governo per l’attuazione della Snsvs, dato che solo attraverso un “approccio territoriale” che “riflette e valorizza un'efficace governance multilivello attuata da Regioni, Province autonome e Città metropolitane” si possono raggiungere gli obiettivi che ci siamo fissati.
Ocse: “l’Italia ha bisogno di una pubblica amministrazione efficace”
Il rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) mira a fornire un'istantanea su quanto gli assetti e i processi istituzionali italiani risultano “idonei” ad aumentare la coerenza tra tutte le politiche messe in campo dal Governo. Il tema della “coerenza” è infatti cruciale: se si vuole costruire un Paese davvero più giusto, equo e inclusivo, e anche più resiliente, tutti gli sforzi devono guardare allo stesso orizzonte.
Lo studio, basato su interviste bilaterali con i principali stakeholder italiani (a livello nazionale, regionale e metropolitano) e su riunioni multi-stakeholder con più di cento partecipanti, è stato in grado di evidenziare punti di forza e debolezza dell'Italia, fornendo una serie di raccomandazioni per “aumentare la coerenza”.
Secondo l’Ocse “l’Italia sta facendo progressi nell'attuazione degli SDGs, ma restano importanti sfide da vincere”. Con un punteggio complessivo di “78,8 su 100”, il nostro Paese si colloca al 26esimo posto su 193 Stati membri delle Nazioni unite in termini di progressi totali compiuti per l’attuazione dell’Agenda 2030.
L’Ocse ricorda poi la valutazione Istat sull’Italia: “le tre aree dove si è registrato un miglioramento più significativo nel 2019 sono Fame zero (SDG 2) e Azione per il clima (SDG 13), mentre il Goal 12 (Consumo e produzione responsabile) e il Goal 15 (Vita sulla terra) mostrano il più alto livello di deterioramento.
“Il futuro rischia di essere soffocato da una serie di fattori, tra cui il rapido invecchiamento della popolazione e il calo del numero di persone in età lavorativa. Anche l'economia e la società italiane sono state duramente colpite dalla pandemia, che sta bloccando o addirittura invertendo i progressi verso gli SDGs”, ha inoltre ribadito l’Ocse sottolineando che “la priorità chiave dell'Italia è migliorare l'efficacia della pubblica amministrazione, soprattutto in relazione alla governance degli investimenti pubblici. L'attuazione dell'Agenda 2030 e degli SDGs richiede infatti un quadro strategico efficace e istituzioni solide a tutti i livelli di governo, sostenute da solide capacità di servizio civile e dall'impegno della società”.
Nel suo lavoro di analisi l’Ocse ha rilevato una serie di incongruenze nel “sistema Italia”, da correggere nel più breve tempo possibile. Occorre per esempio rendere la Snsvs uno strumento condiviso, in modo da allineare gli obiettivi locali a quelli nazionali; per fare questo servono target quantificabili che tengano traccia dei progressi compiuti. Vanno poi aggiornate le normative esistenti per permettere l’attuazione della Snsvs e vanno evitate sovrapposizioni tra il Pnrr e gli altri “pacchetti” di politiche come quelle di coesione, i fondi strutturali e di investimento, il Piano per la transizione ecologica, il piano Sud e il Programma nazionale di riforma. Bisogna continuare a creare collegamenti tra le attività di monitoraggio e rendicontazione che interessano la Snsvs e la realizzazione degli SDGs: “la decisione di formulare la Snsvs in base a obiettivi strategici, dando priorità dunque alle interconnessioni e non agli Obiettivi di sviluppo sostenibile richiede processi di monitoraggio paralleli”.
Inoltre vanno creati “meccanismi centrali di coordinamento”, coinvolgendo per esempio la presidenza del Consiglio dei ministri e istituendo un comitato permanente sull'attuazione dell'Agenda 2030; devono essere chiariti i mandati di diversi enti, come il Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), che possono fornire un importante contributo nel diffondere coerenza; va intensificato il dialogo multilivello per favorire pratiche amministrative sempre più virtuose e incisive.
di Ivan Manzo