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Oms: con il Covid-19 la salute nel mondo è sempre più diseguale
Nei Paesi a basso reddito solo il 12% delle persone ha ricevuto il vaccino (74% nei Paesi ad alto reddito) e la pandemia arresterà 20 anni di progressi nella copertura dei servizi sanitari. Il punto sulla salute globale e in Italia. 17/6/22
Negli ultimi 20 anni a livello globale sono aumentate sia l’aspettativa di vita alla nascita che la speranza di vita in buona salute, ma è probabile che la pandemia di Covid-19 avrà effetti negativi su entrambe, rallentando o addirittura invertendo i progressi raggiunti in alcuni aspetti della salute della popolazione. È quanto evidenziato dal “World health statistics 2022”, il rapporto annuale sulle statistiche sanitarie globali dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), diffuso quest’anno il 22 giugno, che esamina l’impatto della pandemia sui sistemi sanitari, le cause dei decessi e i fattori di rischio per la salute, sulla base dei dati disponibili ad aprile 2022.
Disuguaglianze e impatto del Covid-19. L’Oms stima a livello globale oltre 500 milioni di casi, con più di 6,2 milioni di decessi correlati. Le segnalazioni di contagi da Covid-19 prevalgono nei Paesi a reddito alto e medio-alto, mentre i decessi tra le persone economicamente svantaggiate, con più di 60 anni, vulnerabili e con patologie preesistenti. Al 25 aprile 2022 ha completato il primo ciclo di vaccinazione solo il 12% dei cittadini dei Paesi a basso reddito, contro il 51% e il 74% rilevati nei gruppi socioeconomici più agiati (rispettivamente nei Paesi a reddito medio-alto e in quelli ad alto reddito). Eppure, “nell'ultima parte del 2021 e all'inizio del 2022, la fornitura globale di vaccini è aumentata a tal punto che l'offerta non è stata più un problema. All'inizio del 2022 c'erano dosi di vaccino sufficienti per proteggere ogni adulto e ogni adolescente (12 anni e oltre) nel mondo con un regime a tre dosi”, si legge nel Rapporto.
Inoltre, le interruzioni nei servizi sanitari sono state più marcate nei Paesi meno sviluppati. Milioni di persone, adulti e bambini, hanno perso l’assistenza sanitaria vitale, in termini di prevenzione, diagnosi e controllo delle malattie. Si prevede che il Covid-19 arresterà i progressi compiuti nella copertura dei servizi negli ultimi 20 anni ed esaspererà le difficoltà finanziarie di chi è costretto a pagarsi le spese sanitarie in proprio.
Le malattie non trasmissibili si confermano la principale causa di decessi a livello globale (2000: 60,8%-2019: 73,6%). Tuttavia, secondo i dati del 2019, mentre nei Paesi ad alto reddito sette delle 10 cause principali dei decessi erano malattie non trasmissibili, pari a oltre l'85% di mortalità, nei Paesi a basso reddito le malattie trasmissibili erano ancora responsabili di circa la metà (46,8%) dei decessi.
L’indice di copertura sanitaria universale negli ultimi 20 anni è migliorato, passando da 45 nel 2000 a 67 nel 2019. Tuttavia, a causa della pandemia si prevede una battuta d’arresto nei progressi registrati nell’indice e in generale negli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu relativi alla salute.
Inoltre, la percentuale della popolazione con spese sanitarie che superano il 10% del budget familiare è cresciuta dal 9,4% nel 2000 al 13,2% nel 2017: secondo le stime del 2017, sono oltre 435 milioni le persone spinte ulteriormente nella povertà estrema a causa delle spese sanitarie sostenute di tasca propria.
Fattori di rischio per la salute globale. Nel 2020 è diminuito rispetto al 2000 il numero di bambine e bambini nel mondo affetti da arresto della crescita, ma è aumentata l’obesità in tutte le età. Dal 2000 al 2019 sale inoltre il numero di donne affette da anemia. Si registra un leggero calo nel consumo di alcol pro-capite, più marcato quello di tabacco. Quasi raddoppia il numero di persone affette da ipertensione nella fascia 30-79 anni e oltre un miliardo vive nei Paesi con reddito medio-basso. Il 99% delle persone respira livelli malsani di particolato fine e di biossido di azoto, quelle più esposte sono nei Paesi meno sviluppati.
Nel 2020 oltre 2 miliardi di persone non avevano accesso a una gestione sicura dell’acqua e 3,6 miliardi di persone non disponevano di servizi igienici sufficienti. Questo vuol dire, secondo il Rapporto, che per raggiungere l'accesso universale per una gestione in sicurezza di acqua, servizi igienico-sanitari e servizi igienici di base entro il 2030 sarà necessario aumentare di quattro volte gli attuali tassi di avanzamento.
La salute in Italia. Per quel che riguarda il nostro Paese, nel 2019 l’indice di copertura sanitaria universale era pari a 83, oltre la media globale. Ma secondo i dati disponibili occorre rafforzare gli interventi di prevenzione e gestione dei fattori di rischio. Il consumo totale pro-capite di alcol e tabacco, la prevalenza dell’obesità nella fascia d’età 5-19 anni e negli adulti superano la media globale. Il Paese non ha ancora azzerato il numero di donne affette da anemia (13,6% nel 2019, 15-49 anni) e la quota di persone tra i 30 e i 79 anni con ipertensione è pari al 33,8% (media globale 33,1%).
Nel Rapporto l’Oms dichiara che il mondo è “fuori strada” per raggiungere l’Obiettivo del “triplo miliardo” entro il 2023 – ovvero un miliardo in più di persone che beneficiano della copertura sanitaria universale, uno in più protette dalle emergenze sanitarie e un altro in più che godono di salute e benessere migliori - e la maggior parte degli Obiettivi di sviluppo sostenibile relativi alla salute.
di Antonella Zisa