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Diventare maggiorenni e perdere i diritti: come tutelare i giovani migranti
Perdita del diritto alla salute, all’istruzione, all’assistenza, ai documenti di identità: è quanto accade a bambini e bambine migranti ai 18 anni. Le misure insufficienti e le buone pratiche nei Paesi Ue nell’analisi Picum. 16/5/22
Per migliaia di bambini, bambine e giovani migranti, in Europa compiere 18 anni significa passare a un futuro incerto e perdere i diritti fondamentali garantiti fino alla maggiore età dal diritto internazionale e dall’Unione europea.
A portare l’attenzione su questo tema è il rapporto “Turning 18 and undocumented: ensuring a safe transition into adulthood”, diffuso a inizio aprile dall’organizzazione non governativa Platform for international cooperation on undocumented migrants (Picum), che si occupa di tutelare i diritti umani dei migranti senza documenti.
Il documento fa una panoramica su come i Paesi europei facilitano o ostacolano la sicurezza del soggiorno dei bambini e giovani migranti maggiorenni, con particolare attenzione al caso di Belgio, Germania, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Diventare maggiorenni e ritrovarsi senza diritti. Il Rapporto spiega che, una volta raggiunta la maggiore età, i giovani migranti perdono l'accesso preferenziale al sostegno e ai servizi essenziali garantiti ai minorenni, come l’assistenza sanitaria, il diritto ad assistenti sociali specializzati, ad avere un tutore, a istruirsi e a formarsi.
Per i ragazzi e le ragazze con uno status di soggiorno precario diventare maggiorenni significa non solo perdere i diritti fondamentali, ma anche perdere i documenti, e senza un permesso di soggiorno sicuro non è possibile svolgere attività garantite a tutti gli altri giovani, come studiare, lavorare o prendere la patente; per questo spesso i ragazzi e le ragazze irregolari diventano emarginati e senza fissa dimora.
Le misure nei Paesi dell’Ue: sei casi studio. La maggior parte degli Stati membri dell'Unione europea (16 su 27) protegge i minori non accompagnati dall'espulsione, rilasciando un permesso di soggiorno temporaneo fino al compimento dei 18 anni o non attuando gli ordini di rimpatrio quando sono minorenni. Ma, a meno che il bambino o la bambina non abbia ottenuto un permesso di soggiorno che dura fino all'età adulta, queste tutele svaniscono con la maggiore età.
Il documento evidenzia che troppo pochi Paesi hanno politiche e procedure che impediscono ai bambini di arrivare alla maggiore età senza documenti e troppo pochi forniscono l'accesso a permessi di soggiorno a lungo termine a bambini, bambine e giovani in transizione verso l'età adulta.
Anche quando esistono procedure di residenza, spiega il Rapporto, è molto difficile accedervi: ad esempio, i giovani privi di documenti potrebbero non essere in grado di soddisfare le condizioni per un permesso di soggiorno di lungo periodo, come lavorare a tempo pieno (richiesto in Svezia) o dimostrare di aver trascorso almeno metà della loro vita nel Paese ospitante. Inoltre, le procedure per richiedere i permessi di soggiorno di lungo periodo possono essere troppo costose per i bambini e per i giovani che ne avrebbero bisogno e in Grecia e in Svezia i processi di regolarizzazione dei migranti maggiorenni non sono attuabili a livello pratico né legislativo al di fuori del sistema di asilo.
Il Belgio ha una procedura di soggiorno separata per i minori non accompagnati il cui scopo è l'identificazione di una soluzione duratura nell’interesse del bambino e della bambina, ma se non viene identificata alcuna soluzione duratura entro il compimento della maggiore età, le possibilità di accedere a un permesso di soggiorno sicuro si riducono drasticamente.
Per quanto riguarda il Regno Unito, i minori privi di documenti possono richiedere un permesso di soggiorno dopo sette anni di permanenza continuativa nel Paese, ma il processo è particolarmente costoso per coloro che non sono nati nel Regno Unito ed è improbabile che i minori non accompagnati riescano a soddisfare i criteri richiesti.
La mancanza di una rampa di lancio verso l’età adulta stabile da parte delle istituzioni può creare nei ragazzi e nelle ragazze grandi vulnerabilità e danni alla stabilità psicofisica, che influiscono sull’intera società; per questo, spiega il Rapporto, prendersi cura in modo olistico dei bisogni dei giovani senza documenti è fondamentale per il benessere sociale.
Dei sei Paesi presi in esame dal documento soltanto la Spagna e la Germania prevedono procedure di residenza che impediscono ai bambini di perdere i documenti al compimento dei 18 anni.
Alcune buone pratiche. Ma esistono anche altre iniziative virtuose, per la maggior parte locali e su piccola scala, che aiutano gli (ex) minori non accompagnati che chiedono asilo o che hanno ottenuto asilo; il Rapporto ne riporta alcuni.
- In due centri di accoglienza belgi, il programma “My Future” sostiene i bambini non accompagnati e senza documenti oltre il raggiungimento della maggiore età e a Bruxelles, l’organizzazione senza scopo di lucro “Saamo” fornisce informazioni accurate e organizza un programma di "orientamento al futuro" di tre giorni per aiutare le persone prive di documenti a riflettere sui loro obiettivi di vita. L'organizzazione fiamminga per l'infanzia e la gioventù “MinorNdako” ospita e sostiene per un anno ex bambini non accompagnati privi di documenti.
- Iniziative simili esistono nei Paesi Bassi, dove diverse città sostengono progetti a sostegno dei minori non accompagnati (per esempio a Utrecht). A Eindhoven, l'organizzazione no profit “Vluchteling in de Knel” ha ampliato il suo sostegno per l’inclusione dei giovani privi di documenti nelle famiglie e i giovani che sono arrivati dopo il loro 18° compleanno.
- In Irlanda, i minori non accompagnati sono generalmente inseriti nella protezione dell'infanzia tradizionale (chiamata "Tusla") e ricevono assistenza sanitaria, indipendentemente dallo stato di residenza. Inoltre, prima del compimento dei 18 anni ai giovani viene assegnato un assistente sociale che li accompagna e li assiste fino al compimento dei 21 anni o dei 23 nel caso di impegno scolastico full time.
- In Germania, i minori non accompagnati, il loro tutore e i minori nelle famiglie possono richiedere il sostegno presso lo Youth Welfare Office locale e quasi 500 servizi per la migrazione giovanile offrono consulenza ai giovani di età compresa tra i 12 e i 27 anni su questioni relative alla crescita, all'accesso all'istruzione terziaria e alla formazione professionale, all'accesso all'alloggio, ecc.
Le raccomandazioni del Rapporto. Per rispettare i diritti fondamentali dei giovani migranti maggiorenni il documento invita a:
- migliorare le procedure di soggiorno e facilitare l'accesso ai giovani per evitare che i bambini arrivino all'età adulta senza documenti. Ciò include lo sviluppo di linee guida su come sostenere una transizione sicura e agevole alla maggiore età, indipendentemente dallo stato di residenza; chiarire e rafforzare giuridicamente l'obbligo di valutare se il rimpatrio sia nell'interesse superiore di un minore prima di emettere e attuare una decisione di rimpatrio; e progettare leggi sulla migrazione e procedure di soggiorno che proteggano i bambini dai danni, compresa la malattia mentale.
- costruire una base di evidenze per comprendere meglio la realtà affrontata dai bambini e dalle bambine che passano all'età adulta senza documenti. Ciò include la promozione dei collegamenti tra tutti gli attori che lavorano con i bambini e i giovani in transizione verso la maggiore età e il finanziamento della ricerca.
- fornire supporto, servizi e finanziamenti per consentire una transizione agevole, indipendentemente dallo stato di residenza. Ciò include lo sviluppo e la fornitura di un sostegno su misura per i bambini migranti e i giovani che ne hanno bisogno, indipendentemente dallo stato di residenza, a disposizione ben prima del diciottesimo compleanno. Garantire che i giovani privi di documenti possano accedere a supporto e servizi, inclusi alloggi, assistenza sanitaria mentale e servizi di supporto specializzati, in base alle loro necessità.
di Viola Brancatella
La foto è l'immagine di copertina del Rapporto. Copyright: © Melania Messina