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Italiani in movimento: vent’anni di partenze, ritorni e nuove identità
Dal 2006 al 2024 l’Italia registra un saldo migratorio di -817mila persone. 6,4 milioni gli iscritti all’anagrafe dei residenti all’estero. Aumentano mobilità giovanile, femminile e degli over 50. Il Rapporto Italiani nel mondo 2025. 15/12/25
La 20esima edizione del Rapporto Italiani nel mondo 2025 della Fondazione Migrantes restituisce una fotografia degli ultimi vent’anni di mobilità italiana. Non più solo “fuga” o “cervelli”, sottolineano i ricercatori e le ricercatrici, ma talenti che scelgono di muoversi, in un quadro fatto di partenze, ritorni, circolarità e nuove identità transnazionali.
Secondo il Rapporto, dal 2006 a oggi l’Italia registra 1,6 milioni di espatri e 826mila rimpatri, con un saldo negativo pari a -817mila cittadine e cittadini italiani. Una dinamica concentrata soprattutto in Lombardia, Nordest e Mezzogiorno, le “tre Italie della mobilità”, che racconta squilibri territoriali persistenti e scarse opportunità soprattutto per giovani e giovani adulti.

Sempre più mobilità
Al 1° gennaio 2025 gli italiani iscritti all’Anagrafe italiani residenti all'estero (Aire) sono 6,4 milioni, quasi un/a cittadina su nove. L’Europa resta il principale polo di attrazione (76% degli espatri nell’ultimo ventennio), con Regno Unito, Germania, Svizzera, Francia e Spagna come principali destinazioni. Crescono la mobilità delle donne (+115,9% in vent’anni), degli over 50 e dei minori che seguono famiglie e percorsi professionali. Nel 2024, anno del nuovo picco migratorio (155.732 partenze), oltre il 72% dei nuovi espatriati appartiene alle fasce 18-49 anni.

Oltre la retorica
L’edizione 2025 del Rapporto nello speciale tematico “Oltre la fuga: talenti, cervelli o braccia?” invita a superare la retorica. Non partono solo ricercatori e laureati: i/le diplomati/e sono la maggioranza, e la spinta principale non è la fuga ma la ricerca di dignità, riconoscimento e mobilità sociale. Il Rapporto sottolinea come ogni partenza sia un indicatore di fragilità sistemiche (precarietà lavorativa, disparità territoriali, scarse prospettive di crescita) ma anche di scelta e progettualità personale.

L’erosione silenziosa del Mezzogiorno
Il focus sulle migrazioni interne mostra un Paese che si muove anche dentro i propri confini. Dal 2014 al 2024 più di 1 milione di cittadine e cittadini italiani ha lasciato il Mezzogiorno per trasferirsi al Centro-Nord, con un saldo negativo di oltre 500mila persone, soprattutto giovani. Le conseguenze sono note: spopolamento, perdita di servizi, chiusura di scuole, impoverimento sociale. In molti casi, sottolinea il Rapporto, la migrazione interna rappresenta la prima tappa di un percorso che poi prosegue oltreconfine.
Tra emigrazione e immigrazione: l’Italia plurale che si trasforma
Il Rapporto invita a superare la contrapposizione “emigrazione vs immigrazione” e a leggere la mobilità come parte di un sistema unico. Crescono anche i movimenti dei “nuovi italiani” verso altri Paesi europei, segno di un tessuto sociale in trasformazione.
Una nuova italianità
Le comunità italiane all’estero svolgono un ruolo crescente sul piano culturale, economico e politico: dalla diffusione della lingua e del patrimonio culturale all’imprenditorialità, fino alla cooperazione internazionale. Ma, avverte la Fondazione Migrantes, serve una visione politica adeguata: riconoscere gli italiani e le italiane all’estero come parte integrante del Paese, non come una periferia distante. Il presidente della Fondazione, Mons. Gian Carlo Perego, ha richiamato la necessità di una legislazione in grado di accompagnare la nuova mobilità, evitando “strabismi normativi” in materia di cittadinanza e diritti degli italodiscendenti.
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