Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Luisa Leonzi
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

Italiani in movimento: vent’anni di partenze, ritorni e nuove identità

Dal 2006 al 2024 l’Italia registra un saldo migratorio di -817mila persone. 6,4 milioni gli iscritti all’anagrafe dei residenti all’estero. Aumentano mobilità giovanile, femminile e degli over 50. Il Rapporto Italiani nel mondo 2025. 15/12/25

lunedì 15 dicembre 2025
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La 20esima edizione del Rapporto Italiani nel mondo 2025 della Fondazione Migrantes restituisce una fotografia degli ultimi vent’anni di mobilità italiana. Non più solo “fuga” o “cervelli”, sottolineano i ricercatori e le ricercatrici, ma talenti che scelgono di muoversi, in un quadro fatto di partenze, ritorni, circolarità e nuove identità transnazionali.

Secondo il Rapporto, dal 2006 a oggi l’Italia registra 1,6 milioni di espatri e 826mila rimpatri, con un saldo negativo pari a -817mila cittadine e cittadini italiani. Una dinamica concentrata soprattutto in Lombardia, Nordest e Mezzogiorno, le “tre Italie della mobilità”, che racconta squilibri territoriali persistenti e scarse opportunità soprattutto per giovani e giovani adulti.

Sempre più mobilità

Al 1° gennaio 2025 gli italiani iscritti all’Anagrafe italiani residenti all'estero (Aire) sono 6,4 milioni, quasi un/a cittadina su nove. L’Europa resta il principale polo di attrazione (76% degli espatri nell’ultimo ventennio), con Regno Unito, Germania, Svizzera, Francia e Spagna come principali destinazioni. Crescono la mobilità delle donne (+115,9% in vent’anni), degli over 50 e dei minori che seguono famiglie e percorsi professionali. Nel 2024, anno del nuovo picco migratorio (155.732 partenze), oltre il 72% dei nuovi espatriati appartiene alle fasce 18-49 anni.

Oltre la retorica

L’edizione 2025 del Rapporto nello speciale tematico “Oltre la fuga: talenti, cervelli o braccia?” invita a superare la retorica. Non partono solo ricercatori e laureati: i/le diplomati/e sono la maggioranza, e la spinta principale non è la fuga ma la ricerca di dignità, riconoscimento e mobilità sociale. Il Rapporto sottolinea come ogni partenza sia un indicatore di fragilità sistemiche (precarietà lavorativa, disparità territoriali, scarse prospettive di crescita) ma anche di scelta e progettualità personale.

L’erosione silenziosa del Mezzogiorno

Il focus sulle migrazioni interne mostra un Paese che si muove anche dentro i propri confini. Dal 2014 al 2024 più di 1 milione di cittadine e cittadini italiani ha lasciato il Mezzogiorno per trasferirsi al Centro-Nord, con un saldo negativo di oltre 500mila persone, soprattutto giovani. Le conseguenze sono note: spopolamento, perdita di servizi, chiusura di scuole, impoverimento sociale. In molti casi, sottolinea il Rapporto, la migrazione interna rappresenta la prima tappa di un percorso che poi prosegue oltreconfine.

Tra emigrazione e immigrazione: l’Italia plurale che si trasforma

Il Rapporto invita a superare la contrapposizione “emigrazione vs immigrazione” e a leggere la mobilità come parte di un sistema unico. Crescono anche i movimenti dei “nuovi italiani” verso altri Paesi europei, segno di un tessuto sociale in trasformazione.

Una nuova italianità

Le comunità italiane all’estero svolgono un ruolo crescente sul piano culturale, economico e politico: dalla diffusione della lingua e del patrimonio culturale all’imprenditorialità, fino alla cooperazione internazionale. Ma, avverte la Fondazione Migrantes, serve una visione politica adeguata: riconoscere gli italiani e le italiane all’estero come parte integrante del Paese, non come una periferia distante. Il presidente della Fondazione, Mons. Gian Carlo Perego, ha richiamato la necessità di una legislazione in grado di accompagnare la nuova mobilità, evitando “strabismi normativi” in materia di cittadinanza e diritti degli italodiscendenti.

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Copertina: Unsplash

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