Sviluppo sostenibile
Lo sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

L'Agenda 2030 dell'Onu per lo sviluppo sostenibile
Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un piano di azione globale per le persone, il Pianeta e la prosperità.

Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030
Ecco l'elenco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) e dei 169 Target che li sostanziano, approvati dalle Nazioni Unite per i prossimi 15 anni.

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
Nata il 3 febbraio del 2016 per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

Altre iniziative per orientare verso uno sviluppo sostenibile

Contatti: Responsabile Rapporti con i media - Luisa Leonzi
Scopri di più sull'ASviS per l'Agenda 2030

The Italian Alliance for Sustainable Development (ASviS), that brings together almost 300 member organizations among the civil society, aims to raise the awareness of the Italian society, economic stakeholders and institutions about the importance of the 2030 Agenda for Sustainable Development, and to mobilize them in order to pursue the Sustainable Development Goals (SDGs).
 

Notizie

In Europa il consenso per la democrazia è in caduta libera

Solo il 36% dei rispondenti al sondaggio di European movement international vede positivamente la forma di governo democratica, mentre cresce il sentimento nazionalista, anche se si afferma l’idea di un esercito comune. 22/8/25

venerdì 22 agosto 2025
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Il 64% delle europee e degli europei ha una visione negativa della democrazia e, di contro, solo il 36% la sostiene saldamente. Questo è il dato più rilevante che emerge dal sondaggio “Defence poll”, realizzato da European movement international e pubblicato il 16 luglio. Lo studio, che si è basato su un campione di 3504 intervistati ed è stato svolto dal 3 al 10 giugno, ha interrogato rispondenti maggiorenni di diverse età e di diverso genere provenienti da sette Paesi dell’Unione europea – Italia, Polonia, Svezia, Francia, Spagna, Germania e Romania – con all’incirca 500 interviste per ogni Paese.

Il sondaggio ha anche affrontato temi cruciali per l’opinione pubblica europea, come la percezione delle istituzioni dell’Ue e dei suoi leader e la questione della creazione di un esercito comune che “superi” gli eserciti nazionali.

La democrazia non convince e cresce il sentimento nazionalista

Dei sette Paesi presi in esame, solo uno, la Svezia, ha visto una maggioranza di risposte favorevoli alla democrazia come sistema di governo, anche se la percentuale è poco al sopra della metà, con il 52% di risposte positive. Tutti gli altri vedono la democrazia più come un problema che come una risorsa. Il Paese che ha dato la risposta più negativa è la Spagna, con appena il 25% di risposte favorevoli. L’Italia, insieme alla Germania, risponde per il 42% in favore alla democrazia.

Insieme a questo sentimento riluttante verso la democrazia cresce anche un ripiego verso posizioni nazionaliste, che vedono come prioritari gli interessi nazionali. L’80% del totale dei rispondenti è d’accordo con l’idea che il proprio Paese, a livello internazionale, deve essere più intraprendente nel promuovere i suoi interessi nazionali e promuovere la pace e la prosperità. Inoltre, il 65% degli intervistati è d’accordo con l’idea che il proprio Paese deve dare priorità all’interesse nazionale anche quando questo va in conflitto con quello di altri Paesi. In Italia il 61% di chi ha risposto al sondaggio è d’accordo con questa affermazione.

La conoscenza delle istituzioni dell’Unione europea e dei suoi leader

In generale, l’Ue è l’istituzione internazionale più conosciuta dagli europei (rispetto a Nazioni unite, Nato, e G20): il 61% dei rispondenti afferma di “sapere qualcosa” o di “saperne molto”. I due Paesi dove la consapevolezza rispetto alla Ue è più alta sono la Romania (76%) e l’Italia (72%), ma in tutti i Paesi il dato supera il 50%.

Se la conoscenza dell’Ue è invece posta dal punto di vista delle sue istituzioni i dati si abbassano considerevolmente. L’organo più conosciuto è il Parlamento europeo (54% del totale), ma gli altri presi in esame (Commissione europea, Banca centrale europea, Consiglio dell’Ue, Corte europea di giustizia) hanno tutti valori che si aggirano tra il 40% e il 46% di consapevolezza. L’istituzione meno conosciuta è l’Agenzia europea di difesa, di cui solo il 22% ne ha sentito parlate “un poco” o “molto”.

Ancora una volta, è in Italia e in Romania che la consapevolezza riguardo alle istituzioni dell’Ue è più alta, per tutti gli organi presi in esame.

Per quanto riguarda invece la conoscenza delle figure apicali dell’Unione, queste sono in generale poco o molto poco conosciute. Urusla von der Leyen, presidente della Commissione europea, è il personaggio politico più conosciuto (48%), ma comunque da meno della metà degli intervistati. Dopo di lei viene Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, con appena il 18% delle risposte affermative, mentre Kaja Kallas, Alto rappresentante della Politica estera e di sicurezza dell’Ue è conosciuta dal 14% dei rispondenti. Andrius Kubilius, rappresentante europeo per la Difesa e lo spazio è conosciuto da appena l’8% di chi ha risposto al sondaggio. 

Esercito europeo e industria bellica comune

Posti di fronte a varie opzioni di risposta alla domanda “a cosa associ i concetti di ‘difesa e sicurezza’?”, gli intervistati hanno risposto per il 62% con “forze e operazioni militari”, per il 57% con “anti-terrorismo” e con il 53% con “alleanze internazionali”. In termini di difesa, la collaborazione e il bilanciamento tra l’interesse nazionale e quello europeo è visto positivamente per il 52% di chi ha risposto.

In linea con queste risposte, il 56% dei partecipanti al sondaggio è d’accordo “in parte” o “molto” con la proposta di creare un esercito europeo comune, dove gli Stati membri lavorano insieme sotto una leadership di difesa comune. A essere maggiormente d’accordo con questa affermazione sono rumeni (62%) e spagnoli (60%), mentre in Italia questa proposta è condivisa dal 54% degli intervistati.

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Copertina: yourapechkin

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