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In Italia quattro adulti su dieci sono obesi o in sovrappeso
Più colpite le persone in difficoltà economica, con bassi livelli di istruzione e che vivono al Sud. I dati dell’Istituto superiore di sanità evidenziano un problema strutturale e una scarsa attenzione al tema. 24/4/2025
In Italia quattro adulti su dieci sono in eccesso di peso, di cui tre adulti sono in sovrappeso e uno obeso. Una situazione che interessa in particolare alcune regioni del Sud, come Molise, Campania, Basilicata e Puglia, dove quasi la metà della popolazione è in sovrappeso o obesa. A rilevarlo sono i dati pubblicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) in occasione della Giornata mondiale dell’obesità (4 marzo), che pongono l’attenzione su un problema ormai strutturale.
L’eccesso di peso e l’obesità sono più diffusi tra gli uomini, fra le persone con difficoltà economiche e con un basso livello di istruzione. Le disuguaglianze sociali ed economiche, infatti, influenzano la possibilità di accedere a cibi sani, come frutta e verdura, spesso più costosi rispetto ai prodotti industriali. La mancanza di consapevolezza e l’assenza di politiche di educazione alimentare, inoltre, contribuiscono a consolidare abitudini e stili di vita poco salutari.
Preoccupante anche la situazione tra i minori: secondo il rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – I dati Regione per Regione 2024” realizzato dal Gruppo di lavoro per l’attuazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Gruppo Crc), a livello nazionale la percentuale di bambine e bambini obesi e gravemente obesi è in aumento e nel 2022 ha raggiunto il 9,8%. Significativo il divario territoriale: Campania (18,6%), Calabria (15,5%) e Puglia (14,8%) registrano i tassi più alti di obesità fra i minori, con una differenza notevole rispetto alle Province di Trento e Bolzano dove la percentuale è rispettivamente del 3% e del 3,9%.
Ancora scarsa attenzione al problema
L'obesità è associata a un aumento del rischio di malattie croniche, come patologie cardiovascolari, diabete di tipo 2, alcuni tipi di cancro e problemi articolari, con conseguenze sulla qualità e l’aspettativa di vita. Nonostante gli alti tassi di diffusione e i rischi associati, c’è ancora una scarsa attenzione al tema, anche da parte del personale sanitario. L’Istituto superiore di sanità ha sottolineato come troppo spesso i medici non forniscano indicazioni ai pazienti sulla necessità di svolgere attività fisica o di seguire una dieta. Eppure, il loro ruolo è fondamentale: la quota di persone in eccesso di peso che dichiara di seguire una dieta è significativamente maggiore fra coloro che hanno ricevuto un consiglio medico (46%) rispetto a quelli che non lo hanno ricevuto (17%).
Una delle cause dell’eccesso di peso è la sedentarietà: come evidenzia il Rapporto ASviS 2024, in Italia il 34,2% delle persone con più di 13 anni non pratica alcun tipo di attività fisica. Anche una alimentazione scorretta, ricca di alimenti ultra-processati (ultra-processed food, Upf nell’acronimo inglese), può essere una causa. I cibi ultra-processati sono spesso scelti per la loro praticità, ma nel lungo termine rappresentano un rischio per la salute. Uno studio condotto dal College di arte e scienza della Drexel University, negli Stati Uniti, su 14 adulti obesi o in sovrappeso ha dimostrato i benefici sulla salute di un minor consumo di Upf. Per due mesi i partecipanti hanno seguito incontri di educazione alimentare, partecipato a sedute di mindfulness e ricevuto un aiuto economico per l’acquisto di cibi freschi. I risultati sono promettenti: i partecipanti, che prima mangiavano abitualmente cibi ultra-processati, ne hanno ridotto il consumo, con una diminuzione nell’assunzione di zuccheri aggiunti e grassi saturi.
Per perdere peso sempre più persone utilizzano farmaci come l’Ozempic e il Wegovy, ma il ricorso alle alternative farmacologiche rischia di aggravare le disuguaglianze economiche: come racconta la rivista New Scientist, i costi per accedere a queste cure (circa mille dollari negli Stati Uniti e 150-200 sterline nel Regno Unito) escludono le fasce di popolazione più povere, rafforzando un divario sociale già presente. Questi farmaci, inoltre, non sono adatti a tutti a causa degli effetti collaterali che possono avere. Per questo, per ridurre i tassi di obesità, sono necessarie politiche strutturali che incentivino l’attività fisica, promuovano l’accesso al cibo sano e diffondano una corretta educazione alimentare.
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