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ASviS a Ecomondo con l'evento digitale su imprese, finanza e sostenibilità
Il 6 novembre l'Alleanza e il Cts Ecomondo organizzano il workshop online "Le imprese e la finanza per lo sviluppo sostenibile. Opportunità e ostacoli”, per parlare di sostenibilità e cultura aziendale. 5/11/20
Giovedì 6 novembre, alle 10.00, l'ASviS e il Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo presentano l'evento online "Le imprese e la finanza per lo sviluppo sostenibile. Opportunità e ostacoli". Un'occasione per assistere a un confronto tra esponenti di imprese e del mondo della finanza sui temi dello sviluppo sostenibile e della ripresa resiliente dalla crisi.
Negli ultimi anni si è potuto assistere a un’accelerazione verso lo sviluppo sostenibile a livello internazionale, europeo e nazionale, dove sempre più spesso è diventato un riferimento per le strategie aziendali e il mondo della finanza, portando a importanti cambiamenti nelle politiche aziendali e di investimento. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, approvata dalle Nazioni Unite nel 2015, richiama l’importanza dell’impegno del settore privato per portare a termine un cambio di paradigma globale, e la sua implementazione ha dimostrato sensibili vantaggi per le imprese e il mondo della finanza.
La sostenibilità, laddove diventi cultura aziendale e sia effettivamente incorporata nel modo di fare business, consente non solo di mitigare i rischi ma soprattutto di cogliere le opportunità che vengono dalle sfide del futuro. Si traduce infatti in innovazione per poter identificare nuove soluzioni, nell’adottare una visione di lungo periodo e una mentalità aziendale che passi dal guardare internamente (a costi, ricavi, risorse dell’azienda), a saper guardare esternamente, confrontandosi con sfide globali, macrotrend e stakeholder, nel tentativo di comprendere le esigenze future e farsi guidare da queste.
La necessità di avviare la ripresa, dopo la crisi causata dalla pandemia, non deve essere considerata un alibi per ritardare gli impegni di sviluppo sostenibile assunti in ambito internazionale; al contrario l’Agenda 2030, l’Accordo di Parigi e il Green Deal della Commissione europea dovranno essere il punto di riferimento per l’articolazione di politiche e piani d’investimento futuri.
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