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L’Italia e il Goal 17: male l’Aps e meno importazioni da Paesi in via di sviluppo
Aumenta il debito pubblico, si riducono gli aiuti per la cooperazione allo sviluppo. La crisi si ripercuoterà fortemente sull’Obiettivo, dice il Rapporto ASviS. Indice posiziona l’Italia sotto media Ue e valore del 2010. [VIDEO] 4/11/20
Le politiche per il Goal 17: a che punto siamo
Il Comitato interministeriale per la Cooperazione allo sviluppo (Cics) ha finalmente approvato il Documento triennale di programmazione e di indirizzo 2019-2021 e il documento di Strategia italiana per l’Educazione alla cittadinanza globale, elaborato da oltre due anni con una vasta partecipazione di organizzazioni della società civile.
A giugno 2020 il Comitato congiunto per la cooperazione allo sviluppo, al quale è riservata l’approvazione di iniziative di cooperazione dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), ha approvato un pacchetto di iniziative per 125 milioni di euro.
Nello stesso mese è stato istituito presso il ministero per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale (Maeci) il “Tavolo operativo inter-istituzionale di coordinamento per il contributo italiano alla prevenzione e alla risposta globale al Covid-19” con lo scopo di costruire una risposta unitaria e coerente del sistema italiano di cooperazione allo sviluppo nel fronteggiare la pandemia. In risposta all’iniziativa internazionale “Access to Covid-19 tools (Act) accelerator”, volta a velocizzare lo sviluppo, la produzione e l’accesso equo a strumentazione diagnostica, cure e vaccini per il Covid-19, l’Ue ha lanciato una raccolta fondi globale di contrasto alla pandemia; tra i contributi italiani, si segnala l’impegno del Presidente del Consiglio a versare un totale di 140 milioni di euro a favore del Cepi (Coalition for epidemic preparedness innovations), dell’Oms, della Croce Rossa, del Gavi (l’Alleanza globale per i vaccini e l’immunizzazione) e del Fondo Globale.
Per quanto riguarda gli aspetti normativi, si registra un importante riconoscimento del ruolo del Terzo Settore nella cooperazione allo sviluppo. Infatti, la Corte Costituzionale, con sentenza del 20 maggio 2020, ha chiarito l’articolo 55 del Codice del Terzo Settore definendo una prassi collaborativa tra istituzioni pubbliche ed enti di Terzo settore attraverso gli strumenti della co-programmazione e co-progettazione. La Corte ha infatti riconosciuto una comune finalità tra i diversi soggetti, volta al perseguimento dell’interesse generale della comunità e in piena attuazione del principio costituzionale di sussidiarietà.
Nei diversi provvedimenti normativi adottati in questi mesi è prevista una serie di aiuti specificatamente rivolti agli enti del Terzo settore, equiparando questi ultimi alle imprese, e ai dipendenti o ai volontari che in essi operano. Fra le norme più rilevanti, si segnala l’incremento di 100 milioni del fondo che sostiene gli interventi delle organizzazioni nel fronteggiare le emergenze sociali e assistenziali determinate dall’epidemia Covid-19. Con qualche condizionalità, è stato previsto un credito d’imposta per gli affitti ed è stato consentito l’accesso al credito tramite il Fondo di garanzia Pmi agli enti del Terzo settore esercenti attività di impresa o commerciale. Si segnalano altresì i contributi previsti per i costi relativi alla sicurezza e un credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro per le spese di sanificazione oltre all’accelerazione nell’erogazione del cinque per mille, le cui quote dell’anno 2019 saranno erogate entro il 31 ottobre 2020. Infine, anche il Servizio civile sarà potenziato con 20 milioni aggiuntivi e ci sarà la soppressione del versamento del saldo 2019 e dell’acconto 2020 dell’Irap, anche se non è stata deliberata l’estensione agli enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore, delle misure temporanee per il sostegno alla liquidità previste dall’articolo 1 del Decreto-Legge n. 23 del 2020. L’accesso alle misure di sostegno alla liquidità è comunque aperto alle imprese sociali.
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L’Europa e il Goal 17
A livello europeo[1], per il Goal 17 l’indice composito misura variazioni negative tra il 2010 e il 2018 per la maggior parte dei Paesi. Peggiorano in tutta Europa l’indicatore relativo alle importazioni dai Paesi in via di sviluppo e quello relativo alla quota di tasse ambientali sul totale delle entrate fiscali. Particolarmente critico è il valore della Grecia, dovuto principalmente ad un forte aumento del debito pubblico su Pil dal 2010 al 2018, anno nel quale l’Italia si attesta su un valore del composito inferiore sia alla media europea sia al valore del 2010. Le differenze territoriali sono determinate principalmente dall’indicatore relativo al debito pubblico.
L’Italia e il Goal 17
L’indicatore composito italiano[2] peggiora fino al 2015 a causa dell’aumento del debito pubblico e della diminuzione delle importazioni dai Paesi in via di sviluppo. Nel 2019 la quota dell’Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) sul reddito nazionale lordo si attesta allo 0,24% del Rnl, livello ancora molto lontano dall’obiettivo internazionale (0,7%). Nel 2020 si assisterà ad un aumento straordinario del rapporto tra debito pubblico e Pil, che secondo l’Eurostat, alla fine del primo quadrimestre, era già pari al 137,6%. I nuovi indicatori utilizzati in questo Goal, che integrano l’Aps (il solo utilizzato fino allo scorso anno), determinano il cambiamento del giudizio espresso a maggio sugli effetti della crisi su questo Goal, che ora riteniamo decisamente negativi.
Si ricorda, inoltre, che alcuni Target del Goal 17 previsti dall’Agenda 2030 dovrebbero essere raggiunti entro il 2020. Tra questi, rientra quello di aumentare in modo significativo le esportazioni dei Paesi in via di sviluppo, ma per l’Italia la quota di importazioni dai Paesi in via di sviluppo è sostanzialmente costante tra il 2011 e il 2018, segno che il Paese non è in linea con l’obiettivo fissato.
Un ulteriore Target prevede di rafforzare il meccanismo di supporto delle capacità statistiche per i Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, stando ai dati Ocse relativi a quanto speso per l’Aiuto pubblico allo sviluppo ai fini di Statistical capacity building, per l’Italia si osserva una forte volatilità dal 2009 al 2018 su livelli comunque molto bassi. In molti casi, i finanziamenti italiani per il potenziamento statistico sono diretti a istituzioni e programmi internazionali e non è quindi evidentemente deducibile il rafforzamento di amministrazioni o strutture locali. Nel 2018, in termini assoluti, l’Italia ha dedicato 1,7 milioni di dollari allo sviluppo delle capacità statistiche dei Paesi in via di sviluppo contro i 35,5 milioni del Regno Unito e i circa 10 milioni in media per i quattro Paesi considerati (Francia, Spagna, Germania e Regno Unito), il che segnala l’ampia distanza dal Target fissato al 2020.
Le proposte dell’ASviS su “Partnership per gli Obiettivi”
- È indispensabile invertire la tendenza alla riduzione dell’Aps che ha caratterizzato gli ultimi due anni. Perché l’Italia raggiunga il target dello 0,7% del Rnl entro il 2030 occorre che venga stanziato un miliardo di più all’anno nei prossimi nove anni. Si tratta di un obiettivo irrinunciabile, che potrebbe essere reso più facile, almeno nei prossimi tre anni, grazie ai fondi Next Generation Eu, i quali potrebbero almeno parzialmente liberare risorse del bilancio nazionale, da orientare all’Aps. Peraltro, i fondi destinati allo sviluppo del vaccino anti Covid-19 devono essere separati da quelli dell’Aps, perché il vaccino è un obiettivo globale, che riguarda tutti i Paesi e non solo quelli in via di sviluppo.
- Il Tavolo operativo inter-istituzionale di coordinamento per il contributo italiano alla prevenzione e alla risposta globale al Covid- 19 deve essere il luogo non di consultazione episodica, ma di preparazione dei prossimi appuntamenti internazionali dell’Italia, come la Presidenza italiana del G20 del 2021. In tale consesso l’Italia deve impegnarsi perché venga attuato il prolungamento della moratoria sul debito per le nazioni più povere e si proceda verso la sua cancellazione e riconversione.
- Va assicurato che tutti gli interventi di partenariato con i Paesi terzi siano definiti per il perseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, migliorando la coerenza tra la politica di cooperazione allo sviluppo, la politica commerciale e degli investimenti internazionali, e la finanza. In tale ottica, il trasferimento delle competenze relative al commercio internazionale presso il Maeci permetterebbe un monitoraggio più efficace della coerenza delle politiche di sviluppo sostenibile tra i due pilastri della proiezione italiana all’estero – export e cooperazione.
- Sul fronte dell’agricoltura, per migliorare la performance nei Paesi in via di sviluppo occorre rafforzare la capacità di rendere operativi gli accordi bilaterali e internazionali per il trasferimento del know-how accumulato su questi temi dalle imprese e dalle Ong italiane.
- Infine, anche la politica degli investimenti all’estero, e più in generale per l’internazionalizzazione economica, va realizzata nel rispetto dei diritti umani e dell’ambiente come previsto nell’Agenda 2030 e precisato nelle linee-guida Ocse per le imprese multinazionali. Le istituzioni italiane, come la Cassa depositi e prestiti, devono quindi allinearsi agli standard internazionali e anzi diventare alfieri della finanza sostenibile.
[1] La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi europei è consultabile qui.
[2] La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi nazionali è consultabile qui.
Guarda tutte le proposte dell’ASviS su “Cooperazione internazionale”
Il Rapporto ASviS 2020 “L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, presentato l’8 ottobre in occasione dell’evento di chiusura del Festival dello Sviluppo Sostenibile, valuta i progressi rispetto ai 17 Goal dell’Agenda 2030 e avanza proposte concrete, condivise dagli esperti delle 270 organizzazioni aderenti all’Alleanza, per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile a livello ambientale, sociale, economico e istituzionale. |
a cura di Elita Viola
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