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L’Italia e il Goal 11: aumentano abusivismo edilizio e sovraffollamento abitativo
Italia sotto la media Ue, necessari investimenti in riqualificazione energetica, mobilità sostenibile e periferie, dice il Rapporto ASviS. Con la crisi migliora la qualità dell’aria, ma diminuisce l’utilizzo di mezzi pubblici. [VIDEO] 30/10/20
Le politiche per il Goal 11: a che punto siamo
In tema di politiche abitative e rigenerazione urbana, la Legge di Bilancio per il 2020 ha ridotto l’aliquota della cedolare secca per i contratti a canone concordato dal 15% al 10% e ha rifinanziato il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione (50 milioni di euro l’anno per ciascuno degli anni 2020-2022). Inoltre, la legge di conversione del Decreto “Rilancio” ha incrementato la dotazione del Fondo per il 2020 di 160 milioni di euro, di cui 20 milioni destinati alle locazioni di immobili abitativi degli studenti fuori sede che rientrano nella soglia Isee non superiore a 15mila euro.
La Legge di Bilancio ha poi istituito un nuovo Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (Rinascita urbana) al fine di concorrere alla riduzione del disagio abitativo, con particolare riferimento alle periferie, e di favorire, riqualificare e incrementare il patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale. Il Programma ha una dotazione complessiva pari a 853,81 milioni di euro per gli anni 2020-2033 (12,2 milioni di euro per il 2020) ed è previsto un bando per la presentazione delle proposte da parte delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia o con più di 60mila abitanti, le quali saranno valutate da un’Alta commissione istituita presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’intervento è orientato nella giusta direzione, ma le risorse allocate per i primi anni sono esigue per l’ampia platea di Enti locali a cui si rivolge.
In materia di rigenerazione urbana e di efficientamento energetico degli edifici, l’intervento a maggiore impatto è quello della legge di conversione del Decreto “Rilancio”, che introduce una detrazione pari al 110% (superbonus) in cinque anni delle spese relative a specifici interventi di efficienza energetica (anche attraverso interventi di demolizione e ricostruzione), di misure antisismiche e di installazione di impianti solari fotovoltaici, nonché di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici sostenute tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021.
In tema di mobilità, la Legge di conversione del Decreto “Clima” (n. 141 del 2019) ha istituito un Fondo di 255 milioni di euro negli anni 2019-2024 per il Programma sperimentale (“buono mobilità”) destinato ai residenti nei comuni interessati alle procedure di infrazione comunitaria per non ottemperanza ai limiti di emissione ambientale.
La Legge di conversione del Decreto “Rilancio” ha poi incrementato il Fondo per l’acquisto di autoveicoli a basse emissioni di CO2 (Legge n. 145 del 2018) di 100 milioni di euro per l’anno 2020 e di 200 milioni per il 2021.
La Legge di Bilancio per il 2020 ha istituito il Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane, con una dotazione finanziaria di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024, per finanziare il 50% degli interventi, e ha equiparato i monopattini elettrici ai velocipedi (biciclette), come definiti nel Codice della strada.
Per il settore della cultura e del turismo la Legge di Bilancio del 2020 ha istituito il “bonus facciate”, con la detraibilità dall’imposta lorda del 90% delle spese documentate, sostenute nell’anno 2020, relative agli interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata degli edifici ubicati in specifiche zone. Un altro intervento rilevante è stato il rifinanziamento per l’anno 2020 della Card cultura per i diciottenni, utilizzabile per l’acquisto di determinati prodotti culturali, nel limite di spesa di 160 milioni di euro per il 2020, incrementati di altri 30 milioni dalla Legge di conversione del Decreto “Rilancio”.
La medesima Legge di conversione prevede per il settore cultura un incremento dei Fondi destinati al sostegno delle emergenze (da 130 milioni a 245 milioni di euro per il 2020) e l’istituzione dei seguenti Fondi: per le emergenze delle imprese e delle istituzioni culturali (171,5 milioni di euro per il 2020); per il sostegno dei soggetti che producono e distribuiscono spettacoli di musica dal vivo (10 milioni di euro per il 2020); per la promozione di investimenti e il supporto di altri interventi per il patrimonio culturale materiale e immateriale (50 milioni di euro per il 2020).
Per il sostegno al settore del turismo, particolarmente colpito dalla crisi del Covid-19, la Legge di conversione del Decreto “Rilancio” ha previsto: un credito (tax credit vacanze) utilizzabile dal 1° luglio al 31 dicembre 2020 per viaggi turistici usufruiti sul territorio nazionale; esenzioni Imu per l’anno 2020; l’istituzione dei seguenti Fondi: per l’acquisto, la ristrutturazione e la valorizzazione di immobili destinati ad attività turistico-ricettive (50 milioni di euro per il 2020); per la promozione del turismo in Italia (20 milioni di euro per il 2020); per sostenere le agenzie di viaggio e i tour operator (25 milioni di euro per il 2020).
Al fine di migliorare la qualità dell’aria, la Legge di conversione del Decreto “Clima” prevede l’approvazione entro 90 giorni del Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria e istituisce un tavolo permanente interministeriale per l’emergenza climatica, stabilendo che il Programma sia approvato in coordinamento con il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) e con la pianificazione di bacino per il dissesto idrogeologico. Inoltre, la Legge di conversione del Decreto “Rilancio” ha incrementato di 10 milioni di euro (per l’anno 2020) le risorse finalizzate all’adozione di specifiche strategie di intervento sulla situazione di inquinamento dell’aria presente nella Pianura Padana.
Per ciò che concerne il verde, il Decreto “Clima” ha previsto il finanziamento di un programma sperimentale per la riforestazione delle città metropolitane, per un importo di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021, e ha istituito il Programma Italia Verde, in base al quale viene assegnato annualmente il titolo di “Capitale verde d’Italia” ad una città italiana capoluogo di provincia.
Si ricorda anche che l’Agenda 2030 comprende anche un target al 2020:
1.b Entro il 2020, aumentare notevolmente il numero di città e di insediamenti umani che adottino e attuino politiche e piani integrati verso l'inclusione, l'efficienza delle risorse, la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, la resilienza ai disastri, lo sviluppo e l’implementazione, in linea con il “Quadro di Sendai per la Riduzione del Rischio di Disastri 2015-2030”, la gestione complessiva del rischio di catastrofe a tutti i livelli.
Aggiornando i dati riportati nel Report n. 1/2019 dell’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile ASviS-Urban@it, pubblicato il 22 luglio 2019, risulta che attualmente i Comuni italiani che hanno aderito al Covenant of mayors sono 4.895, un numero molto elevato, dei quali 989 si sono impegnati a presentare anche un Piano di adattamento (Mayors Adapt e/o Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia 2015)15. Dei 3.304 Piani di azione presentati, 577 sono dei Comuni impegnati anche all’adattamento, ma la natura di questi piani non è facilmente valutabile.
La situazione italiana è caratterizzata dall’estrema frammentazione delle politiche di intervento in materia di riduzione del rischio da cambiamenti climatici e disastri naturali. Per superare tale situazione bisognerebbe realizzare un coordinamento tra le diverse strutture competenti in materia di prevenzione e riduzione dei rischi dei disastri naturali: il Dipartimento Casa Italia della Presidenza del Consiglio dei ministri per la prevenzione del rischio sismico; il Dipartimento della Protezione civile, cui compete l’attuazione del Sendai framework for disaster risk reduction 2015-2030; il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, cui compete la prevenzione del rischio idrogeologico e l’approvazione del Piano nazionale di adatta- mento ai cambiamenti climatici (PNACC); il Ministero per lo Sviluppo Economico, cui compete l’approvazione del “Piano nazionale integrato per l’energia e il clima” (PNIEC).
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L’Europa e il Goal 11
Il Goal 11 mostra, a livello europeo[1], una certa eterogeneità nei valori degli indici compositi. La Romania presenta un valore dell’indice composito minore di 32 punti rispetto a quello del best performer (Irlanda). Si osserva un miglioramento del valore del composito rispetto al 2010 per la maggioranza dei Paesi: in particolare, l’Estonia presenta un netto aumento rispetto al livello osservato nel 2010 grazie alla diminuzione del tasso di sovraffollamento delle abitazioni. L’Italia, nonostante registri un miglioramento tra il 2010 e il 2018, è ancora al di sotto della media europea a causa del tasso di sovraffollamento delle abitazioni che, nell’ultimo anno disponibile, si attesta a 27,8% rispetto ad una media europea del 15,5%. L’indicatore relativo alle persone che vivono in abitazioni sovraffollate ha la maggiore influenza sulle disparità territoriali.
L’Italia e il Goal 11
L’indicatore composito nazionale[2] mostra una flessione nel 2015 a causa dell’incremento dell’inquinamento da PM10, che però nel triennio successivo diminuisce sensibilmente, portando il composito a migliorare fino al 2018, anno nel quale per la prima volta l’Italia rispetta il target europeo di numero di giorni in cui si registra un superamento dei limiti di PM10 (31,4 giorni rispetto a un obiettivo di 35). Si sottolinea però che nell’arco di tempo considerato l’offerta del trasporto pubblico è diminuita dell’8,7%. Nel 2019 la flessione dell’indice composito è spiegata dall’aumento dell’abusivismo edilizio (+5,5punti percentuali dal 2010 al 2019), dal sovraffollamento delle abitazioni (+3,5 punti percentuali e dall’aumento dell’utilizzo dei mezzi privati per recarsi sul posto di lavoro. Nel 2020, come conseguenza della riduzione degli spostamenti, è aumentata considerevolmente la qualità dell’aria nelle città, ma l’emergenza sanitaria ha diminuito l’utilizzo dei mezzi pubblici. Questi due fenomeni contrastanti confermano le difficoltà nel valutare quale sarà la direzione presa dall’indicatore relativo a questo Goal nel 2020.
Le proposte dell’ASviS su “Città e comunità sostenibili”
- Per raggiungere l’obiettivo europeo della carbon neutrality al 2050 sono necessari interventi di riqualificazione energetica profonda del patrimonio edilizio, di sostituzione degli impianti di riscaldamento alimentati da combustibili fossili e di installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.
- Visto che gli immobili sono responsabili del 36% delle emissioni di CO2 nell’Unione europea, risulta necessaria una strategia nazionale di valorizzazione urbana mirata al rinnovamento energetico del parco immobiliare pubblico e privato ispirata a criteri innovativi e a sistemi di premialità coerenti con l’economia circolare. Si propone di rendere strutturale l’incentivo fiscale del 65%, con lo sconto o la cessione del credito come con il superbonus, prevedendo una riduzione minima del fabbisogno energetico di almeno il 50% o il raggiungimento della classe energetica B per aiutare le famiglie a risparmiare. Anche il sismabonus va reso strutturale, con un credito di imposta fino all’80% delle spese sostenute.
- È necessario coordinare il “Programma straordinario per le periferie” (Legge n. 208 del 2015) di 2,1 miliardi di euro (in corso di attuazione) e il “Programma rinascita urbana” di 854 milioni di euro dal 2020 al 2033 (Legge n. 160 del 2019), facendovi confluire tutte le risorse dedicate al tema e seguendo un meccanismo di finanziamento stabile e continuativo di un miliardo di euro l’anno per 10 anni.
- In merito ai trasporti, da un’accurata analisi emerge il seguente fabbisogno finanziario: infrastrutture per il trasporto rapido di massa (33 miliardi di euro); rinnovo e miglioramento del parco veicolare dei trasporti pubblici (10,3 miliardi); mobilità elettrica (9,2 miliardi); ciclabilità, pedonalità, sicurezza ed intermodalità (7,6 miliardi); incentivi per l’acquisto di biciclette e mezzi di micromobilità (1,6 miliardi). In totale si tratta di 61,7 miliardi di euro in dieci anni finanziabili nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnnr).
- Le azioni volte a migliorare il sistema dei trasporti delle persone vanno collegate con il Piano strategico nazionale per la mobilità sostenibile (Dpcm 17.04.2019), che prevede 3,7 miliardi di euro in 15 anni, e con il Fondo per le reti ciclabili urbane.
- Anche in considerazione del suo continuo aumento e vista la funzione cruciale della tutela del territorio per la conservazione degli habitat naturali (la cui distruzione è la causa prima della pandemia da Covid-19), è indispensabile accelerare l’approvazione della legge in discussione al Senato contro il consumo di suolo. Il Governo dovrebbe approvare un Decreto-Legge contenente il testo base che sarà proposto dal Comitato ristretto della 13° e 9° Commissione del Senato nominato il 3 marzo 2020.
- Il Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria deve integrarsi senza sovrapporsi con il Pniec, approvato definitivamente nel gennaio 2020 ma da rivedere in relazione ai nuovi obiettivi europei, e con la Strategia a lungo termine (2050) per lo sviluppo a basse emissioni di gas a effetto serra in corso di elaborazione da parte del Ministero dell’Ambiente.
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[1] La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi europei è consultabile qui.
[2] La lista completa degli indicatori di base sui quali sono costruiti gli indicatori compositi nazionali è consultabile qui. Per il Goal 11 non è stato possibile valutare l’effetto della crisi, come indicato dalla dicitura "NV" del grafico.
A cura di Lorenzo Pompi
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