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Una maratona digitale per definire nuove idee su sostenibilità e inclusione sociale
Con il contest internazionale on-line UniSustainathon, oltre 250 studenti da tutto il mondo si sono confrontati per tre giorni, formulando progetti innovativi per la promozione degli SDGs e la sostenibilità degli Atenei. 5/10/20
Un hackathon. Una maratona digitale durata tre giorni per coinvolgere giovani - studenti, universitari, dottorandi - da tutto il mondo, chiamati a connettersi e a lavorare insieme su quattro temi della sostenibilità e dell’inclusione sociale: awareness, community, inclusion e spaces. L’iniziativa “UniSustainathon: sustainability as an opportunity. Universities for Expo 2020 Dubai”, inserita nell’ambito degli eventi nazionali del Festival dello Sviluppo Sostenibile, è stata organizzata dall’ASviS, insieme alla Rus, la Rete delle università italiane per lo sviluppo sostenibile, in partnership con il Commissariato generale per la partecipazione dell’Italia a Expo 2020 Dubai. Il concorso internazionale ha invitato i giovani a mettere in gioco creatività e innovazione, lavoro di gruppo e approccio interdisciplinare, dialogo interculturale e creazione di reti. Ogni gruppo ha presentato un progetto finale in una delle quattro aree tematiche proposte dall’hackathon e che ruotano intorno alla promozione dei 17 Obiettivi dello sviluppo sostenibile e al ruolo delle università nel sostenere la sostenibilità e l’inclusione sociale. Il progetto vincitore verrà candidato alla “Challenge Rus su Agenda 2030” che ha l’obiettivo di selezionare un’idea progettuale alla quale dare visibilità a Expo Dubai 2020 nell'ambito delle attività organizzate dalla Rus. Inoltre, i membri della squadra vincitrice riceveranno un voucher per seguire un corso certificato della SDG Academy.
La competizione è stata inaugurata il 3 ottobre e si è conclusa il 5 ottobre con la presentazione da parte dei partecipanti dei loro progetti davanti a una giuria.
L’evento di lancio è stato aperto da un messaggio del Ministro dell’Università e della ricerca, Gaetano Manfredi, che ha sottolineato il ruolo strategico delle università come poli di promozione della sostenibilità e dell’inclusione sociale. Ha ricordato come la partecipazione dell’Italia a Expo 2020 sia stata concepita soprattutto sotto il segno del coinvolgimento delle università italiane nelle reti della ricerca internazionale e come in quell’occasione verranno firmati importanti protocolli per rafforzare i legami tra il nostro sistema universitario e quello internazionale. Il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini, intervenuto dopo il Ministro, ha approfondito questi concetti. Ha ricordato come a Expo 2020 il padiglione Italia sarà interamente dedicato ai temi dello sviluppo sostenibile. Non solo: proprio perché l’hackathon vuole essere anche un’occasione concreta per creare reti tra ricercatori, università e imprese innovative, i progetti più originali (e non solo il vincitore) verranno mesi in contatto con le imprese che parteciperanno a Expo 2020. In effetti, il padiglione Italia che si aprirà il 1° ottobre del 2021 a Dubai sarà centrato sui problemi dell’istruzione e della diffusione della cultura, con un approccio che vuole raccogliere idee su nuovi metodi didattici e di comunicazione culturale e renderli di dominio comune. Non a caso, il Commissario generale per la partecipazione dell’Italia a Expo 2020, Paolo Glisenti, ha ricordato come l’ufficio da lui diretto abbia lavorato in stretta collaborazione con oltre 50 atenei italiani e le loro associate all’estero. Il ruolo delle università in questi ambiti è importantissimo: per sua stessa natura, infatti, l’accademia è il luogo non solo della creazione, ma anche della diffusione, della cultura, il luogo dove si dà vita a una comunità della ricerca, si definiscono e si creano nuove soluzioni, si collabora con il territorio e con gli attori locali. In poche parole: il luogo dove culture e competenze anche molto distanti tra loro vengono in contatto, dialogano e individuano risposte nuove a vecchi problemi, come ha sostenuto la professoressa Laura Nota dell’Università di Padova, nonché coordinatrice del gruppo di lavoro della Rus sull’inclusione.
È proprio per fare dialogare tra loro culture e discipline eterogenee che il Commissariato generale per la partecipazione dell’Italia a Expo 2020 a Dubai ha recentemente siglato un partenariato con l’Università degli Emirati Arabi Uniti, su un progetto comune per indirizzare giovani talenti verso la sostenibilità. È infatti importante catturare l’entusiasmo dei ragazzi e portarli a collaborare e comunicare intorno ai temi e ai valori della sostenibilità in un ambiente cosmopolita e stimolante, ha sostenuto il professore Ahmed Murad dell’Università degli Emirati Arabi Uniti e vice-commissario per Expo 2020 per il suo Paese. Per partecipare all’hakathon, infatti, sono stati selezionati ben 274 partecipanti (le ragazze - 180 - sono quasi il doppio dei maschi, fermi a 94) che provengono da circa 40 Atenei sparsi su quattro continenti: Nord America, Africa, Asia e, naturalmente, Europa. Nel corso dei tre giorni di lavoro non-stop i ragazzi dovranno “immaginare, costruire e proporre” un loro progetto; per dirla con le parole della professoressa Nota, dovranno “prendere il futuro nella loro mani, e immaginarselo”.
L’evento è terminato con un augurio speciale da parte di Patrizia Lombardi, presidente della Rus, congratulandosi con gli esperti che hanno partecipato alle giornate di lavoro. La Presidente ha incoraggiato studenti e professori a mostrare tutta la loro “creatività” nel trovare soluzioni sostenibili per il futuro e, in particolare, nel contesto della prossima esposizione universale organizzata dagli Emirati Arabi.
di William Valentini