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L’impatto della crisi sullo sviluppo sostenibile nell’analisi dell’ASviS
Documento dell’Alleanza sulle conseguenze della pandemia. Giovannini: “Le norme in discussione valutino sempre gli effetti perché nessuno sia lasciato indietro”. Una proposta di policy con il Forum diseguaglianze. 30/3/20
Che impatto avrà l’emergenza Coronavirus sulle dimensioni dello sviluppo sostenibile? Quali sono i Goal dell’Agenda 2030 su cui questa crisi si abbatte maggiormente? Quali sono gli effetti sugli indicatori che misurano la sostenibilità del Paese? A queste domande l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) ha risposto lunedì 30 con un’analisi articolata in vari documenti per contribuire a prevedere come la pandemia causata dal Covid-19 cambierà il nostro mondo, i nostri valori, le nostre preferenze e le scelte, individuali e collettive.
In primo luogo, è stata effettuata una valutazione qualitativa della crisi sull’andamento prevedibile degli oltre 100 indicatori elementari utilizzati per elaborare gli indici compositi per i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, aggiornati al 2018 nel febbraio scorso. La valutazione si concentra sugli effetti a breve termine della crisi (cioè nel corso del 2020), supponendo l’eliminazione delle attuali restrizioni alla mobilità delle persone e allo svolgimento delle attività economiche entro il mese di giugno. L’analisi è stata effettuata pesando e bilanciando diversi fattori, come la caratteristica dell’indicatore e il suo comportamento negli anni della crisi 2008-2009.
Per i Goal 1 (povertà), 4 (Educazione), 8 (Condizione economica e occupazionale), 9 (Innovazione), 10 (Disuguaglianze) l’impatto atteso è largamente negativo, mentre per i Goal 7 (Sistema energetico), 11 (Città e comunità sostenibili), 13 (Lotta al cambiamento climatico) e 16 (Pace, giustizia e istituzioni solide) ci si può aspettare un andamento moderatamente positivo. Per i Goal 6 (Acqua pulita), 14 (Flora e fauna acquatica) e 17 (Partnership) nel 2020 l’impatto dovrebbe essere sostanzialmente nullo, mentre per i rimanenti sei Goal l’impatto è incerto: in alcuni casi, infatti, non è stato possibile immaginare una relazione chiara tra crisi e indicatore, mentre in altri casi miglioramenti e peggioramenti tendono a compensarsi.
“Intendiamo contribuire alla riflessione sull’impatto della crisi epidemica per cercare di rispondere ai quesiti che oggi, in tutto il mondo, stimolano il dibattito sulle possibili conseguenze della pandemia”, ha spiegato il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini. “Oggi presentiamo le prime evidenze, insieme a una proposta di policy elaborata con il Forum Disuguaglianze e Diversità per migliorare gli strumenti di welfare all’insegna del motto dell’Agenda 2030 Nessuno sia lasciato indietro. Nelle discussioni di questi giorni”, ha aggiunto Giovannini, “alcuni si chiedono se questa crisi stimolerà il cambiamento dell’attuale modello di sviluppo nella direzione indicata dall’Agenda 2030, oppure se l’urgenza di affrontare i danni economici che la crisi produrrà dovrà emergere su tutte le altre esigenze, privilegiando la creazione di posti di lavoro, ma trascurando gli aspetti ambientali o le potenziali disuguaglianze che le ricette economiche classiche possono causare.
‘Questa analisi smentisce, una volta per tutte, l’idea che una crisi economica “faccia bene” allo sviluppo sostenibile come definito dall’Agenda 2030 che comprende le dimensioni economiche, sociali, ambientali e istituzionali’, ha detto ancora il portavoce dell’ASviS, ribadendo l’invito al Governo e al Parlamento affinché “i provvedimenti normativi in discussione siano sempre accompagnati da una valutazione, ancorché qualitativa, del loro impatto atteso sulle diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile”.
Proprio per mostrare l’utilità di tale approccio anche in una situazione come l’attuale, l’ASviS ha esaminato il Decreto legge “Cura Italia” e per ogni articolo ha identificato gli Obiettivi maggiormente impattati. Dall’analisi emerge che le norme del Decreto riguardano soprattutto il Goal 3 (Salute e benessere), per le numerose misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale; i Goal 8 e 9; i Goal 1 e 10, a causa dei provvedimenti di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese. Infine, il Goal 16 viene influenzato dagli interventi sulle pubbliche amministrazioni, la continuità del servizio postale, le forze dell’ordine, la gestione della giustizia e il funzionamento degli istituti penitenziari.
Per ogni articolo dello stesso decreto, l'Alleanza, basandosi sul paper elaborato dal Joint Research Center (JRC) della Commissione europea “Building a scientific narrative towards a more resilient EU Society”, ha assegnato i provvedimenti basandosi sulle cinque dimensioni individuate dalla ricerca: politiche che prevengono, preparano, proteggono, promuovono e trasformano. Nel caso del Decreto “Cura Italia”, gran parte degli articoli possono essere ricondotti a misure di “Protezione”: si tratta infatti di provvedimenti con effetti limitati nel tempo per fronteggiare l’emergenza. Alcuni di questi (per esempio, didattica a distanza o lavoro agile) andrebbero poi resi continuativi per fronteggiare shock futuri e avviare un cambiamento nel senso della “resilienza trasformativa”, cioè di una reazione alla crisi che non faccia semplicemente tornare a dove eravamo qualche settimana fa, ma che cambi in meglio l’Italia, nell’ottica dello sviluppo sostenibile.
di Andrea De Tommasi
SCARICA:
Il documento sulla valutazione della crisi
L’analisi del decreto Cura Italia alla luce degli SDGs
La valutazione degli effetti della crisi sugli indicatori di sviluppo sostenibile (Matrice)
La valutazione degli effetti della crisi sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Analisi)