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Legge di bilancio più attenta a sviluppo sostenibile, ma siamo lontani dai target
All'evento dell’ASviS, con molte migliaia di partecipanti on line, sono intervenuti Gualtieri, Sassoli, Braga e i rappresentanti di associazioni giovanili. L’introduzione di Stefanini e la relazione di Giovannini. [VIDEOSINTESI] [VIDEO INTEGRALE] 27/2/20
Oltre 18mila persone hanno partecipato in streaming attraverso i canali dell’ASviS all’incontro “La legge di bilancio e lo sviluppo sostenibile –A che punto siamo?”, svoltosi nel pomeriggio di mercoledì 26 alla Sala Petrassi del Parco della musica di Roma, a porte chiuse a causa della situazione sanitaria. L’evento, che è stato trasmesso anche dalle televisioni di Ansa, Repubblica e Sole 24 Ore.
Nel corso dell’evento l’ASviS ha presentato un esame dettagliato dei provvedimenti del governo rispetto ai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, sulla base dell’analisi dei gruppi di lavoro dell’Alleanza.
Il presidente dell’ASviS, Pierluigi Stefanini, ha introdotto e moderato l’incontro. “Valutiamo positivamente la Legge di Bilancio 2020, anche se l’efficacia dei singoli provvedimenti dipenderà dalla rapidità e dai contenuti dei decreti attuativi”, ha detto. “Questo vale, in particolare, per le spese per investimento, tema sul quale l’Italia ha accumulato nel passato drammatici ritardi. L’ASviS seguirà da vicino l’attuazione dei singoli provvedimenti, fornendo una valutazione puntuale in occasione della redazione del Rapporto di ottobre 2020”. Stefanini ha anche letto un messaggio di saluto della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, impossibilitata a partecipare.
Il portavoce dell’Alleanza Enrico Giovannini ha presentato un’analisi dettagliata dei commi della Legge di bilancio alla luce dei 17 Obiettivi e dei 169 Target dell’Agenda 2030, presentando una serie di slide che hanno messo in luce sia elementi positivi che mancanze. Ha espresso apprezzamento per la presentazione da parte del ministero dell’Economia e delle finanze, la scorsa settimana, di un documento che analizza la Legge di bilancio 2020 alla luce dei parametri di benessere equo e sostenibile (Bes), ricordando che questo inserimento di valutazioni “oltre il Pil” corrisponde a quanto si auspicava quando come presidente dell’Istat promosse l’introduzione del Bes in Italia. Ha concluso con una serie di proposte. Alle forze politiche l’ASviS chiede, tra l’altro, l’inserimento in Costituzione del principio di sviluppo sostenibile, un atto di indirizzo da parte del Presidente del Consiglio ai ministri che citi la loro responsabilità per il conseguimento degli SDGs e dei relativi Target, l’inserimento nella Relazione illustrativa delle proposte di legge di una valutazione ex-ante dell’impatto atteso sui 17 Obiettivi e sui singoli Target e una legge annuale sullo sviluppo sostenibile, destinata a introdurre modifiche di carattere ordinamentale con un’ottica sistemica, da approvare entro giugno.
All’Europa, che già ha mostrato di cambiare passo sull’Agenda 2030 grazie alla Commissione von del Leyen e al rinnovato impegno del Parlamento europeo, Giovannini ha ricordato la necessità di un pieno inserimento dell’Agenda 2030 nel “Semestre europeo” e della valutazione d’impatto sugli SDGs nelle proposte legislative e nelle comunicazioni della Commissione europea. Ha anche raccomandato che il Parlamento europeo svolga il suo ruolo guida sull’Agenda 2030 nei confronti dei Parlamenti nazionali.
Nel suo intervento, il ministro dell’economia Roberto Gualtieri ha sottolineato i molti punti di assonanza tra il governo e l’ASviS. “Vogliamo individuare una serie di missioni del Green New Deal e su quelle concentrare risorse pubbliche e private con obiettivi precisi. Per esempio, l’efficientamento energetico di tutto il patrimonio pubblico italiano, a cominciare dalle scuole, entro un limite di tempo misurabile, con una mobilitazione di risorse nazionali, europee ed anche con l’emissione di titoli di debito green bond orientati a questo obiettivo. Così come l’orientamento della filiera dell’auto verso lo sviluppo sostenibile, le energie rinnovabili, la filiera della plastica, la siderurgia verde a partire dall’ex-Ilva. Quindi, una serie di missioni che diano completezza e che consentano di misurare la coerenza verso l’obiettivo. Penso anche che il nostro PNIEC (il Piano nazionale integrato energia-clima) dovrà essere rivisto alla luce dei più ambiziosi obiettivi europei. È stato redatto durante la transizione tra il vecchio e il nuovo governo; si è fatto un lavoro molto importante, però ci sono aspetti che richiederebbero una rivisitazione e una maggiore ambizione”.
Il presidente del Parlamento europeo David Maria Sassoli ha esordito affermando che la lotta contro il cambiamento climatico equivale a un impegno per cambiare il modello di sviluppo. Ha individuato nel nuovo quadro finanziario pluriennale della Ue il nodo da affrontare ora per attuare una politica di sviluppo sostenibile. “Il Parlamento europeo ha fatto una proposta molto pragmatica. Abbiamo preso il programma strategico del Consiglio europeo, l’abbiamo messo su carta e abbiamo calcolato che cosa serve per finanziare i programmi tradizionali e i nuovi programmi cioè quelli che sono stati illustrati nel luglio scorso dalla presidente della Commissione von der Leyen e che hanno ricevuto il via libera del Parlamento. Si deve puntare sulle energie rinnovabili, ma anche aiutare i Paesi tuttora fortemente dipendenti dal carbone come la Polonia, perché nessuno dei 27 Paesi deve rimanere indietro. Noi non dobbiamo chiudere le aziende, dobbiamo aiutare a trasformarle. Non dobbiamo mettere per strada i lavoratori, ma dobbiamo aumentare i posti di lavoro perché se il Green deal ha una ambizione è proprio questa”.
La coordinatrice dell’Intergruppo parlamentare per lo sviluppo sostenibile Chiara Braga ha sottolineato alcuni aspetti positivi conseguiti negli ultimi mesi: la modifica del Cipe in Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess), “trasformazione sulla cui efficacia il Parlamento dovrà vigilare”, e il nuovo Piano 2030 per il Sud, parametrato sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile. È necessario però, come richiesto dall’ASviS, che si formalizzi una valutazione ex ante delle proposte di legge alla luce degli SDGs e si deve arrivare alla formulazione di una legge annuale per lo sviluppo sostenibile.
Braga si è poi soffermata su tre questioni aperte: “la disponibilità delle risorse, non ancora sufficiente e non sempre strutturate in modo da orientarsi su più esercizi finanziari; la capacità di produrre risultati in tempi rapidi, perché non è banale problema dei ritardi nell’emanazione dei decreti attuativi e anche del superamento degli ostacoli per rendere pienamente operativi questi strumenti; in qualche caso infine la carenza di una coerenza complessiva. Faccio un esempio: il piano di rinascita urbana, quello sulle politiche abitative, è completamente slegato dall’obiettivo della tutela del suolo”.
All’incontro hanno partecipato i rappresentanti di quattro associazioni di giovani. Alessio Fabbri, di Aiesec Italia, “non profit che da 65 anni si adopera per sviluppare una leadership consapevole e responsabile dei giovani italiani. Ci preoccupa in particolare la percentuale di giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet: siamo lontani dall’obiettivo fissato per quest’anno. Invochiamo l’aiuto delle istituzioni per intraprendere iniziative che facciano fronte a questo fenomeno. Dal canto nostro continueremo a operare e offrire ai giovani esperienze all’estero che consentano di sviluppare le proprie doti di leadership, acquisire competenze e che permettano loro di tornare poi in Italia e agire per uno sviluppo che sia davvero sostenibile. Il nostro pensiero va anche ai giovani stranieri nel nostro Paese, soprattutto ai richiedenti asilo e rifugiati, un ambiente nel quale abbiamo lavorato da anni portando centinaia di giovani volontari internazionali da diversi Paesi del mondo a offrire la loro opera nei centri di accoglienza. Dopo il rallentamento nella scorsa stagione politica ci auguriamo che su questo campo le forze politiche si adoperino per un cambio di rotta che è davvero necessario”.
Maria Ida Palmieri, del Rome Hub Global Shapers, gruppo di giovani collegati al World economic forum, ha ricordato che stiamo vivendo una fase così veloce che trasformerà un miliardo di posti di lavoro: “stiamo lavorando a progetti per costruire competenze del futuro. Ci rivolgiamo a giovani, a minoranze locali con l’obiettivo di preparare l’ingresso nel lavoro di domani e favorire l’inclusione sociale. Secondo il rapporto dell’Ocse del 2019, l’Italia continua a essere uno dei Paesi con un ritardo digitale più consistente. È diffusa l’analfabetizzazione digitale, ma anche quella funzionale, legata al calcolo matematico. Se non affrontiamo questi problemi ci troveremo di fronte a un’emergenza sociale che fermerà la nostra economia”.
Elena Marro, dello Europe Youth Parliament, ha ricordato l’evento che si terrà a Milano dal 30 aprile al 10 maggio: “il Parlamento europeo giovani è una piattaforma di dibattito politico, di educazione civica ed incontri interculturali che ogni anno riesce a coinvolgere 30mila giovani provenienti da 40 Paesi, con una media di 600 eventi l’anno. Siamo riusciti a portare dopo vent’anni di nuovo in Italia l’evento di punta. Milano sarà crocevia di culture, tradizioni e pensieri, ospitando per dieci giorni circa 320 partecipanti che discuteranno sul tema della sostenibilità nella sua accezione economica sociale ed ambientale. I ragazzi saranno divisi in 15 commissioni, ognuna delle quali andrà ad affrontare una tematica correlata con un obiettivo di sviluppo sostenibile. Lo scambio di opinioni è finalizzato alla volontà di dare spazio a comportamenti virtuosi. I partecipanti torneranno nelle loro comunità di appartenenza con l’obiettivo di condividere la propria esperienza creando così un effetto moltiplicatore.
Filippo Sotgiu, di Fridays for future Roma, in un appassionato intervento, ha descritto due possibilità: la prima conduce verso un mondo migliore, la seconda al disastro. “Tra meno di otto anni non saremo in tempo per fare niente perché avremo superato il punto di non ritorno e saremo ormai in caduta libera verso il totale collasso climatico. Questi scenari emergono dei numerosi studi condotti da scienziati di tutto il mondo. Le nostre proposte sono note da tempo: primo, fuori dal fossile entro il 2030; secondo, tutti uniti nessuno escluso: la transizione deve avvenire secondo il principio di giustizia climatica; terzo, diamo voce alla scienza: il governo deve dire la verità ai cittadini e agire di conseguenza: bisogna dire chiaramente che stiamo vivendo la più grande minaccia della storia dell’umanità. Non esiste una terza via; dobbiamo cambiare completamente la nostra società, altrimenti collasserà. Sappiamo che possiamo cambiare tutto: il coronavirus ci ha dimostrato che se ce n’è bisogno siamo perfettamente in grado di fermare un paese, una città, l’economia dell’intero Stato pur di affrontare l’emergenza. Ma per il cambiamento climatico non stiamo agendo, eppure l’emergenza climatica è ben più temibile di questa epidemia e dobbiamo solo riconoscerla come tale. E se vi manca il coraggio non c’è problema, ce lo mettiamo noi”.
Nelle sue conclusioni, Giovannini ha sottolineato l’importanza di un dibattito come questo, non formale ma con effettive differenze di opinioni, come è nella tradizione dell’ASviS, che riunisce associazioni con impostazioni diverse, pur con comuni obiettivi. Ha sottolineato quattro punti per accelerare la transizione. Il primo è la necessità di arrivare a una valutazione ex ante di tutti i provvedimenti legislativi, anche a livello regionale e cittadino, alla luce degli SDGs; il secondo è un’offerta che l’ASviS fa alle associazioni di giovani, per la costruzione di una loro piattaforma di dialogo. La terza, sempre rivolta ai giovani, è di mobilitarsi sul tema dell’inserimento dello sviluppo sostenibile nella Costituzione, accelerando l’iter delle proposte già presenti in Parlamento. La quarta è l’invito rivolto a tutti, a partecipare con proposte di iniziative al Festival dello sviluppo sostenibile, che si aprirà il 20 maggio. “L’anno scorso il Festival ha superato i mille eventi; quest’anno non sarà limitato al territorio nazionale, perché grazie all’impegno del Ministero degli Esteri includerà anche iniziative nelle nostre ambasciate nel mondo”.
di Donato Speroni
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Rapporto "La Legge di Bilancio 2020 |