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Giornata del risparmio, solo 30% degli italiani ha conoscenze finanziarie di base
Nel dibattito “Educazione finanziaria e finanza sostenibile: investire nel futuro”, organizzato dal Mef e ASviS, innovazione tecnologica e competenze come nuove leve per investimenti sostenibili e crescita del Paese. [VIDEO] 31/10/19
Poco diffusa la comprensione dei vantaggi legati alla diversificazione di portafoglio e scarsa la capacità di rispondere correttamente alle domande sul calcolo degli interessi composti: questa è la fotografia scattata dall'Ocse, attestando il livello della cultura finanziaria dell'Italia al penultimo posto tra i Paesi del G20.
Il 30 ottobre, al termine della seconda edizione del Mese dell’educazione finanziaria promossa dal Comitato per l’educazione finanziaria, l'ASviS e il dipartimento del Tesoro del Mef hanno presentato il dibattito “Educazione finanziaria e finanza sostenibile: investire nel futuro” per far luce, nell’attuale contesto, su nuove strategie e strumenti per attrarre capitale privato verso investimenti sostenibili, e del ruolo che in questo ambito deve avere l’educazione finanziaria.
Secondo i dati dell'Ocse del 2017, al momento sono circa 70 i Paesi che hanno realizzato o stanno realizzando una strategia nazionale per l’educazione finanziaria. L'Italia ha adottato una sua strategia, approvata con decreto interministeriale del 16 febbraio 2018, anche per far fronte ai profondi cambiamenti socio-economici su scala globale: l'aumento dell'aspettativa di vita, il crollo demografico e il cambiamento del mercato del lavoro rendono necessarie conoscenze e competenze finanziarie diverse rispetto al passato e non solo per il benessere delle famiglie e dei singoli cittadini.
#OttobreEdufin2019 @Gualtierieurope @MEF_GOV: "L'educazione finanziaria è decisiva per la #sostenibilità. La finanza è fondamentale per la realizzazione dell'#Agenda2030 e i 17 Obiettivi che dobbiamo raggiungere per non mettere a rischio la vita sulla Terra". pic.twitter.com/GklatOWr6N
— ASviS (@ASviSItalia) October 30, 2019
La cultura finanziaria produce, infatti, effetti positivi anche a livello macroeconomico, dotando gli investitori di una maggiore comprensione delle scelte di politica economica. Una più marcata sostenibilità delle finanze pubbliche, il superamento delle disuguaglianze di genere e della distribuzione della ricchezza, una migliore stabilità del sistema finanziario e una minore vulnerabilità individuale e collettiva a shock finanziari sono alcuni dei benefici per l'intera collettività.
#OttobreEdufin2019 Enrico Giovannini: "Dalla crisi finanziaria tutte le organizzazioni si sono impegnate per l'educazione finanziaria. La buona notizia è che stiamo andando nella direzione della finanza sostenibile, purtroppo siamo in ritardo. L'ASviS è impegnata su questo tema" pic.twitter.com/brhVx90vDE
— ASviS (@ASviSItalia) October 30, 2019
L'analisi dell'indicatore di competenze finanziarie, costituito dalle conoscenze di concetti economici di base, dai comportamenti adeguati e dall'orientamento al lungo periodo, mostra come nel 2017 solo il 30% degli italiani aveva un livello adeguato di conoscenze di base, a fronte di una media dei Paesi Ocse del 62%. Ciò anche causa della poco frequente abitudine a pianificare e ad avere un budget familiare e a una minore diffusione di prodotti finanziari rispetto agli altri Paesi sviluppati.
Nel dibattito sono stati delineati, accanto ai tradizionali canali di intermediazione, le potenzialità offerte dall’innovazione tecnologica e dall’educazione finanziaria quali nuove leve per incoraggiare gli investimenti sostenibili e la crescita del Paese.
di Elis Viettone