Notizie dal mondo ASviS
Il ruolo della società civile e il programma di lavoro dell’Alleanza
I nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono stati definiti con un ampio concorso della società civile e la loro realizzazione riguarda tutti. L’ASviS nasce per contribuire allo sforzo a cui l'Italia è chiamata per raccogliere e affrontare le enormi sfide che ci stanno di fronte.
I nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs nell'acronimo inglese) approvati dalle Nazioni Unite per il quindicennio 2016 – 2030, abbracciano i temi ambientali (lotta al cambiamento climatico, salvaguardia delle foreste e dei mari, ecc.) che vengono comunemente associati al concetto di sostenibilità, ma si pongono anche obiettivi di salvaguardia della sostenibilità sociale delle comunità umane, minacciate da guerre, oppressione delle minoranze, diseguaglianze crescenti. Si capisce pertanto che gli Obiettivi fissati dall’Onu interessino una vastissima platea di organizzazioni della società civile. Infatti, il processo che ha preparato l’Agenda Globale, i Goal e i Target è stato caratterizzato da ampie consultazioni, sia globali che nazionali. Non vi è stato soggetto interessato ai diversi temi inclusi nell’Agenda (povertà, innovazione, qualità dell’ambiente, educazione, disuguaglianze sociali e di genere, ecc.) che non abbia avuto l’opportunità di contribuire a tale dibattito. Questa straordinaria opera di sensibilizzazione è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per il disegno di azioni efficaci per realizzare gli SDGs.
Una seconda condizione necessaria è che l’insieme della società civile, le parti sociali e le autorità pubbliche trovino forme efficaci di collaborazione, superando i particolarismi. Se, infatti, ciascuna entità continuerà ad impegnarsi per attirare l’attenzione della pubblica opinione sul proprio campo di azione (sia esso l’ambiente, la povertà e le questioni sociali, la competitività o la difesa di particolari categorie di cittadini) sarà impossibile vincere la sfida dello sviluppo sostenibile che richiede un cambiamento di mentalità e un approccio globale ai problemi.
Infine, sarà necessario identificare soluzioni possibili per realizzare la transizione necessaria alla sostenibilità dello sviluppo, in grado di minimizzare i costi ad essa connessi e massimizzare i ritorni per i diversi stakeholder, mostrando le grandi opportunità che una crescita “verde” e “inclusiva” riserva a tutti gli attori sociali, a partire da quelli economici. D’altra parte è stato riconosciuto che un processo di sostenibilità ambientale non può prescindere da concrete iniziative politiche volte a rimuovere le gravissime discriminazioni economiche, giuridiche, sociali e culturali che ancora sussistono tra “generi” e “generazioni”. Al centro dell’attenzione, quindi, va posta l’equa redistribuzione delle risorse e la buona governance a livello globale, così come la difesa dei diritti fondamentali della persona, la lotta alla violenza nei confronti delle donne, l’istruzione, la salute e l’eliminazione delle discriminazioni di genere.
Queste tre condizioni, necessarie ma non sufficienti per aiutare l’Italia ad abbracciare la nuova Agenda globale, possono essere più facilmente realizzate grazie al lancio di una iniziativa multistakoholder per lo sviluppo sostenibile. Ciò richiede un coinvolgimento continuo ed approfondito degli scienziati e dei ricercatori, degli innovatori (tecnologici e sociali), delle autorità pubbliche, degli opinion leader e della società civile, così da rendere evidenti i vantaggi di scelte lungimiranti e bilanciate. Nell’ambito di un tale approccio, le imprese sono soggetti centrali, in quanto è attraverso l’operare d’impresa che l’azienda sostenibile crea sviluppo: beni e servizi da un lato, lavoro, competenze, qualità ambientale, opportunità e relazioni dall’altro. Analogamente, le università e i centri di ricerca svolgono un ruolo fondamentale per identificare, sperimentare e diffondere soluzioni in grado di portare il mondo su un sentiero di sostenibilità.
In Italia, l’impegno per lo sviluppo sostenibile caratterizza già le iniziative di un’ampia platea di soggetti pubblici, privati e della società civile, i quali hanno già incorporato, o stanno incorporando, nei propri programmi di azione gli impegni dell’Agenda Globale e l’impegno per realizzare gli SDGs, spesso all’interno di reti internazionali che cooperano con le agenzie internazionali impegnati nei diversi campi.
L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) nasce per contribuire allo sforzo a cui l'Italia è chiamata per raccogliere e affrontare le enormi sfide che ci stanno di fronte, nello spirito di condivisione della responsabilità per il raggiungimento degli SDGs.
La missione dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) è quella di far crescere nella società italian, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell'importanza dell'Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile, mettendo in rete i soggetti che si occupano già di aspetti specifici ricompresi negli SDGs, allo scopo di:
• favorire lo sviluppo di una cultura della sostenibilità a tutti i livelli, orientando a tale scopo i modelli di produzione e di consumo,
• analizzare le implicazioni e le opportunità per l’Italia legate all’Agenda per lo sviluppo sostenibile,
• contribuire alla definizione di una strategia italiana per il conseguimento degli SDGs (anche utilizzando strumenti analitici e previsivi che aiutino la definizione di politiche per lo sviluppo sostenibile) e alla realizzazione di un sistema di monitoraggio dei progressi dell’Italia verso gli SDGs.
L'ASviS è stata costituita con il coinvolgimento delle seguenti reti della società civile:
• associazioni rappresentative delle parti sociali (associazioni imprenditoriali, sindacali e del Terzo Settore);
• reti di associazioni della società civile che riguardano specifici Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (salute, benessere economico, educazione, lavoro, qualità dell’ambiente, uguaglianza di genere, ecc.);
• associazioni di enti territoriali;
• università e centri di ricerca pubblici e privati, e le relative reti;
• associazioni di soggetti attivi nei mondi della cultura e dell’informazione;
• fondazioni e reti di fondazioni;
• soggetti italiani appartenenti ad associazioni e reti internazionali attive sui temi dello sviluppo sostenibile.
Gli obiettivi specifici dell’Alleanza sono i seguenti:
• sensibilizzare gli operatori pubblici e privati, la pubblica opinione e i singoli cittadini sull’Agenda per lo sviluppo sostenibile, anche favorendo una conoscenza diffusa delle tendenze in atto rispetto agli SDGs e di quelle attese per il futuro attraverso l’impiego di tutti i mezzi di comunicazione;
• analizzare implicazioni e opportunità per l’Italia che derivano dall’adozione dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile, nonché ridurre al massimo i costi della transizione alla sostenibilità, individuando, grazie allo sviluppo di strumenti analitici appropriati, i trade-off esistenti tra diverse politiche e proponendo interventi per renderli più favorevoli;
• stimolare la ricerca e l’innovazione per lo sviluppo sostenibile, promuovendo la diffusione di buone pratiche sviluppate all’estero e in Italia, nonché lo sviluppo di strumenti analitici utili per valutare l’impatto delle politiche economiche, sociali e ambientali;
• promuovere un programma di educazione allo sviluppo sostenibile, con particolare attenzione alle giovani generazioni;
• proporre politiche volte al raggiungimento degli SDGs ed esprimere opinioni riguardo a possibili interventi legislativi, cercando di valutarne l’impatto ai fini del raggiungimento degli SDGs, con particolare riferimento al superamento dei divari esistenti tra le diverse regioni del nostro Paese e delle disuguaglianze tra i diversi gruppi socio-economici;
• identificare le proposte innovative che vengono dal sistema della ricerca e promuoverne la sperimentazione su scala locale e nazionale, e l’adozione da parte delle imprese e della pubblica amministrazione;
• contribuire alla predisposizione di adeguati strumenti di monitoraggio per il conseguimento degli Obiettivi in Italia, con riferimento anche a gruppi di stakeholderspecifici (imprese) e a contesti territoriali locali (comunità e città), valorizzando al massimo i sistemi esistenti, quali gli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile (BES).
Per l’elenco completo degli aderenti cliccare qui: http://www.asvis.it/gli-attuali-aderenti/
Il programma di lavoro 2016-2017 dell’ASviS
Nella definizione dei programmi dell’Alleanza vanno tenute presente alcune importanti scadenze istituzionali. La prima riguarda il “ciclo politico” nazionale. Per poter influenzare significativamente le politiche nazionali ed orientarle verso il raggiungimento degli SDGs fissati entro il 2030 (alcuni impegni vanno realizzati entro il 2020), le elezioni politiche previste nel 2018 rappresentano un momento cruciale. Se, infatti, le piattaforme programmatiche dei diversi partiti non incorporassero proposte coerenti con gli SDGs, la probabilità di raggiungere questi ultimi sarebbe estremamente bassa, visto che le successive elezioni sarebbero previste per il 2023. Di conseguenza, nel biennio 2016-2017 l’Alleanza ha una “finestra di opportunità” unica, da non sprecare, per svolgere il proprio ruolo in questo campo.
D’altra parte, visto che le organizzazioni aderenti avevano definito i propri programmi di lavoro per l’anno in corso prima della costituzione dell’Alleanza, il 2016 va considerato un anno di transizione e di preparazione delle attività da svolgere nel 2017. In questa prospettiva, è importante identificare alcune iniziative altamente “simboliche” da realizzare nel 2016, anche allo scopo di accreditare l’Alleanza nel panorama socio-culturale italiano.
Seguendo lo schema già adottato per la Conferenza COP21, l’Alleanza ha deciso di operare sulla base di un programma di lavoro articolato in due tipologie di iniziative finalizzate al raggiungimento degli obiettivi specifici sopra indicati:
a) attività che ciascun membro programmerà sulla base dei propri obiettivi statutari e dei propri piani di lavoro;
b) attività che verranno deliberate dall’Assemblea e finanziate con i fondi forniti dai membri dell’Alleanza.
Nel primo caso, gli impegni che ciascun membro assumerà saranno comunicati al Segretariato e condivisi con gli altri membri, così da massimizzare possibili sinergie e potenziarne l’impatto comunicativo; nel secondo caso, l’Assemblea sarà chiamata ad esprimersi sui contenuti e le caratteristiche dell’attività.
Come ogni organizzazione, l’Alleanza ha bisogno di sviluppare un’attenta strategia di comunicazione che riguardi le sue finalità, gli obiettivi, il funzionamento, ecc. così da accreditarsi nei confronti nell’opinione pubblica e porsi come un interlocutore credibile delle istituzioni in grado di apportare un significativo valore aggiunto alle tante attività svolte dai suoi membri. D’altra parte, proprio il valore e il numero degli aderenti richiede chiare “regole” di funzionamento, finalizzate a massimizzare la collaborazione tra le rispettive strutture di comunicazione ed evitare “errori di percorso” che potrebbero minare la fiducia reciproca tra i membri dell’Alleanza.
A tal fine l’Assemblea ha deciso di costituire una rete di comunicatori con i seguenti compiti: realizzazione delle infrastrutture attraverso cui svolgere le attività di comunicazione (logo, sito web, pagina facebook, profilo twitter, rassegna stampa, ecc.) definizione di regole “snelle e sostenibili” per il funzionamento della rete (sistema di sign-off, uso delle mailing list, dei siti, ruolo del portavoce, ecc.); stesura di un piano di comunicazione (interna ed esterna) e di eventi per il 2016, definendo le azioni necessarie e i costi ad esse associati.
L'Alleanza si è dotata di un prgramma di lavoro per il bienni 2016-2017 articolato su quattro principali direttrici: sensibilizzazione degli operatori pubblici e privati, della pubblica opinione e dei singoli cittadini sull’Agenda per lo sviluppo sostenibile; valutazione delle implicazioni e delle opportunità per l’Italia che derivano dall’adozione dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile; educazione allo sviluppo sostenibile, con particolare attenzione alle giovani generazioni, alle donne e ai decision makers; predisposizione di adeguati strumenti di monitoraggio per il conseguimento degli SDGs in Italia.
Le attività qui illustrate possono essere integrate e riviste nel corso dell’anno alla luce delle indicazioni degli aderenti per ciò concerne le attività di tipo “a” e delle risorse disponibili.
Sensibilizzazione degli operatori pubblici e privati, della pubblica opinione e dei/delle cittadini/e sull’Agenda per lo sviluppo sostenibile
Questo è un campo nel quale i singoli membri dell’Alleanza possono svolgere un ruolo chiave grazie all’ampiezza delle reti di cui dispongono. Di conseguenza, entro il mese di aprile, ciascun membro dell’Alleanza si impegna a:
• valutare come integrare gli SDGs nelle proprie strategie/programmi/piani, identificando il ruolo e il contributo specifico da apportare per raggiungere gli obiettivi dell’Alleanza;
• definire le modalità per integrare nelle proprie attività istituzionali i principi dello sviluppo sostenibile, applicando le migliori pratiche già esistenti (riduzione dell’impatto ambientale, delle discriminazioni di genere, ecc.), anche attraverso il coinvolgimento della “catena dei fornitori”;
• valutare come promuovere campagne di informazione sui principi dello sviluppo sostenibile, degli SDGs e delle finalità dell’Alleanza;
• identificare, nell’ambito dei rispettivi scopi statutari, azioni di stimolo e di pressione nei confronti del Governo affinché sia predisposta e approvata una strategia nazionale di sviluppo sostenibile coerente con i principi dell’Agenda 2030 e degli SDGs.
L’Alleanza sosterrà le attività dei singoli membri in questo campo attraverso la fornitura di materiali, l’organizzazione di seminari (anche via internet) per diffondere le buone pratiche, ecc., oltre che la valorizzazione delle iniziative intraprese nei confronti della pubblica opinione. Inoltre, l’Alleanza provvederà a:
• contattare i direttori delle testate giornalistiche di maggior rilievo per promuovere prodotti e programmi volti ad informare i cittadini sull’Agenda 2030, gli SDGs, ecc.;
• contattare i responsabili delle redazioni delle testate giornalistiche di maggior rilievo per illustrare le finalità e le attività dell’Alleanza;
• organizzare, in collaborazione con l’ordine dei giornalisti, corsi di formazione certificati sul tema dello sviluppo sostenibile;
• valutare con la Fondazione per la Pubblicità Progresso ed altri membri le possibili iniziative per promuovere la realizzazione di campagne di comunicazione pubblica per favorire la conoscenza dell’Agenda 2030 e degli SDGs.
Valutazione delle implicazioni e delle opportunità per l’Italia che derivano dall’adozione dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile
La mancata conoscenza dell’Agenda 2030 e degli SDGs determina una sottovalutazione delle implicazioni della transizione verso lo sviluppo sostenibile, sia in termini di cambiamenti volti a ridurre i costi di tale transizione, sia delle opportunità (specialmente per le imprese) derivanti dall’adozione di processi produttivi più sostenibili. In questo campo i membri dell’Alleanza possono svolgere un ruolo importante nei confronti degli attori politici, economici e sociali attraverso:
• un’azione di comunicazione sui seguenti aspetti:
o situazione dell’Italia rispetto agli SDGs, anche nel confronto con gli altri paesi (soprattutto quelli dell’Unione Europea), e percorsi da intraprendere per raggiungerli;
o raccomandazioni delle organizzazioni internazionali sui singoli aspetti dell’Agenda 2030, così da adottare comportamenti e politiche con esse coerenti;
o opportunità derivanti dall’adozione di tecnologie più sostenibili e dei progetti europei e nazionali per sostenere tale transizione;
• l’individuazione, attraverso strumenti analitici appropriati, dei trade-off esistenti tra diverse politiche, così da proporre interventi per renderli più favorevoli;
• la presa di posizione sui provvedimenti legislativi, a livello nazionale e locale, per orientare le politiche pubbliche allo sviluppo sostenibile;
• la promozione di “codici per la sostenibilità” e di sistemi di “reporting” dal punto di vista della sostenibilità per le associazioni di categoria, anche al fine di favorire il riorientamento delle attività economiche verso la sostenibilità, facendo di tale cambiamento anche un’opportunità di crescita economica e occupazionale.
La prima iniziativa dell’Alleanza in questo campo riguarderà una valutazione dell’attuale quadro giuridico rispetto ai principi dello sviluppo sostenibile, a partire dai contenuti della Costituzione, la quale non contiene un esplicito riferimento a questi ultimi o al principio di equità intergenerazionale. Per svolgere tale analisi ed elaborare eventuali proposte si costituirà un gruppo di lavoro con esperti della materia.
La seconda iniziativa riguarda il sostegno alla proposta di legge bipartisan in discussione alla Camera che imporrebbe l’obbligo di valutare l’impatto delle politiche pubbliche utilizzando, come schema concettuale, il Benessere Equo e Sostenibile (BES) sviluppato dall’Istat, il quale appare quasi perfettamente sovrapponibile agli SDGs. Inoltre, l’Alleanza potrebbe promuovere l’adattamento dell’Analisi di impatto della regolazione (AIR) allo sviluppo sostenibile.
Inoltre, visto che nella legge 28 dicembre 2015, n. 221 è prevista la costituzione di una Commissione per il capitale naturale, la quale, tra l’altro, deve effettuare una valutazione dell’impatto della nuova legislazione “sul capitale naturale e i servizi ecosistemici”, l’Alleanza svolgerà un’azione di stimolo e sostegno all’elaborazione di una appropriata metodologia per realizzare tali valutazioni d’impatto. In questo campo, vista l’esperienza in questo campo di molti degli aderenti, l’Alleanza organizzerà seminari volti a stimolare lo sviluppo di modelli adeguati per realizzare tali valutazioni.
Infine, visto che ogni membro dell’Alleanza segue la preparazione dei testi legislativi nelle materie di proprio interesse, l’Alleanza svilupperà una proposta su come arricchire tali analisi considerando le implicazioni per l’intero spettro degli SDGs, laddove rilevanti, utilizzando le pratiche già in uso in altri paesi e nella Commissione europea, così da adattarli al caso italiano.
Educazione allo sviluppo sostenibile, con particolare attenzione alle giovani generazioni, alle donne e ai decision makers
L’investimento dell’Alleanza in questo campo non può che avere un’ottica di medio-lungo termine. L’obiettivo da perseguire, certamente ambizioso ma non impossibile, è quello di introdurre nei cicli scolastici gli elementi chiave della cultura della sostenibilità, così da guidare i comportamenti delle generazioni future ed influenzare, attraverso i più giovani, anche quelli degli adulti, così da accelerare la transizione a modelli di consumo più sostenibili e accrescere la domanda, nei confronti del settore pubblico e privato, di politiche e comportamenti orientati alla sostenibilità. Analoghe iniziative dovranno essere sviluppate per accompagnare le donne verso l’adozione di modelli di consumo orientati alla sostenibilità, visto il loro ruolo chiave nelle decisioni familiari.
Molto si sta già facendo grazie ad iniziative di singole organizzazioni, ma quello che manca è un’iniziativa organica e capillare, possibile solo attraverso un coinvolgimento diretto delle strutture responsabili per la definizione dei programmi scolastici, in primo luogo del MIUR. Contatti preliminari sono stati avviati con le strutture competenti del Ministero, le quali hanno espresso il loro interesse per procedere in questa direzione, anche utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalle recenti normative (“Buona scuola” e revisione dei programmi di alcuni cicli).
Un secondo livello di intervento riguarda, invece, i corsi universitari e i programmi di formazione manageriale e dirigenziale per adulti, gestiti da strutture pubbliche o private. Qui la situazione è maggiormente variegata e i possibili interventi più difficili, vista l’autonomia universitaria e la molteplicità dei possibili interlocutori.
D’altra parte, è evidente che numerose imprese stanno facendo della sostenibilità un loro tratto distintivo, anche all’interno delle politiche di “Responsabilità sociale d’impresa”. Di conseguenza, la domanda di formazione allo sviluppo sostenibile è destinata a crescere nel tempo, aprendo all’Alleanza possibilità interessanti di intervento qualificato. Analogamente, sta crescendo la domanda di formazione per la gestione del rischio, un aspetto estremamente rilevante per effettuare scelte (politiche, aziendali, personali, ecc.) utili per accrescere la sostenibilità dello sviluppo e minimizzare gli impatti di futuri shock.
Il programma di azione dell’Alleanza in questo campo sarà basato sulle seguenti attività:
• raccolta ed analisi delle iniziative esistenti in Italia per l’educazione allo sviluppo sostenibile (dalla scuola elementare fino a quella della formazione universitaria post-laurea), nonché dei materiali messi a disposizione dalle organizzazioni internazionali (UNESCO, SDSN, CWS, ecc.);
• collaborazione con il MIUR e con la Conferenza dei Rettori (CRUI) per introdurre nei programmi scolastici e universitari la cultura dello sviluppo sostenibile;
• collaborazione con la Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA) per introdurre nei programmi di formazione della dirigenza pubblica la cultura dello sviluppo sostenibile;
• collaborazione con le istituzioni che organizzano “scuole di politica” per introdurre nei relativi programmi la cultura dello sviluppo sostenibile;
• collaborazione con le principali istituzioni erogatrici di programmi di formazione manageriale per introdurre nei programmi la cultura dello sviluppo sostenibile e della gestione del rischio;
• impegno dei membri dell’Alleanza che svolgono attività formative ai propri quadri di introdurre nei programmi di formazione la cultura dello sviluppo sostenibile.
Infine, si valuterà la possibilità di organizzare eventi di tipo divulgativo-informativo sui temi dello sviluppo sostenibile nei confronti dei parlamentari e del personale del Parlamento incaricato di effettuare valutazioni dell’impatto delle proposte di legge. L’Alleanza potrebbe anche promuovere la costituzione di un Gruppo interparlamentare sugli SDGs e/o l’avvio di un’indagine conoscitiva parlamentare su questa tematica.
Contribuire alla predisposizione di adeguati strumenti di monitoraggio per il conseguimento degli SDGs in Italia
Nel marzo del 2016 la Commissione Statistica delle Nazioni Unite definirà la lista di indicatori statistici attraverso i quali monitorare, per ciascun paese, i sentieri di avvicinamento agli SDGs. L’Istituto nazionale di statistica (Istat) sta collaborando a tale elaborazione e metterà a disposizione gli indicatori per il nostro Paese.
Guardando alla lista provvisoria di indicatori (oltre 200) appare chiaro come alcuni di essi siano scarsamente significativi per l’Italia, altri non sono ancora disponibili, altri ancora non sono disaggregati sul piano territoriale. Inoltre, per alcuni settori (ad esempio l’ambiente e alcuni fenomeni sociali) i dati sono disponibili con maggiore ritardo rispetto ai dati economici. Queste problematiche possono rendere meno stringente il “modello” basato su impegni sugli obiettivi, monitoraggio e accountability dei decisori.
D’altra parte, l’Istat ha sviluppato, fin dal 2013, gli indicatori del “Benessere Equo e Sostenibile” (BES), i quali sono divenuti ormai un punto di riferimento a livello nazionale e territoriale (iniziative “BES delle province” e “UR-BES”). Poiché il coinvolgimento delle comunità locali, specialmente a livello di città, è fondamentale per realizzare cambiamenti significativi delle politiche, l’Alleanza promuoverà la diffusione e l’utilizzo degli indicatori di sviluppo sostenibile e degli indicatori BES a tutti i livelli, compreso quello territoriale.
Visto il ritardo con il quale molti indicatori sono resi disponibili dalle fonti ufficiali, l’Alleanza intende promuovere, mettendo in rete specialisti in questo campo, la realizzazione di un progetto per il cosiddetto nowcasting degli indicatori, cioè la loro stima anticipata basata su tecniche statistiche ed econometriche. Analogo progetto potrebbe essere svolto per disaggregare gli indicatori sul piano territoriale (almeno a livello regionale).
Inoltre, vista la difficoltà nella comunicazione pubblica di un set di oltre 200 indicatori, l’Alleanza intende promuovere la costruzione di indicatori sintetici per ciascuno dei 17 SDGs, usando la metodologia recentemente adottata dall’Istat per gli indicatori del BES.
Per favorire la conoscenza delle tendenze in atto nel nostro Paese, nonché delle distanze dagli SDGs, l’Alleanza cercherà di stabilire una collaborazione strutturata con alcuni media partner di particolare rilievo (TV, giornali, ecc.), nonché impegnarsi a favorire la diffusione di tali informazioni attraverso i social media.