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La crisi ha accentuato le disuguaglianze di reddito, più gravi della media europea
Cresce il divario di reddito tra la popolazione più ricca e quella più povera, nonché tra regioni. Utili le misure antipovertà, ma servono anche interventi che incidano sulla parità di accesso alle opportunità e sulla formazione dei redditi primari. Il Goal 10 nel Rapporto ASviS 2017.
Nel Rapporto 2017 sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile, presentato alla Camera il 28 settembre, si esamina la situazione dell’Italia in relazione all’Obiettivo 10 (“Ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le Nazioni”) dell’Agenda 2030.
I Target dell’Obiettivo 10 includono diversi impegni significativi sottoscritti dall’Italia, tra i quali:
- Target 10.1 – “Entro il 2030, raggiungere e sostenere progressivamente la crescita del reddito del 40 per cento più povero della popolazione ad un tasso superiore rispetto alla media nazionale”.
- Target 10.2 – “Entro il 2030, potenziare e promuovere l'inclusione sociale, economica e politica di tutti, a prescindere da età, sesso, disabilità, razza, etnia, origine, religione, status economico o altro”.
- Target 10.3 – “10.3 Garantire a tutti pari opportunità e ridurre le disuguaglianze di risultato, anche attraverso l’eliminazione di leggi, di politiche e di pratiche discriminatorie, e la promozione di adeguate leggi, politiche e azioni in questo senso”.
La lunga recessione e la debole ripresa economica hanno profondamente inciso sul tessuto sociale del Paese, in particolare sulle fasce più deboli. Il divario fra il reddito disponibile equivalente ricevuto dal 20% della popolazione con più alto reddito (quintile più ricco) e quello del 20% con più basso reddito (quintile più povero) è, in Italia, molto elevato ed è aumentato nell’ultimo decennio: il rapporto interquintilico è passato dal 5,4 del 2006-2007 al 5,6 del 2012 al 6,3 del 2016, rispetto a una media europea che si attesta al 5,2. Alcune regioni (Sicilia, Sardegna, ma anche Umbria, Lombardia e Lazio) registrano negli ultimi tre anni un forte aumento delle disuguaglianze di reddito.
Per la riduzione delle disuguaglianze sono stati presi alcuni importanti provvedimenti strettamente connessi con altri Obiettivi: nell’ambito del Goal 1 (Povertà), la legge delega approvata nel marzo scorso dal Parlamento incentrata su una strategia nazionale per il contrasto alla povertà e la riduzione delle disuguaglianze; per il Goal 3 (Salute) l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza; per il Goal 4 (Istruzione), il Programma operativo nazionale 2014-2020. Inoltre, la riduzione delle disuguaglianze nell’accesso ai servizi fondamentali è al centro della Strategia Nazionale per le Aree Interne, una politica nazionale oggi estesa a oltre settanta aree lontane dai grandi centri di servizio, che coprono un quinto del territorio nazionale, con circa due milioni di abitanti. La Strategia è entrata nella fase operativa con l’approvazione dei primi Accordi di Programma Quadro attuativi.
Per ridurre le disuguaglianze occorre innanzitutto potenziare il Reddito di inclusione all’inizio della nuova legislatura e sviluppare e realizzare con urgenza un piano di contrasto alla povertà. Inoltre, sono necessari interventi pre-redistributivi in grado di incidere sull’effettiva parità di accesso alle opportunità e sulla formazione dei redditi primari, attraverso linee di intervento prioritarie quali: la realizzazione di un’azione pubblica che riduca i divari derivanti dall’influenza delle condizioni familiari sulla capacità di accedere a servizi di qualità nei campi dell’istruzione e della salute; l’accesso di persone con competenze imprenditoriali al governo delle imprese e ai risultati della ricerca, nonché la partecipazione e il contributo autonomo dei lavoratori alle imprese, ad esempio mediante una maggiore partecipazione in azienda di manager esterni, misure per favorire il trasferimento dell’azienda in caso di operazioni di workers buyout, una rimodulazione delle norme riguardanti le imposte di successione e la promozione di modelli di impresa socialmente responsabile.
L’indicatore composito elaborato dall’ASviS per l’Obiettivo 10 indica un significativo peggioramento della situazione italiana, perché passa da 107,72 del 2008 al 78,67 del 2016. Dal 2014 aumenta il reddito disponibile, ma contestualmente cresce il rapporto tra il reddito dei più ricchi e quello dei più poveri e la percentuale di persone che vivono in famiglie con un reddito disponibile inferiore al 60% del reddito mediano (peraltro, la tendenza all’aumento delle disuguaglianze si manifesta anche a livello territoriale in termini di dinamica del reddito disponibile).
Ricordiamo che l’indicatore composito ci informa sul trend, ma non sulla distanza che separa l'Italia dai Target fissati dall'Agenda 2030.
L’indicatore composito relativo all’Obiettivo 10 è stato costruito sulla base dei seguenti indicatori:
- Tasso di variazione del reddito familiare pro-capite per il 40% più povero della popolazione
- Tasso di variazione del reddito familiare pro-capite per il totale della popolazione
- Indice di disuguaglianza del reddito disponibile
- Reddito medio disponibile aggiustato pro capite
- Reddito medio disponibile pro capite
- Percentuale di persone che vivono in famiglie con un reddito disponibile equivalente, inferiore al 60% del reddito mediano
I dati dettagliati sugli indicatori relativi a questo Goal si possono ricavare interrogando il database interattivo dell’Alleanza.
Leggi l’Analisi del Goal 10 nel Rapporto ASviS 2017 e le proposte dell’Alleanza su Povertà e disuguaglianze.