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La Corte costituzionale emette la prima storica sentenza ambientale
Decreto Priolo illegittimo perché non indica un tempo limite per adeguare le attività produttive secondo i nuovi principi costituzionali. Giovannini: “Sentenza storica, difesa dell’ambiente e della salute valori assoluti”. 28/6/24
La riforma che aveva introdotto in Costituzione la tutela dell’ambiente e l’interesse delle future generazioni sta producendo i primi effetti: il 13 giugno 2024 la Suprema corte è intervenuta esplicitamente citando per la prima volta la modifica agli art. 9 e 41, approvata dal Parlamento all’unanimità il 22 febbraio 2022. Si tratta della prima sentenza a carattere “ambientale” emessa dalla Corte costituzionale, relativa al decreto Priolo.
Oltre a ripercorrere le vicende relative al sequestro ordinato dal Gip di Siracusa per gli impianti di depurazione di Priolo Gargallo, va sottolineato che la nuova sentenza stabilisce che le attività produttive possono continuare per un tempo limite di 36 mesi. Poiché entro tre anni, dunque, vanno ripristinate le condizioni di sicurezza, il “decreto Priolo” sarebbe illegittimo perché non stabilisce queste tempistiche.
“La sentenza appena emessa dalla Corte costituzionale è storica e importante perché per la prima volta si sancisce che, dopo la modifica dell'art. 41, la difesa dell’ambiente e della salute diventano valori assoluti, anche rispetto all'esigenza dell'attività economica. Di fatto, si ribaltano le posizioni rispetto ai casi precedenti, dove veniva anteposto l’interesse delle aziende e dell’occupazione dei dipendenti, come nel caso dell’ex Ilva di Taranto. Con la sentenza si stabilisce che l’attività economica è libera, ma non può svolgersi in violazione della salute e dell’ambiente, se non per il periodo transitorio necessario per modificare i processi produttivi” ha affermato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, che ha fortemente voluto e sostenuto la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione. “La portata della sentenza è straordinaria perché si rivolge a tutti gli impianti già costruiti, mentre i nuovi insediamenti dovrebbero essere comunque realizzati secondo regole stringenti. D'altra parte, da adesso in poi il Parlamento, nel momento in cui opera una verifica di legittimità costituzionale delle nuove leggi, potrà basarsi anche su questa sentenza della Corte, senza dover aspettare future sentenze su casi portati all'attenzione della Corte sulla base dei nuovi principi costituzionali”, ha proseguito Giovannini.
La sentenza si rivela di grande importanza perché si esprime in favore dell’ambiente e della salute, fornendo un tempo certo entro il quale avviare le misure di contenimento dei danni, e perché vengono citati per la prima volta i nuovi articoli della Costituzione che, ricordiamo, estendono la tutela del paesaggio alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni (art. 9) e stabiliscono che la salute e l’ambiente sono paradigmi da tutelare da parte dell’economia, al pari della sicurezza, della libertà e della dignità umana (art.41).
“Un altro aspetto di rilievo è che l’art. 9 della Costituzione fa riferimento ai diritti delle nuove generazioni. Non a caso, sono due anni che l'ASviS propone che venga valutato l’impatto di tutte le nuove leggi sulle future generazioni. La proposta di introdurre questa valutazione preventiva è stata ora inserita in un disegno di legge governativo inviato alle Camere a giugno 2024: il provvedimento, infatti, istituisce la cosiddetta ‘valutazione di impatto generazionale’, che esiste già in Austria e Germania, dei disegni di legge del Governo in relazione agli effetti ambientali o sociali ricadenti sui giovani e sulle generazioni future. Speriamo che il provvedimento diventi presto legge, perché così il nuovo dettato costituzionale verrebbe pienamente attuato, cambiando strutturalmente il modo di legiferare nel nostro Paese”, ha concluso Giovannini.