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Circa un terzo degli italiani ha rinunciato ad acquistare casa o cambiare lavoro
Rapporto Coop 2023: in un Paese in pausa, minacciato da conflitti mondiali, cambiamenti climatici e instabilità economica, il nuovo anno sarà all’insegna di serenità e accettazione. Ma si abbandonano progetti futuri e speranza. 17/1/24
Salute e benessere e consumo alimentare domestico sono le due voci di spesa su cui gli italiani immaginano di spendere di più nel 2024. Un’intenzione che rispecchia una realtà in cui la popolazione, consapevole dell'erosione dei propri risparmi a causa dell'inflazione e che per l'aumento dei salari bisogna ancora aspettare, si adegua a una quotidianità a basso costo, una strategia necessaria per la maggioranza delle cittadine e dei cittadini.
Queste le prospettive e le aspettative degli italiani per il 2024 delineate dal "Rapporto Coop 2023 – Winter Edition: tra resilienza e sfide del futuro in Italia", che descrive il complesso panorama nazionale in un contesto globale di incertezza. Il report di gennaio si basa sull’analisi dei dati relativi a consumi e stili di vita degli italiani al dicembre scorso.
Resilienza in tempo di crisi
Tensioni geopolitiche, crisi economiche globali e cambiamenti climatici: il Rapporto consegna l’immagine di un Paese in pausa, in cui emerge un atteggiamento di salda imperturbabilità e calma da parte degli italiani di fronte a queste sfide.
Ma sull’altra faccia della medaglia di annida un diffuso calo della speranza per un futuro migliore: solo il 22% degli italiani mantiene l'ottimismo, in diminuzione rispetto al 26% dell'anno precedente e al 37% del 2022 post-pandemico. La fiducia in un cambiamento significativo per il futuro è scesa dal 15% nel 2022 al 12% nel 2024.Secondo le rilevazioni, il 45% dei manager italiani intervistati vede i conflitti geopolitici come la principale minaccia, seguiti dal 23% che si preoccupa per i cambiamenti climatici e dal 22% per l'andamento dell’economia internazionale.
Nonostante ciò, il 33% degli italiani associa l'anno nuovo alla serenità e il 28% all'accettazione, riflettendo un'attitudine generalmente positiva, ma non esente da sacrifici.
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Adattamento e rinuncia
Le previsioni per il 2024 indicano una crescita modesta del Pil italiano, stimata allo 0,5%. In risposta alle condizioni economiche e sociali, gli italiani stanno adottando uno stile di vita low budget e concentrano le risorse sugli aspetti essenziali della vita. Circa un terzo degli italiani ha rinunciato all'idea di acquistare una casa o cambiare lavoro. Tra i giovani 20-40enni, il 51% non è interessato a diventare genitore. Questi dati sottolineano un cambiamento significativo nelle aspettative e nelle prospettive per il futuro.
In un contesto in cui molte opportunità di miglioramento della qualità della vita sono limitate, l'attenzione si concentra maggiormente sulla cura degli affetti, di se stessi e degli altri. Tra le poche voci di spesa per le quali il rapporto raccoglie previsioni di aumento nel 2024, spiccano infatti le spese per la salute e il benessere, in aumento per il 24% del campione.
Per il tempo libero, si mettono in sospeso le attività come cinema, teatri, concerti e musei, a favore di passeggiate nella natura, letture, pratiche sportive e ascolto di musica, che hanno costi decisamente più contenuti. Il desiderio di vacanza sembra l’unica eccezione: dopo un 2023 di rinunce, nel 2024 si osserva un aumento significativo di persone che intendono riprendere a viaggiare tanto in Italia quanto all'estero.
La rilevanza del cibo
Nonostante la contrazione prevista degli acquisti alimentari nella Grande distribuzione organizzata (Gdo), il cibo rimane un aspetto centrale nella vita degli italiani. Dal Rapporto emerge un aumento nella propensione a spendere per il cibo domestico, con il 16% degli intervistati che prevede di aumentare le quantità consumate. La spesa alimentare si sta adattando a un approccio più sobrio, con una crescente enfasi su qualità, risparmio, e sostenibilità. Tra gli aggettivi scelti per definire il cibo del 2024 il più gettonato è salutare (45%), poi poco costoso (44%), seguito da sostenibile (27%) e semplice/autentico e essenziale (26 e 25%).
La Gdo si sta adattando a queste realtà economiche, con un aumento della preferenza per i prodotti a marchio del distributore e un maggiore utilizzo dei canali discount. Ciò riflette una risposta strategica al crescente bisogno di risparmio tra i consumatori italiani.