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Firmata la Carta di Bologna per l’ambiente, il ruolo dell’ASviS
I sindaci delle città metropolitane firmano un documento che impegna le maggiori città italiane al raggiungimento di obiettivi di tutela ambientale in linea con gli SDGs, come proposto dall’ASviS.
È stata firmata oggi, presso la Rocchetta Mattei di Grizzana Morandi (Bologna), la “Carta di Bologna per l’ambiente. Le Città metropolitane per lo sviluppo sostenibile”, un documento che impegna le maggiori città italiane al raggiungimento di obiettivi di tutela ambientale in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Si tratta del primo protocollo ambientale di questo genere a livello nazionale. Promosso dalla Città metropolitana di Bologna in occasione del G7 Ambiente dell’11 e 12 giugno, il documento è stato sottoscritto dai sindaci di Bologna, Milano, Torino, Firenze, Bari, Roma, Catania, Cagliari, Napoli, Reggio Calabria, Genova e Palermo alla presenza del ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, del sindaco di Bologna Virginio Merola e del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Presente anche il portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini, che è intervenuto in quanto membro del Comitato Scientifico della Carta di Bologna.
Il raggiungimento di questo risultato senza precedenti è stato possibile anche grazie all’impegno dell’ASviS, che con il Festival dello Sviluppo Sostenibile ha mobilitato l’intero territorio italiano, a tutti i livelli, per richiamare l’attenzione sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu. Proprio il giorno prima della sottoscrizione della Carta di Bologna si è tenuto alla Camera dei deputati l’evento conclusivo del Festival, nel quale è intervenuto anche il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che ha sottolineato l’importanza delle istituzioni locali per l’implementazione degli SDGs.
Il protocollo bolognese sottoscritto oggi individua otto macro obiettivi da inserire nelle agende metropolitane per lo sviluppo sostenibile: riduzione dei rifiuti e riciclo (economia circolare), protezione del suolo e rigenerazione urbana, prevenzione del rischio di disastri generati dai cambiamenti climatici, transizione energetica, qualità dell’aria e riduzione delle polveri sottili, tutela delle acque e del verde urbano e mobilità sostenibile.
Relativamente all’economia circolare, il documento pone l’obiettivo di raggiungere, entro il 2030, un livello di riciclo al 70% limitando al 5% il ricorso alla discarica e portando all’80% la raccolta differenziata. Sul fronte della tutela del territorio, l’obiettivo è di ridurre del 20% il consumo netto di suolo al 2020. Per la transizione energetica e la qualità dell’aria, la Carta di Bologna punta alla riduzione delle emissioni del 40% nel 2025 e al 27% di produzione di elettricità da fonti rinnovabili. Il documento lotta anche contro gli sprechi di acqua, con obiettivi che puntano a disperdere due terzi di acqua in meno rispetto al livello di sprechi attuale. Tra gli altri obiettivi, la Carta individua anche quello di raddoppiare la superficie di verde urbano per abitante e di limitare, entro il 2020, l’uso di auto e moto al 50% degli spostamenti urbani.
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di Lucilla Persichetti